venerdì 23 ottobre 2020

Review Party. Recensione: La figlia dello straniero di Joyce Carol Oates

Ciao a tutti amici lettori e buon venerdì.
Concludiamo la settimana parlando di una storia particolare e molto intensa.

                          

Ringrazio La Nave di Teseo per la copia omaggio.

Trama

In fuga dalla Germania nazista alla vigilia della guerra, la famiglia Schwarts si trasferisce in un piccolo paese dello stato di New York. Il padre, che in patria si era laureato ed era stato un professore di matematica e tipografo, è costretto ad accettare l'unico lavoro disponibile, il becchino. Ma i pregiudizi dei nuovi concittadini nei confronti dei nuovi arrivati e la fragilità degli Schwarts, ancora provati dalle esperienze vissute in Europa, portano a una tragedia imprevedibile. Rebecca, la figlia dello straniero, è costretta a crescere in un fretta e imparare presto, insieme al piccolo Niley, che in fondo l'America è anche questo: partire e reinventarsi. Riuscirà quel giovane, immenso e violento paese a proteggere una madre e suo figlio?

Il libro è uscito questo mese e oggi ne parlo insieme ad altre blogger, a fine post trovate il calendario per prendere visione 
anche dei loro pensieri sulla nuova uscita di Joyce Carol Oates.
Sebbene sia lontano dal mio genere, quest'autrice l'ho già letta altre volte anche se qui sul blog non sono riuscita ancora a parlarvene e il suo stile leggiardo ma diretto mi è sempre piaciuto quindi tuffarmi in 
una nuova storia mi sembrava una ghiotta occasione da non perdere.



Anche in questo libro ho ritrovato quello stile che, forse non adatto a tutti, ma cattura l'attenzione lentamente. All'inizio non te lo aspetti, perché parte quasi da troppo lontano, ma man mano quando la storia comincia a diventare importante ecco che l'interesse cresce e vuoi sapere cosa succede divorando pagine senza che te ne rendi conto.
Non è un libro breve, eppure si legge con grande velocità e il desiderio impellente di scoprire cosa succederà dopo.
Protagonista indiscussa è Rebecca che rappresenta il fulcro dell'intera vicenda, la conosciamo tra passato e presente e la vediamo proiettata nel futuro con una maturazione profonda che è avventua in lei e forse anche con un po' di quella serenità che le è sempre mancata per tutta la vita.

Per qualsiasi ragazzina ambientarsi in un nuova città non è facile e non lo è stato nemmeno per Rebecca, se poi si aggiunge il mestiere particolare di suo padre ecco che le difficoltà aumentano ma non è il lavoro del becchino in realtà a causarle grossi problemi quanto proprio la figura paterna. Lo sappiamo tutti quanto l'infanzia influenzi il nostro modo di vivere anche dopo, consapevoli che i bambini debbano crescere in un'ambiente sano e amorevole perchè forse in quel momento non conta ma dopo le ripercussioni sono forti e quel bambino se le porta per tutta la vita.Rebecca è l'esempio di quanto l'infanzia sia stato un pessimo punto di riferimento per lei, il comportamento del padre l'ha portata a fidarsi degli uomini sbagliati, a compiere scelte sbagliate e a pensare di meritarsi il minimo indispensabile. Ora non è che voglia di colpo diventare una psicologa, ma molti dei suoi atteggiamenti sono, a mio avviso, la conseguenza di quello che suo padre ha fatto. Molti suoi sbagli sono dovuti alla mancanza della figura materna e all'inesistente rapporto con la madre. Ci sono persone forti che riescono a reagire benissimo anche ai drammi più profondi, ma ci sono anche coloro che invece non ce la fanno e questo non vuol dire che sono deboli, ma semplicemente che hanno un carattere diverso e scarsa autostima. Rebecca non riesce ad avere un'adolescenza spensierata come dovrebbe e nemmeno dopo quando si libera dal fardello dei suoi genitori, ha uno strano concetto della felicità. Si aggrappa a quel briciolo di gentilezza che riceve perchè ne è avida, si lega a quello che crede amore sperando in un futuro migliore, ma in realtà ciò che le manca è qualcuno che la indirizzi verso la strada giusta aiutandola a compiere le scelte più sicure per lei. 

Mi ha suscitato tanta tenerezza questa ragazza così sfortunata e in balia degli eventi, non me la sono sentita di giudicarla male nonostante non abbia approvato molti dei suoi comportamenti, d'altronde come condannare una persona che non ha nessun punto di riferimento e il cuore solo desideroso di amare?
Nemmeno quando incontra qualcuno a cui piace davvero, riesce ad aprirsi completamente perchè il timore di essere indegna, di essere lasciata a soffrire è più forte di qualsiasi cosa. Eppure nonostante le sue paure, lei dimostra di essere forte nel momento del bisogno, una giovane donna capace di dire basta quando si rende conto di non poter più sopportare in silenzio. Una donna che andrebbe presa ad esempio verso coloro che purtroppo soffrono e patiscono senza ribellarsi. La sua reazione, il modo in cui ha preso in mano la sua vita mi ha sorpreso e l'ho molto apprezzato, mi ha dimostrato che la speranza è qualcosa che non dobbiamo mai perdere perché tutto può davvero ribaltarsi nel migliore dei 
modi, anche le situazioni più spiacevoli.
L'autrice mette in luce molti argomenti delicati in un'ambientazione per niente facile soprattutto per una donna sola, mostra quanto sia complicato e difficile essere diversa e sentirsi tale per tutta la vita eppure 
accettarsi è un grande passo per trovare la felicità e un traguardo enorme per essere finalmente sereni.
Come dicevo prima, forse non è una lettura per tutti, ma a me ha colpito molto e la consiglio a coloro che cercano qualcosa di profondo e per niente banale.

Valutazione 4/5
















2 commenti: