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mercoledì 15 dicembre 2021

Recensione: Maria Branwell La madre delle sorelle Brontè di Maddalena De Leo

Rieccomi amici lettori.
Di nuovo qui per parlarvi di una lettura interessante e molto particolare.

Ringrazio la Vintage Editore per la copia omaggio.


Trama
…Fu allora che la potente immaginazione di Charlotte Brontë, già autrice di Jane Eyre, iniziò il processo di creazione di un nuovo personaggio. 
Questa volta la protagonista della sua novella sarebbe stata sua madre, Maria Branwell, morta ormai da più di trent'anni, ma tornata a rivivere per lei attraverso quelle parole così vivide ancora impresse su pochi fogli consumati dal tempo. 
Lei, la sua unica figlia sopravvissuta, avrebbe scritto per Maria quello che doveva essere stato una sorta di diario personale ai tempi della sua vita in Cornovaglia e anche dopo, una volta sposata, nello Yorkshire; un resoconto annuale che avrebbe ricreato la giovane donna di allora con speranze e aspettative sconosciute a tutti e inghiottite per sempre dal tempo.

Penso che le sorelle Bront non hanno bisogno di presentazioni. Tre piccoli grandi geni letterari di cui ancora oggi, a distanza di tempo, se ne parla ancora tantissimo.
Charlotte, Emily e Anne in ordine di età furono e sono ancora adesso tre nomi importantissimi nel mondo della scrittura.
Charlotte l'abbiamo conosciuta attraverso l'intramontabile Jane Eyre, Emily grazie all'amore tormentanto di Cime Tempestose e Anne forse la meno famosa delle tre ma non per questo meno brava con Agnes Grey.
Ho letto tutti e tre i libri e per quanto siano persone con una narrazione diversa, si nota senza dubbio l'attaccamento su varie tematiche e la capacità di portare il lettore in quell'ambientazione da loro descritta così alla perfezione.
Le sorelle Brontè rappresentano un esempio di come la scrittura possa essere non solo fonte di guadagno, ma soprattutto di appagamento. Loro pubblicarono le loro prime opere sotto pseudomino timorose che utilizzando un nome femminile potessero ricevere critiche e andò benissimo tanto da usare poi il nome vero, quello che conosciamo oggi e che rispecchia alla perfezione storie senza tempo.
Loro non furono le uniche figlie di casa Brontè perchè in quella famiglia erano sette figli tra cui un unico maschio Branwell nati dall'amore di Maria Branwell e Patrick Brontè.
Dei genitori sappiamo poco se non che lui era un pastore e lei una donna ricca di vitalità a cui piaceva scrivere piccole cose.
La storia di questo libro subentra proprio qui, per conoscere questo personaggio messo in ombra ma da cui si deve la nascita di tre formidabili autrici che tutti conosciamo.

       

                      
L'autrice nelle note spiega non solo di essere una grande appassionata di questa famiglia, ma di aver studiato a fondo la storia prima di ripercorrere la vita di Maria unendo verità e fantasia in questo libro che ho trovato davvero bellissimo.
Raccontato in maniera epistolare conosciamo il mondo di Maria da quando compie vent'anni fino alla sua morte.
Mi è piaciuto tantissimo come l'autrice sia riuscita a descrivere un personaggio così poco degno di nota eppure davvero tanto importante. Tante cose sarebbero andate diversamente se lei fosse sopravvissuta a quel brutto male che l'ha portata via troppo presto, ma di certo la sua spontaneità, la sua allegria e voglia di scrivere ogni cosa è riuscita a trasmetterla alle sue figlie che hanno intrapreso una carriera assai più importante della madre.
Conosciamo una figura mite, riservata che scopre l'amore quando nemmeno lo credeva possibile. La sua vita è stata ricca di disgrazie, tragedie eppure lei è rimasta fedele ai suoi ideali sposandosi soltanto per amore. ll suo legame con Patrick è sincero, puro e non sempre era possibile in quei tempi dove ogni cosa era programmata e priva di sentimento.
Lei ha trovato l'amore vero, peccato non essere riuscita a goderselo di più, così come non è riuscita a godersi i suoi figli fonte per lei di grande gioia. Era appagata dalla vita matrimoniale, da quella casalinga e dall'essere madre, una di quelle poche persone che non aspira ad essere qualcuno di diverso da quello che era perchè era pienamente soddisfatta di ciò che era diventata.
Contrariamente ad altre persone che si accontentavano, lei invece era felice e lo dimostra anche l'affetto che le hanno sempre riservato amici e parenti.
Un personaggio del tutto positivo, importante e degno di essere ricordato. Secondo me questo libro è una vera chicca per gli appasionati, per chi vuole vedere le cose da un altro punto di vista e per chi, come me, ha sempre piacere a scoprire qualcosa di più sugli scrittori che ama.
Ancora una volta la Vintage Editore ha portato in Italia una storia che è degna di essere conosciuta e che è stato un piacere leggere.
A fine storia troviamo le lettere tradotte dall'autrice, quelle di cui Charlotte è entrata in possesso grazie alla generosità del padre e che riescono a dare una visione più ampia di quella che era Maria Banwell, un personaggio che dovrebbe essere ricordato e non dimenticato visto che ha dato inizio a tutto.

Valutazione 4/5

                                     

                                                  

4 commenti:

  1. Carino, conosco e ho letto tutto delle sorelle Brontë , non mi sono mai soffermata sull'influenza genitoriale. Sicuramente illustra degli aspetti interessanti.

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    1. Sì, Serena infatti è stato interessante scoprire questa versione diversa da quelle solite che già conosciamo

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