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lunedì 30 settembre 2024

Recensione: Santa Maria Anche la Morte va in burnout di Francesco Muzzopappa

Buon lunedì amici lettori.
Oggi vi parlo di una lettura atipica e molto ironica.

Grazie a Solferino per la copia omaggio.


Trama
Maria dimostra circa sessant’anni, è innamorata e vuole andare in pensione: capita a molte. Ma il caso di Maria è un po’ particolare perché lei, come lavoro, fa la Morte. Sono miliardi di anni che programma trapassi – di qualsiasi cosa: esseri umani, piante, animali, intere specie – e che sia andata in burnout non è una gran sorpresa. Per l’INPS, però, è uno shock e l’unica risposta che riescono a inventarsi è che per sbrigare la sua pratica occorrerà un po’ di tempo. Un periodo che Maria decide di impiegare interagendo con il mondo e soprattutto con l’oggetto del suo desiderio, Antonio Panini, dove Panini non è il cognome ma l’insegna del furgoncino di street food di cui l’uomo è il felice e un po’ unto proprietario. Solo che l’amicizia, l’amore e figurarsi il sesso non sono semplici da gestire, se per migliaia di anni ti sei fatta i fatti tuoi. Maria scopre così che dagli alti e bassi delle relazioni umane non c’è salvezza, nemmeno in un apparentemente innocuo – e in realtà assai infido – gruppo di preghiera. E siccome tra i pregi di carattere della Morte non c’è la tolleranza, quando le cose si complicano – in amicizia, in amore, nelle relazioni con l’INPS – il suo modo di prendere in mano la situazione potrà non piacere a tutti. In questo libro si ride tantissimo, si versa qualche lacrima, si riflette sulle cattiverie del mondo, ci si prende qualche soddisfazione. E si empatizza pagina dopo pagina con una protagonista assai singolare, eppure così umana e autentica da farci immedesimare nelle sue avventure, mentre assieme a lei ci indigniamo e ci sorprendiamo delle assurdità di quella che chiamiamo vita.
E se anche la Morte fosse stressata del suo lavoro?
E se la Morte andasse in burnout?
Queste le premesse di una storia buffa, ironica, divertente, ma anche riflessiva.
Maria è la nostra protagonista. E' una donna di sessant'anni che desidera andare in pensione, nulla di strano in questo anzi è una richiesta più che legittima ma Maria non è una donna come tutte le altre, lei è la Morte e questa richiesta fatta all'INPS mette in subbuglio chiunque. L'uomo che accoglie questa strana domanda prende tempo per sbrigare una pratica così complessa e così Morte ne approfitta per andare in vacanza e conoscere da vicino gli umani che fino a quel momento ha solo guardato prima che perdessero la vita.

                               
Comincia così per Maria un periodo diverso, fatto di scoperte, di stranezze, ma anche un periodo in cui riscopre se stessa e gli umani con cui impara a interagire.
L'amicizia e l'amore sono due sentimenti che non ha mai sperimentato e invece li trova insieme a un gruppo di persone che l'accolgono nella loro cerchia eppure Maria è diversa e se ne rende conto nonostante cerch di integrarsi, nonostante faccia in modo di essere una persona moderna e ben presto tutto va a rotoli quando la fiducia che aveva riposto nelle persone si rivela totalmente sbagliata.
Le manca il mondo di prima, ma era stressata per come lo gestiva e allora decide di intraprendere un altro cambio di rotta che stavolta la porterà a una situazione del tutto diversa, rendere soddisfatta prima di tutto se stessa.
Con tanta ironica l'autore ci pone in realtà di fronte a un problema serio: il burnout. Penso che sia un problema parecchio attuale perchè tante persone sono stressate del proprio lavoro, delle aspettative che hanno i datori di lavoro, la famiglia, gli amici e vivere costantemente sotto stress non aiuta, anzi rende la vita un incubo.
Morte in effetti svolge un lavoro dove non ha un solo giorno di riposo, è odiata da tutti, arriva nel momento in cui non vorremmo mai vederla e di certo nessuno prova empatia per lei ma attraverso questo libro la vediamo quasi come una figura umana, che cerca solo di salvaguardare la sua posizione delicata e impossibile da gestire e questa versione è stata molto divertente per quanto atipica.
E' stata una lettura diversa, molto originale e anche riflessiva. Il finale poi l'ho trovato giusto, in grado di riportare in carreggiata magari qualcosa che stava troppo uscendo fuori dai binari e che invece acquista un senso anche importante su chi siamo e quali sono i nostri ruoli.
Un libro leggero, divertente per chi ama le storie senza troppe pretese che strappano sorrisi e fanno stare bene.

Valutazione 3/5

                             

                                                    

                                                     

2 commenti:

  1. Ciao Susy! Sicuramente il tema del burnout è super interessante... ed il taglio dato mi sembra davvero originale. Da tenere in considerazione!

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    1. Ciao Silvia. Esatto è qualcosa di originale e ironico e l'ironia fa sempre bene

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