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sabato 7 dicembre 2024

Rubrica: Storytelling Chronicles: Sei la mia luce di Susy Tomasiello

Buon sabato amici lettori.
Eccoci all'appuntamento mensile con la rubrica Storytelling Chronicles e questo mese sono particolarmente contenta per la tematica tutta natalizia.

                                  


Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica nuova invece è a cura di Federica
Il tema di dicembre prevedeva inserire un regalo, il Grinch, Babbo Natale e la Befana con un massimo di 2500 parole e vediamo cosa ne è uscito fuori.

SEI LA MIA LUCE

Mi sembra di essere fermo davanti a questa libreria da secoli, per l’ennesima volta controllo l’orologio e sbuffo contrariato. 
Non avrei dovuto accettare di accompagnare Bessy a fare compere, soprattutto nel periodo caotico prima del Natale. Odio questa festa e detesto l’allegria di tutte queste persone che sprecheranno soldi e tempo per qualcosa di inutile.
Ripeto a me stesso che sono qui solo per Bessy e questo riesce a placare il mio nervosismo. L’ho conosciuta al corso di pasticceria e dopo il nostro primo incontro nulla è stato lo stesso.
Mi sono sempre reputato una persona solitaria, poco incline al dialogo e introverso per natura eppure Bessy con la gioia di vivere, col suo sorriso pronto e quell’aria sempre allegra ha portato nella vita soltanto luce e mi sento davvero fortunato, tranne ovviamente a dicembre dove la sua allegria si triplica.
Tenta di contagiarmi con il suo entusiasmo, ma nemmeno lei riuscirà a farmi apprezzare una festa che detesto con tutto me stesso. Ho ragioni solide che non cambieranno mai, nemmeno per lei, odio questa festa e sarà così per sempre.
«Giovanotto.»
Fisso la porta del negozio dove stanno uscendo delle persone, ma della mia ragazza neanche l’ombra. Sarà decisamente una lunga giornata se alla prima tappa...
«Giovanotto!»
«Ahia!» urlo quando un bastone mi colpisce una spalla, devo chinare lo sguardo per controllare chi è stato e incontro gli occhi arrabbiati di una vecchietta.
«Sei sordo per caso? Ti stavo chiamando!»
«E trova normale picchiare le persone che non la sentono?»
«Sono anziana devo essere rispettata»
«Lei è pazza» sentenzio subito. «E posi subito quell’affare.»
Cerco di prenderle il bastone che mi pungola la schiena, ma è sorprendentemente agile per la sua età.
«Si può sapere cosa vuole?»
«Modera i termini giovanotto, hai idea di quanti anni abbia?»
 
                                     
La osservo meglio a cominciare dalle scarpe vecchie e consumate che avrebbero bisogno di essere cambiate con qualcosa di più moderno. Il vestito viola e rosso è lungo fino alle caviglie, la stoffa è troppo leggera per questo freddo e questo spiega il cappotto imbottito e più grande della sua taglia, ma di certo non giustifica l’orrendo foulard viola legato tra i capelli bianchi.
Ma come diavolo si vestono le vecchie oggi?
«Lascia perdere non importa la tua risposta» decide con un gesto della mano. «Andiamo adesso o faremo tardi». Non mi dà il tempo di parlare che stringe con forza il mio braccio.
«Ascolti bene razza di squilibrata, io non vado da nessuna parte e mi lasci subito.»
«Bessy ci metterà ancora un po’ di tempo in libreria perché deve scegliere con attenzione quello giusto da regalarti perciò se stai pensando di metterle fretta potresti rovinarle la sorpresa non credi?»
«Conosce Bessy?» chiedo sempre più spaesato.
«Ma che razza di domanda è? Io conosco tutti.»
Quella risposta è ancora più assurda e io la fisso sempre più sconvolto. «Ma chi diavolo è lei?»
«Non ho la scopa, ma credo sia facilmente intuibile non credi? I giovani d’oggi sono così ottusi, ecco perché preferisco lavorare con i bambini, ma mi ha chiesto un favore ed ero in debito perciò sono qui.»
«Un favore?» ripeto pentendomene un attimo dopo. Sto davvero dando corda a questa psicopatica?
«Sì e siamo in ritardo, prima andremo prima tornerai da Bessy d’accordo?»
Ho mille motivi per rifiutare questa proposta assurda e altri mille per mandarla al diavolo eppure, contro ogni logica, contro ogni buon senso, la seguo.
Il motivo? Non ne sono sicuro, forse sto impazzendo anch’io e questa prospettiva non mi piace tantissimo.
Nonostante il bastone e l’età avanzata cammina molto velocemente, non ho mai visto una vecchietta così arzilla. Si appoggia a me con l’altro braccio e devo sorreggerla due volte quando il suo passo diventa troppo svelto e perde l’equilibrio.
«È ubriaca?»
«Ho mangiato qualche cioccolatino al liquore, ma ci sono abituata.» Mi strizza l’occhio e io scuoto la testa decidendo di lasciar perdere le domande viste le risposte bizzarre che mi rifila ogni volta. Superiamo il lungo corridoio dove le ripetitive e sciocche canzoni di Natale aumentano di più il mio cattivo umore, possibile che non si possa sentire musica vera?
«Scusate» mormora una bambina che nella sua folle corsa ci finisce addosso.
«Non è un parco giochi» brontolo risentito. Se ci fosse Bessy subirei un rimprovero in piena regola perché detesta quando parlo male ai mocciosi, ma non posso farci niente quando arriva il Natale sono ingestibili più del solito.
«Non preoccuparti cara» risponde invece la vecchia pazza al mio fianco in tono dolce. «Ecco, per te.»
Dalla tasca tira fuori dei dolciumi avvolti in un fazzoletto decorato e gli occhi della bambina s’illuminano mentre li prende ringraziandola mille volte. Distrattamente la sento gridare qualcosa verso la madre, la mia attenzione è concentrata sulla vecchia che ha ripreso a camminare.

                                
«Era cioccolato al cocco e alla vaniglia quello?»
La sorpresa dura un attimo nel suo sguardo corrucciato poi annuisce due volte. «Giusto, i dolci sono la tua specialità»
«Come fa a sapere...»
«I miei però sono molto diversi, hai indovinato i gusti, ma il procedimento per prepararli così gustosi non lo troverai in nessun libro di cucina.»
«Una ricetta segreta, capisco.» Finalmente parliamo di un argomento serio e giusto, era ora. «Come ha fatto a tenerli in tasca senza che si rompessero e senza nessuna confezione?»
«Non sarei ciò che sono se non sapessi fare una cosa del genere non ti pare?»
Ci risiamo! Alzo gli occhi al cielo esasperato dal suo comportamento e scelgo di concentrarmi su quello che in realtà non le ho ancora chiesto.
«È stata Bessy a dirle del corso di pasticceria?» Adesso sono pasticciere in un negozio molto rinomato in città mentre la mia ragazza lavora in un ristorante molto famoso, abbiamo inseguito i nostri sogni partendo dal basso e sono fiero di entrambi, alcune volte ci piace ancora preparare insieme i dolci a casa nostra, ma sono certissimo che non mi abbia mai nominato questa assurda persona, me ne ricorderei di certo.
«No di certo» risponde lei quasi oltraggiata dal mio suggerimento. Non mi dà il tempo di aggiungere altro perché si ferma di colpo. «Ecco, siamo arrivati.»
Non so precisamente cosa mi aspettassi, ma di certo non uno spazio dedicato ai più piccoli per fare la foto con Babbo Natale e chiedergli cosa vuole per Natale.
«Sta scherzando vero?»
«Non ti ho forse detto che gli dovevo un favore? Mio fratello è sempre piuttosto insistente quando deve riscuotere un debito quindi eccoci qui.»
«Suo fratello?»
«Alcuni pensano che siamo sposati, ma in realtà siamo consanguinei» spiega tranquilla mentre raggiungiamo Babbo Natale.
Naturalmente ha la barba finta e non avrà alcun bisogno degli occhiali, persino la risata idiota che deve pronunciare a ogni bambino non vale niente eppure i suoi occhi brillano di felicità mentre mi guarda con attenzione.
«Billy! Che piacere vederti. Spero che mia sorella non ti abbia torturato troppo, vedi lei è buona solo con i bambini e gli adulti li tratta sempre male.»
«Sono qui e ti sento!» sbotta furente la vecchia pazza. «Smettila di parlare come se non ci fossi»
«Che ti dicevo?» Scoppia a ridere per nulla intimorito da quelle urla isteriche e io li fisso sempre più perplesso.
«Che ci faccio qui?» In realtà è una domanda che pongo per prima a me stesso, che diavolo mi è preso di seguire quella psicotica non me lo spiego ancora. 
«Per ricevere il tuo regalo ovviamente.» Babbo Natale mi sorride incoraggiante, io resto fermo fissandolo con astio.
 
                              
«È uno scherzo davvero di pessimo gusto. State riprendendo da qualche parte? C’è una telecamera nascosta in giro? Me ne vado!»
«Non sei nemmeno curioso del tuo regalo?»
«No!» esclamo con veemenza. Me ne infischio se sto alzando la voce e qualcuno dietro di noi mi sta ascoltando, forse penserà che lo squilibrato sono io, ma a questo punto lo sono davvero vista la situazione ridicola in cui mi trovo.
Volto le spalle a tutti deciso ad andarmene, sono pronto a spingere con forza la vecchia se tenta di fermarmi, ma evidentemente ha capito di aver oltrepassato il limite perché resta immobile. È Babbo Natale a parlare e non si tratta della sua voce quanto di quello che dice a bloccarmi sul posto.

«Caro Babbo Natale,
so che troverai strano ricevere due lettere da me, ma ti assicuro che non è un errore. Vorrei che stracciassi la prima lettera fingendo di non averla mai ricevuta, quello che ti avevo chiesto non lo voglio più e non perché sono un bambino che cambia idea, ma perché non desidero più regali. Si tratta di una cosa diversa e solo tu puoi accontentarmi. Faresti tornare i miei genitori per Natale? Senza di loro questa festa sarà tristissima, ti prometto che mi comporterò bene e farò il bravo.
Billy
 
                           

Non sono bene come sentirmi quando la lettura di quella letterina termina. Vorrei poter dire che è passato troppo tempo e che quindi non sono sicuro sia la mia, ma mentirei a me stesso e non l’ho mai fatto.
Guardo l’uomo che mi sta fissando con compassione e la rabbia prende il sopravvento a tutti i sentimenti che sto provando in questo momento e sono decisamente tanti.
«Cosa diamine significa tutto questo?»
«Ci sono delle cose che io non posso fare» risponde tranquillo lui. «Nonostante i bambini mi credano onnipotente, non ho il potere di realizzare tutti i desideri. Mi dispiace tantissimo, ma purtroppo persino io ho dei limiti.»
«Non ti ho chiesto spiegazioni senza senso, voglio la verità e la voglio adesso.»
Babbo Natale si gira per rovistare nel sacco che scenografico serve a intrattenere quei mocciosi urlanti e mi porge una scatolina con un fiocco rosso.
«Non ho scelto di farti ascoltare quella lettera per riportare a galla i brutti ricordi, ma per ricordarti che c’era un tempo in cui amavi il Natale e che i tuoi genitori avrebbero voluto lo festeggiassi con allegria in loro onore.
Erano due persone che amavano viaggiare per lavoro, ma amavano anche te e quello che accadde fu solo un brutto incidente»
«Basta! Non voglio ascoltare altro!»
«Ti sei chiuso nel tuo lavoro convincendoti che il Natale non aveva alcun senso senza di loro, hai pensato che essere felice in questo giorno significava dimenticarli, ma ti sbagliavi. Odiando il Natale e diventando un Grinch fai un torto alla loro memoria ed è per questo che desidero offrirti il regalo che volevano darti, penso che prima non avresti accettato questo dono, ma adesso che c’è una luce diversa nella tua vita. Ora che Bessy riesce a illuminare il tuo cammino sei pronto.»
Spinge la scatoletta verso di me, ma faccio un passo indietro senza osare toccarla come se fosse contaminata.
«Non resterò un minuto di più ad ascoltare le parole di un demente. Non ho idea di come facciate tutti e due a sapere fatti privati della mia vita, ma ne ho abbastanza di entrambi.»
Non aspetto le loro repliche, non mi volto a guardarli, ma marcio a passo spedito verso la libreria.
 
                         
Il cuore pompa nel petto come non succedeva da troppo tempo, ho il respiro così affaticato che temo un infarto imminente se non riesco a calmarmi. Ma come posso riuscirci dopo tutto quello che è successo?
Dare una spiegazione logica a ciò che è appena accaduto, è impossibile, sono forse impazzito davvero?
«Billy.»
La voce di Bessy riesce a dissipare almeno per un attimo la rabbia che avverto in ogni fibra del mio corpo. La guardo sorridente mentre mi mostra due buste piene di acquisti.
«Scusa se ci ho messo tanto, ma ho deciso di auto regalarmi un libro,  sappi che qui dentro c’è anche una cosina per te perciò non provare a sbirciare.»
La pazza ha detto la verità, la mia ragazza mi stava davvero comprando un regalo.
«Conosci una vecchia con un fazzoletto tra i capelli, un bastone e vestita con un abito troppo leggero? Era più o meno alta così»
«Sembra mi stai descrivendo la Befana» risponde divertita. Io non lo sono per niente, il cuore ricomincia la sua folle corsa.
«Billy? Tutto bene? Sei diventato pallido, vuoi sederti?»
Non rispondo, infilo le mani in tasca per calmare il tremore arrivato all’improvviso. La mano destra tocca qualcosa di duro e lo tiro fuori perplesso non avendo alcuna idea di cosa sia. Poi lo riconosco dal fiocco rosso e boccheggio senza fiato.
«Anche tu hai preso un regalo!» Bessy sembra felicissima, ma si accorge di qualcosa che non va perché la sua espressione diventa preoccupata. «Mi stai facendo spaventare, che succede?»
«Apri la scatola per favore.» La mia voce è tremolante, ma non riesco a farne a meno. Bessy posa le buste a terra mentre obbedisce, intorno a noi quelle stupide musiche di Natale sembrano essere aumentate di volume e c’è ancora troppa confusione, ma non sento niente perché la mia attenzione è focalizzata sul pacchetto e su quello che c’è dentro.
 
                             
«È un cappello da chef» rivela Bessy con un sorriso. «La taglia è piuttosto piccola però è bellissimo non trovi? Guarda, c’è anche il tuo nome qui sopra, cosa significa?»
Non riesco a parlare, per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo lacrime silenziose solcano le mie guance e mi rivedo bambino quando dicevo ai miei genitori che un giorno sarei diventato un cuoco importante. Mi avevano anche regalato una cucina giocattolo tutta per me, erano convinti che sarei riuscito a realizzare il mio sogno e avevano ragione. Se oggi sono un pasticciere apprezzato è merito loro, hanno sempre creduto in me e quel cappello personalizzato lo dimostra.
«Billy.» Bessy mormora il mio nome preoccupata, forse anche spaventata, ma io invece mi sento benissimo per la prima volta dopo anni. La stringo forte e le bacio la testa.
«Ti amo.»
Da quando stiamo insieme è solo la seconda volta che pronuncio queste parole. Odio le smancerie inutili, preferisco dimostrare con i fatti ciò che provo, Bessy mi ha sempre accettato per ciò che sono, il sorriso colmo d'amore me lo conferma.
«Lo so, però è bello sentirselo dire. Mi vuoi dire che succede?»
«Credo di essermi svegliato da un sonno che è durato troppo, penso sia arrivato il momento di festeggiare il Natale come si deve quindi adesso andiamo a comprare un albero.»
«Un albero?» Non credo di averla mai vista così sconvolta e scoppio a ridere divertito.
«Un albero enorme per la nostra casa, come hai sempre voluto. È arrivato il momento di seppellire le ombre del passato.»
«Non credo di capire»
«Ti racconterò ogni cosa te lo prometto, ma prima ho bisogno di baciarti.»
Catturo le sue labbra come un affamato, mi nutro della sua luce e rinasco soltanto adesso.
Mormoro un ringraziamento silenzioso a Babbo Natale e la Befana e mi sembra di sentire dei campanelli nell’aria che mi stanno salutando.

                                  

Siamo giunti alla fine e posso dirlo: adoro scrivere racconti natalizi! Adoro la magia del Natale, adoro tutto ciò che ruota intorno a questa festa quindi ho adorato scrivere questa piccola storia.
Spero che vi sia piaciuta, ma come sempre vi aspetto nei commenti

                                              

   Copyright @ 2024 Susy Tomasiello

Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

 


6 commenti:

  1. È evidente quanto tu ami le storie natalizie, e hai dato vita ad una storia davvero carina, dolce e toccante. Anche se è un racconto breve, è stato bello vedere il cuore di Billy, ferito da un evento tragico, toccato dall'amore. Ho adorato la Befana immensamente 😂
    Mi piace sempre leggere ciò che scrivi, tanti complimenti Susy!

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    1. Sei sempre un grande tesoro Serena, grazie! E ti confesso che anch'io ho adorato la Befana ahahah

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  2. Ti sembra strano che Bessy mi abbia fatto pensare a te? ❤️ In lei ho rivisto la tua stessa passione per il Natale, che è un periodo speciale proprio come te! Il racconto mi è piaciuto molto, l'ho trovato una piccola chicca piena di sentimenti positivi, di speranza, di amore. Se c'è un momento buono per cambiare chi siamo e l'atteggiamento che abbiamo nei confronti del mondo, beh, Natale è proprio quello giusto e questo racconto incarna alla perfezione questo spirito! Ti abbraccio, Norah 🎄🎅

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    1. Bessy avrei voluto avesse più spazio proprio per la passione per il Natale ma era giusto dare l'attenzione a Billy. Hai ragione quando dici che il momento buono per cambiare è proprio questo, hai decisamente catturato l'essenza della mia piccola storia, grazie sempre

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  3. Questo racconto è dolce quanto te. Si vede riflessa tutta la gioia che provi nello scrivere racconti di Natale. Mi sa che devo prepararmi con i fazzoletti alla mano prima di continuare le letture di dicembre. Il tuo è stato il primo e già il magone in gola si è presentato indefesso. Che dire... c'è verità, gioia e ilarità in questa piccola storia. E' un gioiellino. Ho adorato la Befana, ma davvero un sacco. E anche Billy che impersona il Grinch non poteva essere descritto meglio. Il colpo di grazia dato da Babbo Natale, non ha lasciato scampo alla mia commozione! Sei stata brava a coadiuvare tutti questi elementi.
    Commento tecnico. Avrei messo qualche virgola in più nelle frasi più lunghe, in modo da rendere ancora più fluida la lettura.

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    1. Le virgole sono il mio punto debole dopo i refusi ahaha e già che qui non ne hai trovati mi rende soddisfatta. Grazie per le tue parole, sono contenta che il mio amore per il Natale si sia riversato in chi lo legge perchè amo lo spirito natalizio e per me questa tematica è stata una delle più belle soprattutto poi far parlare la Befana, esilarante. Grazie ancora

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