lunedì 1 dicembre 2014

Recensione: Nebbia di Paradiso di Junius Podrug


Trama


Nel corso di una missione sull'Himalaya, un giovane pilota della RAF scompare nel nulla con il suo aereo. Trent'anni dopo, il reporter Peter Novak, vuole scoprire la verità sul destino di quel padre che non ha mai conosciuto. Ma quando giunge a Londra dalla nativa California nessuno è disposto a prestargli aiuto: gli uffici governativi gli oppongono un muro di silenzio e i servizi segreti gli intimano di sospendere le ricerche. Cosa che lui non ha nessuna intenzione di fare, soprattutto dopo essersi imbattuto in una bellissima ed engmatica ragazza che, fuggendo da invisibili nemici gli ha lasciato una borsa dal contenuto sorprendente.

Questo libro mi ha colpito moltissimo, l'ho letto tre volte e mi è piaciuto molto.
L'ho comprato perchè attirata dalla trama anche se non conosco lo scrittore e devo dire che non sono rimasta delusa.

La storia d'amore di Peter e Tashi è molto bella, il loro è un amore a prima vista quando si vedono tutti e due rimangono senza parole e il mondo intorno a loro sembra sparire come se fossero rimasti da soli.
Tashi ha un'educazione orientale ed è convinta che il loro legame sia legato al kismet quello che noi chiamiamo destino e che loro in una vita passata già si conoscevano.
Peter che ha un'educazione decisamente occidentale è convinto che quella sia la donna della sua vita e fa di tutto per rintracciarla sebbene di lei non conosca nulla nemmeno il suo nome.
Lui va avanti nella sua ricerca di scoprire che fine ha fatto suo padre, l'uomo che sua madre ha amato fino alla fine dei suoi giorni e che lui non ha mai conosciuto. Ciò che Peter non sa è che dietro la morte di suo padre è nascosto un segreto nascosto da anni in cui lui si troverà suo malgrado coinvolto.
Tashi è stranamente legata a un uomo che si fa chiamare Zhdanov un uomo dagli occhi verdi freddo e distaccato che da lei vuole una sola cosa la strada per Shambala luogo sacro e sconosciuto a molti ma per per lui rievoca molti ricordi poco piacevoli.
Tashi si rifiuta di farlo almeno finchè non si rende conto che se non lo fa, Peter potrebbe morire, pur di salvargli la vita accetta di portare quell'uomo nel luogo in cui è nata e cresciuta e che ha abbandonato solo per scoprire cosa c'era al di fuori nel Paradiso Occidentale come lei ama chiamarlo.
Tashi è l'ultima Tashivaana così come spiega nel corso del libro, una vera divinità per i Tibetani ma quando il suo villaggio è stato attaccato lei si è trovata catapultata in un mondo totalmente diverso ma lei non perde mai la voglia di combattere soprattutto perchè come Peter anche lei è alla ricerca delle sue vere origini.
Scopre che la Tashivaana che l'ha preceduta era sua madre e che suo padre era un pilota scozzese, un pilota che risponde al nome di Duncan lo stesso padre che Peter ricerca disperatamente.
Temendo che il loro possa essere un incesto si allontana bruscamente dall'uomo di cui si sta innamorando ma poi grazie a una guida tibetana che conosceva sua madre scopre che Duncan e sua madre si conoscevano ma non è lui suo padre.
Per me potrebbero benissimo farci un film su questo libro per la quantità di scene d'azione in cui è descritto e per la bella trama con cui è fatto, ho molto apprezzato i due personaggi che mi sono piaciuti sin da subito entrambi.
Decisamente un ottimo libro che ti fa venire voglia di leggerlo tutto per sapere come andrà a finire, ci sono molti colpi di scena e sembra che stia per risolvere il tutto invece le cose sono ben diverse.

Valutazione 4/5












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