sabato 5 giugno 2021

Rubrica: Storytelling Chronicles: Il posto migliore al mondo di Susy Tomasiello

Buondì amici lettori e buon sabato.
Come di consueto, l'appuntamento di questa giornata blogger è dedicata alla scrittura e quindi a un nuovo appuntamento con la rubrica dei racconti a cui adoro partecipare mese dopo mese: la Storytelling Chronicles. 

Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog  La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish Kingdom
L'argomento di questo mese era utilizare tre elementi: libri, madre e lavoro.
Il tema mi ha così appassionato che ci ho preso la mano e infatti ho dovuto contenermi per non farlo diventare troppo lungo. 
Adesso aspetto curiosa i vostri commenti, buona lettura.




«Posso...
«Sst!»
«Almeno si può...»
«Sst!»
«Ma davvero...»
«Insomma riesci a stare zitto per più di tre minuti!» esplodo arrabbiata. «Forse era meglio se non mi seguivi visto che non ce la fai a restare in silenzio».
«D’accordo» cede Marco alzando le braccia. «Bocca cucita, promesso». Si passa un’immaginaria chiusura sulle labbra sigillate e, nonostante ce l’abbia ancora con lui, reprimo a stento una risata.

Silenziosi continuiamo a seguire mia madre senza che ci veda, non è difficile visto che il centro è ricco di persone che vanno a fare compere. In un altro momento mi guarderei con più attenzione intorno per capire se ci sia qualcosa d’interessante da portare a casa, sono una collezionista di robe strane come dice sempre la mamma, ma mi piace costruire delle cose belle con i pochi mezzi a disposizione anche quelli che la gente di solito getta nella spazzatura. Adesso però non ho tempo, la mia concentrazione è tutta per la mamma che cammina tranquilla come se non avesse appena mentito apertamente guardandomi negli occhi.
Sono più che sicura che nei quattordici anni di vita non l’abbia mai fatto e allora perché proprio stamattina? L’ho sentita dire a mio padre che sarebbe rimasta a casa a pulire e invece è uscita vestendosi con meticolosa cura, dove sta andando e per quale motivo ha raccontato una bugia? Negli ultimi giorni è strana, stanca e sono certa nasconda qualcosa.
Sono così concentrata sulla mamma che percorrere una strada a lei familiare, che mi rendo conto in ritardo di essere in una zona della città in cui non sono mai stata. La provincia di Salerno in cui abitiamo non è enorme, eppure io frequento sempre gli stessi posti e mi sembra strano che mia madre invece vaghi oltre, lei che è una casalinga da sempre. Mi fermo di botto quando realizzo dove è appena entrata: una libreria.
«Sicura che non ti abbia detto che voleva comprare un regalo?» chiede Marco al mio fianco. Era venuto per chiedermi di fare una passeggiata approfittando della bella giornata di questo sabato primaverile, ma l’ho coinvolto in questo pedinamento e adesso non so cosa dire. I nostri padri si conoscono da anni e frequentiamo spesso casa l’uno dell’altra, conosce bene la passione di mia madre per i libri, ma vederla lì all’oscuro di tutti è stranissimo.
«Entriamo», propone e quando non rispondo, aggiunge: «vuoi scoprire cosa ti nasconde giusto? L’unico per scoprirlo è vedere cosa ci fa lì dentro».
Mi prende per mano e io lo lascio fare sentendomi ancora stranita. In un altro momento avrei apprezzato di più quel luogo che profuma di libri, mia madre è riuscita a trasmettermi la sua stessa passione ma adesso l’unica cosa a cui riesco a pensare è il motivo per cui ci troviamo qui.
Io e Marco ci nascondiamo dietro alcuni scaffali e riusciamo a vederla mentre parla col proprietario, non sembra sia la sua prima volta vista la confidenza con cui chiacchierano e io sono sempre più incredula.
«Adriana» mormora il mio amico accanto. «Non diventare come Agatha Christie per favore, tua madre ama tuo padre lo sai
Amo leggere libri gialli, è una passione che coltivo fin da piccola ed è stata proprio mia madre a “convertirmi” a questo genere. Divoriamo insieme libri su libri e la nostra autrici preferita è Agatha Christie anche se ne leggiamo parecchi, ogni volta che parliamo di un libro appena letto mi sembra di riviverlo pagina dopo pagina e adoro quei momenti solo nostri in cui papà interviene solo lo stretto necessario. Lui legge solo il giornale dello sport e proprio non capisce che invece i libri sono un mondo a parte, ho sempre pensato che i libri fossero qualcosa di meraviglioso che mi legava alla mamma, ma adesso non ne sono più tanto convinta.
«Adriana» ripete Marco pungolandomi un fianco. «Dovresti parlarle».
«Per dirle cosa?» sbotto arrabbiata. «Non erano paranoie le mie, sono giorni che è strana e adesso guarda!»

Non riesco a smettere di fissare mia madre che si lascia abbracciare dal proprietario di questo negozio. Razionalmente so che il mio ha ragione e che i miei si amano, ma ho letto abbastanza libri gialli da sapere che tutte le persone nascondono qualcosa, soprattutto quelli che non ti aspetti.
«Andiamo».
Non faccio in tempo a capire cosa sta facendo che Marco mi tira per un braccio proprio davanti al balcone dove i due sono ancora così stretti che sento una morsa al cuore forte. Scuoto la testa con vigore, ma Marco finge di non notarlo.
«Ti conosco e rimuginerai troppo su qualcosa che hai solo visto, quindi le parlerai». Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma è fatica sprecata: da quando è diventato così forte e come mai io non me ne sono mai accorta?
«Buongiorno» esordisce col suo miglior sorriso Marco, quello che lo fa essere simpatico a tutti anche agli adulti e io vorrei strozzarlo con le mie mani, niente m’impedisce di farlo dopo quando sarò libera di muovermi.
La mamma e quel tipo che dovrebbe lasciare in pace una donna sposata si separano bruscamente quasi colpevoli e io mi sento sempre più arrabbiata. 
«Cosa sta succedendo?» 
«Forse è il caso che parli con tua figlia mentre io mi occupo dei clienti». La voce maschile a me sconosciuta è gentile, ma non voglio nemmeno guardarlo, mi accontento che ci lasci soli e affronto la mamma a testa alta sebbene dentro di me stia tremando.
«Niente bugie mamma, voglio sapere da quanto tempo dura».
«Un mese» rispose lei con voce bassa, non sembra nemmeno la sua e la mia furia aumenta a quella confessione così tranquilla.
«Un mese?» ripeto incredula. «Sei stata davvero brava a tenere nascosto questo tradimento per un periodo così lungo, ma a giudicare dalla tua faccia non sei nemmeno felice. Cos’è hai capito che non ti tratta bene come l’uomo che ti ha sposato e che non merita le tue bugie?»

«Adriana!» esclama paonazza in volto. Mi accorgo in ritardo che alcune persone attorno a noi hanno assistito al mio sfogo, ma in questo momento è l’ultimo dei miei problemi, continuo a fissare la donna che credevo di conoscere.
«Sei una bugiarda» commento risentita, faccio un passo avanti ma lei è veloce ad afferrarmi la mano.
«Non uscirai da questo negozio se prima non mi avrai ascoltato è chiaro?» Adesso la voce è quella che conosco benissimo, autoritaria e anche arrabbiata ma se crede che cederò così facilmente si sbaglia. Apro la bocca pronta a ribattere che non voglio sentire niente, ma lei è ancora una volta più svelta.
«Sì, ho mentito» ammette senza chinare lo sguardo. «Non ho detto a nessuno che vengo qui da un mese, ma non tradisco mio marito né mai lo farò. Incolparmi di un crimine così meschina è un’accusa orribile soprattutto se a pronunciarla è mia figlia. Io ci lavoro qui Adriana e lo faccio perché tuo padre ultimamente sta avendo dei problemi al lavoro e le cose non vanno bene. Ho deciso di aiutarlo e lo faccio a sua insaputa perché se scoprisse di non essere più in grado di provvedere alla sua famiglia andrebbe in paranoia e io lo amo troppo perché accada.
Sono stata assunta da Carlo, un vecchio amico, che mi permette di venire agli orari in cui posso farlo. È una persona molto gentile ed è sposato felicemente, anche se forse quest’ultima osservazione potevo evitare di aggiungerla, ma pare che per te sia importante giusto?»
Sono paralizzata dallo shock, non riesco più a recuperare le mie corde vocali eppure mi sono sempre vantata di essere una ragazza con una parlantina sciolta ma adesso non so più che cosa dire.
«L’ho sempre detto che leggere troppo Agatha Christie faceva male» sentenzia Marco spezzando quel silenzio teso con il suo solito umorismo. «Non è meglio Ken Follet?»
«Non offendere Agatha» rispondiamo in coro io e mia madre. Lo facciamo in automatico come ogni volta che Marco parla male della nostra scrittrice preferita, ma adesso sembra strano e io mi sento terribilmente in colpa.
«Non immaginavo che le cose andassero male, perché non mi hai detto niente? Io... io mi dispiace tanto mamma, non volevo dire quelle cose io.... ma adesso sembra strano e io mi sento terribilmente in colpa.
«Vieni qui». La donna che amo più di chiunque altro al mondo allarga le braccia interrompendo quel flusso confuso delle mie scuse idiote e io mi lancio spedita lasciandomi stringere forte e come tutte le volte mi sento meglio e in pace con me stessa.
«Mi dispiace» ripeto in colpa. «Sono stata...»
«Va bene così» m’interrompe lei accarezzandomi i capelli. «Avrei dovuto parlartene, a volte dimentico che la mia piccola bambina sta crescendo».

                           

«Le cose vanno così male?» domando preoccupata.
«Diciamo che papà si sta sollevando piano piano, ma non voglio che troppe cose pesino sulle sue spalle e poi, guarda questo posto: non è meraviglioso?»
Per la prima volta mi permetto di osservare meglio quello che mi circonda e vengo avvolta dal profumo della carta che amo, dai posti meravigliosi in cui portano tutti quei libri, alle meraviglie che nascondono quelle pagine e ai numerosi scaffali che raccolgono qualcosa di unico, speciale e magico che aspetta solo di essere vissuto.
«Sì» confesso con gli occhi che mi brillano. «È un sogno».
«L’ho pensato anch’io di essere stata fortunata non appena ho messe piede qui dentro» ammette la mia con la mia stessa espressione sognante.
«Non vorrei interrompere, ma ho bisogno di una mano». L’uomo che fino a pochi minuti fa avrei voluto strangolare, adesso lo guardo con occhi diversi e mi vergogno un po’ ad aver pensato male di lui e della mamma che si stacca da me con riluttanza.
«Devo tornare al lavoro tesoro, tu guardati pure intorno e per favore...»
«Non dirò niente a papà» le prometto. So quanto possa essere permaloso mio padre sul fattore uomo di casa e capisco perché la mamma gliel’abbia tenuto nascosto.
«Puoi dirlo».
Marco mi pungola un fianco mentre osservo mia madre che si occupa di alcuni clienti e Carlo prende il suo posto dietro la cassa, mi giro a guardare il mio amico confusa.
«Dire cosa?»
«Che avevo ragione ovvio, che sono il più grande amico del mondo naturalmente e che senza di me saresti in un mare di lacrime con tanta rabbia repressa credendo assurdità fasulle invece grazie al mio divino intervento sei felice e contenta ed è tutto merito tuo».
«Ti dai un sacco di arie» l’ammonisco restituendogli la spinta. «Ma sei un buon amico grazie». Mi sollevo sulle punte per baciarlo sulla guancia e mi sembra quasi che lui arrossisca per la prima volta da quando lo conosco dopo quella manifestazione d’affetto spontanea, di riflesso arrossisco anch’io e non so bene perché di colpo l’imbarazzo mi assale, anche questo è assurdo perché con Marco non mi era mai successo prima.
«Devo... devo dire una cosa alla mamma, penso che mi è venuta un’idea» decido facendo qualche passo indietro e ignorando la strana sensazione alla bocca dello stomaco che provo. Mia madre sta ancora consigliando a due ragazzi dei libri da regalare quando faccio dietrofront e vado a parlare con Carlo aspetto che abbia finito di dare gli scontrini a una coppia e decido di sfruttare la mia famosa parlantina.


            

Un mese dopo

«Sei davvero perfetta per questo lavoro e sono davvero felice che hai deciso di assumerti la responsabilità di svolgerlo nei fine settimana. Spero che la tua promessa di non trascurare la scuola valga ancora».
«Certo papà, il nostro accordo è al sicuro».
Mio padre annuisce come confortato dalle mie parole e dentro di me esulto perché ho finalmente la sua approvazione. Ho deciso di subentrare al posto di mia madre quel giorno in cui l’ho sorpresa, ancora mi vergogno per i pensieri che mi sono venuti quel giorno: che stupida sono stata!
Il lavoro di papà va meglio e la mamma ha potuto smetterla di preoccuparsi dei soldi, anzi sfruttando la nostra passione comune abbiamo ottenuto la possibilità di organizzare gruppi di lettura ogni lunedì. Carlo è entusiasta del successo che abbiamo ottenuto e non ho mai visto la mamma così felice, lavorare qui le mancava lo so e invece adesso è di nuovo allegra, se n’è accorto anche papà e, infatti, si offre di accompagnarla ogni volta sebbene i libri continuino a non piacergli tanto, questo è vero amore e adoro vederlo nei loro occhi.
«Trovare la libreria di Carlo è stata una pura fortuna e sono contenta che il tuo spirito di osservazione ti abbia portato qui» aggiunge lui.
Faccio una smorfia al pensiero che lui sappia tutto, la mamma alla fine ha confessato ogni cosa e anche qui papà mi ha sorpreso dichiarandosi fiero delle sue ragazze, è andata meglio del previsto e questo ha sollevato il morale a tutti.
«I clienti ti aspettano certo, ma temo che dovrai dare la precedenza a uno di loro» mi sussurra all’orecchio. Sto per chiedere a cosa si riferisce quando Marco mi saluta con la mano e io sorrido come una stupida. «Mi piace quel ragazzo», aggiunge papà con aria tranquilla, «ma penso che dovrò fargli un bel discorsetto se continuate a guardarvi in questo modo, ha intenzioni serie?»
«Papà!» esclamo rossa in viso e lui alza le spalle come se non mi avesse appena messo in imbarazzo.
«Sono stato giovane anch’io le so queste cose e guardo tua madre allo stesso modo ancora adesso, parlerò con quel ragazzo e mi raccomando niente baci in mia presenza: è vietato».
Ho le guance in fiamme, forse anche le orecchie e il collo e decido di non rispondere per evitare il mio corpo intero diventi troppo rosso. Dovrò dire alla mamma di parlargli prima che abbia voglia di sotterrarmi da qualche parte, non so nemmeno io cosa porterà il futuro a me e Marco. So solo che insieme stiamo bene e solo di recente stiamo scoprendo di piacerci ancora di più ma di certo questo a mio padre non lo dirò mai, è troppo personale, forse dovrei leggere un libro che tratti questo argomento sono sicura che troverei delle risposte adeguate. Sì, farò così decido più sollevata. Amo questo posto e Carlo mi permette di prendere in prestito tutti i libri che voglio, molti li compro e sto arricchendo la mia libreria sfruttando lo sconto dipendenti. È un sogno lavorare qui, è il mio posto preferito al mondo e penso che lo farò per il resto della mia vita.
I libri sono magia.
I libri sono l’aria che respiro.
I libri sono viaggi.
I libri sono tutto e io voglio viverne in mezzo a loro per sempre.

                       

E siamo giunti alla fine, allora cosa ne pensate?
Vi aspetto nei commenti!

                                               

Copyright @ 2021 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

 

 


6 commenti:

  1. Ciao Susy! Molto interessante questo tuo racconto :) Hai usato il tema perfettamente e creato una storia molto dolce, nonostante i dubbi iniziali sul possibile tradimento della madre. Sei riuscita a sviluppare i diversi personaggi creando un racconto che si legge tutto d'un fiato, molto scorrevole e leggero ma con un bel significato. Brava brava! :)

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    1. Grazie mille Steph.
      Sì, in effetti sono usciti fuori tanti personaggi troppi e mi sono dovuta limitare perché altrimenti sarebbe stato troppo lungo ma sono contenta che anche così ti sia piaciuto

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  2. Ciao Susy! Che bella storia hai creato: semplice, dolce e molto d'effetto! Tutto l'amore per i libri è racchiuso in queste due parole, e pure le tematiche della madre e del lavoro sono ben interpretate. Mi è piaciuto anche il fatto che tu abbia parlato di famiglie in difficoltà perché non esiste solo l'idillio: è nei momenti più difficili che si comprende cosa vuol dire volersi veramente bene. Sinceramente non l'ho trovato un racconto lungo, anzi, è molto scorrevole e piacevole. Non c'è posto migliore di un rifugio tra i libri!
    Complimenti, mi è proprio piaciuto! 🤗

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    1. Grazie mille Silvia.
      Sono contenta che ti sia piaciuto, pensavo di essermi dilungata troppo invece mi solleva sentirti dire che non è troppo esagerato.
      E' stato divertente scriverlo lo ammetto

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  3. Ciao. hai rispettato il tema benissimo direi. Hai creato una storia carina, divertente e con un messaggio importante sia per quanto riguarda i libri sia per il fatto di chiarire subito le situazioni un po' complicate, perchè a volte si rischia di fraintendere e creare ancora più problemi. E' una storia che secondo me insegna molto, quindi i miei complimenti per averla scritta.

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    1. Hai ragione, a volte si creano equivoci gravi che portano a situazioni assurde e volevo evitarlo.
      Mi fa piacere ti sia piaciuto, grazie Christine

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