lunedì 23 giugno 2025

Recensione: Figlie selvagge di Cinzia Giorgio

Buon lunedì amici lettori.
Oggi torna sul blog Cinzia Giorgio.

Ringrazio Rizzoli per la copia.


Trama
Benevento, 1630. Corre, Bianca, attraversa il bosco col fiato in gola per tornare a casa. Conosce a menadito il sentiero, eppure avverte una presenza tra gli alberi: qualcuno la sta seguendo, ne fiuta nell'aria il sentore sgradevole. Non deve cedere alla paura, si dice, anche se proprio lì vicino sono state aggredite delle ragazze, e del vero colpevole non c'è traccia. Anzi, in città serpeggia la convinzione che siano state le janare, donne che - come lei, sua madre e sua sorella Maria - vivono ai margini di Benevento, conoscono i segreti delle piante e li usano per curare i malati. Per il protomedico della città, Pietro Piperno, le janare sono creature del diavolo: streghe, insomma, contro cui invoca l'intervento della Chiesa. La sua ossessione per loro si nutre del desiderio, non corrisposto, che prova per Maria. Così, quando lei sparisce, Bianca si troverà da sola a cercare la verità sul mistero della sua scomparsa. Anche lei è in pericolo ma è determinata a inseguire un destino di libertà e d'amore con un'unica e potente arma a disposizione: la sorellanza. 

Cinzia Giorgio è sicuramente una penna da conoscere e se non l'avete ancora fatto vi consiglio di recuperare le sue storie.
Quando ho visto che avrebbe pubblicato questo libro la mia curiosità è salita alle stelle perchè si tratta di un argomento molto particolare, forse non da tutti conosciuto, ma che io ho trovato vicinissimo a me.
Benevento, San Lupo e le janare sono i tre elementi che sono stati per me sentore di casa per motivazioni personali e familiari. Sì perché io sono nata a Napoli, ma i miei nonni erano di Benevento e San Lupo è un luogo che conosco molto bene.
Con una scrittura fluida, attenta e precisa nei dettagli Cinzia è riuscita a portarci indietro nel tempo tessendo la storia di donne coraggiose, non sempre sfortunate che hanno un cuore buono.
Si nota tantissimo la ricerca dell'autrice che ha svolto per narrare credenze popolari realmente esistite, alcune forse ancora oggi credute, ma con quel tocco di licenza poetica che un'autrice brava deve saper usare per infilarsi in qualcosa di vero e renderlo realistico. In questo Cinzia è brava, l'ha dimostrato in altri libri e qui più che mai perchè mi è sembrato di essere nel passato con loro, di soffrire e gioire insieme a loro, di sperimentare ciò che provavano i vari personaggi ma anche di provare rabbia e tristezza da lettrice impotente quando le cose non sono andate nel verso giusto.
Alla fine c'è speranza, c'è salvezza e si riesce a tirare un sospiro di sollievo, ma viene da pensare a quanto a volte la natura umana sia marcia dentro, sia crudele e spietata e a a come i pregiudizi possano rovinare ogni cosa, soprattutto di quello che non conosciamo.
                                        
Rosa è donna che tutti conoscono, la medichessa la chiamano perché aiuta le persone a curarsi, a guarire, a partorire e lo fa con erbe, mescolando ingredienti giusti e donando pace all'ammalato. Ha due figlie Maria e Bianca a cui ha insegnato ogni cosa, vive con loro nel bosco conducendo una vita tranquilla, semplice e a volte anche povera, ma sono felici così nonostante le dicerie che girano sul suo conto lei è soddisfatta di ciò che svolge con dedizione e passione.
E poi arriva Pietro Piterno.
Ecco lui è un personaggio odioso, una persona così limitata che mi ha fatto innervosire più volte. Lui detesta Rosa e le sue figlie, o almeno è ciò che lascia credere perchè per Maria, così bella e irraggiungibile non prova affatto odio e questo lo destabilizza perchè lui considera Rosa e le sue cure nocive per l'uomo, lui che consoce i rimedi medici e sa che quelle erbe sono inutili e se ne convince così tanto che afferma questa verità con tale veemenza da esserne ossessionato.
Come si può fare del bene e additate come portatrici del male?
Per fortuna non tutte la pensano come Piterno perchè sul loro cammino le tre donne incontrano persone giuste che credono nella loro buona fede e le aiutano come possono.
E' stata una lettura intensa, coinvolgente, che mi ha appassionata pagina dopo pagina, che mi ha fatto arrabbiare, intristire, ma anche rallegrare perchè la vita non è stata sempre giusta con queste donne eppure la loro bontà è rimasta intatta e il desiderio di aiutare gli altri non è mai cambiato.
Bianca è la mia preferita, la sua forza d'animo è sorprendente. La vediamo crescere, maturare, ma conservare la sua bontà nonostante tutte le cose brutte che le capitano, è un personaggio che non puoi non apprezzare e che vorresti abbracciare nei momenti più bui sebbene lei sappia sicuramente badare a se stessa.
E' una storia diversa, ma bella, ben scritta, ben raccontata che mostra le debolezze e le forze dell'essere umano, che serve a riflettere su come a volte ciò che non conosciamo ci spaventa, che ci aiuta a capire come un cuore buono possa dare tanto quando è apprezzato.

Valutazione 4/5

                                              

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