Novembre sta quasi per finire ma prima di salutarlo, ci sono ancora un pò di cose di cui devo parlarvi. Oggi per esempio ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dell'ultimo libro di Valentina Piazza. Ho letto il suo precedente lavoro Tesoro di Scozia (cliccare sul titolo per la recensione) e mi era molto piaciuto. Ecco perchè ho accettato con piacere di ospitare questa tappa del suo nuovo libro.
Come vedete dal calendario la mia tappa riguarda un argomento molto particolare e anche affascinante: La vita dei marinai.
Dicembre, 1900. James Ducat è il sovrintendente al faro dell’isola di
Eilean Mor; lo accompagnano due fidati marinai, il vecchio Thomas
Marshal e il giovane Donald McArthur. Tutti loro sono a conoscenza dei
misteri del luogo, ma non se ne lasciano sopraffare se non quando è
proprio James a sentirne il richiamo. Il canto che lo ammalia ha la voce
di donna, è soave, è potente. Sfidando i compagni e le leggi stesse
della natura, James Ducat cede a quella voce, mettendo tutti in
pericolo…
Giorni nostri. Gli inspiegabili fatti accaduti al faro, non hanno
trovato ancora risposta e la sede della Northern Lighthouse Board, ha
insabbiato ogni cosa da decenni ormai. Quando, Morgan Ducat, decide di
far chiarezza sulla misteriosa scomparsa del suo avo, si ritrova a
combattere con la diffidenza della Società che gestisce la funzionalità
dei fari. Soprattutto quello di Eilean Mor.
Tuttavia, le carte di cui è in possesso, possono aiutarla a fare
chiarezza sulle tante voci che si rincorrono riguardo alla misteriosa
scomparsa dei guardiani del faro.
Scortata sull’isola da Jacob Hollsen, il dirigente della Northern,
inizia le proprie ricerche per scoprire la verità e, a mano a mano che
esplora l’isola, la cappella diroccata e il faro stesso in cui risiede,
riporta a galla suppellettili che il mare sembra volerle mostrare.
Finché non sente anche lei il canto degli abissi…
E ora la parola all'autrice.
Il mondo raccontato in "Il canto degli abissi" è quello del mare e dei marinai ai primi del 1900.
Un mondo difficile, pieno di superstizioni e definito da ruoli ben precisi. Per raccontarlo ho letto molti documenti e ho ascoltato le canzoni che i marinai erano soliti intonare quando affrontavano un viaggio per mare.
LSea Shany, canti marinareschi, sono davvero emozionanti e bellissime. Il loro scopo era scandire il ritmo del lavoro e tenere le menti occupate ma, allo stesso tempo, ascoltandole al giorno d'oggi, ci forniscono anche una visione ben chiara di cosa pensavano, credevano e speravano quegli uomini lontani e persi nel passato.
"Il mio cuore è trafitto da Cupido e rifiuto tutte le ricchezze che luccicano, nulla mi può consolare, tranne che il mio allegro audace marinaio. Oh belle fanciulle venite qui chiunque voi siate, chi (non) ama un allegro audace marinaio che solca il mare agitato?"
Canzone popolare My Jolly Sailor Bold.
Le condizioni di vita a bordo delle navi erano dominate dalla scarsa possibilità di provvedere alla propria igiene e di alimentarsi in modo adeguato.
Spesso gli uomini stavano lontani da casa anche per mesi, se non anni e molti non facevano mai più ritorno. Il mare era la loro casa, la loro sfida continua, un richiamo cui non potevano resistere ma che, allo stesso tempo, temevano.
Cosa si nasconde nelle profondità del mare?Quali mostri abitano negli anfratti più oscuri?
Per esorcizzare queste paure i marinai inventavano storie, canzoni, leggende.
Sopra tutte spesso aleggiava il mito della sirena che li affascinava tanto quanto il mare stesso...
"Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare... Ma soprattutto: il mare chiama... Non smette mai."
Da Oceano Mare di A. Barrico.
Ho stuzzicato un pò la vostra curiosità?
Intanto vi ricordo di seguire anche le altre tappe e vi aspetto nei commenti
Direi che "stuzzicata" è proprio la parola giusta <3 Adoro le atmosfere marinaresche, anche se, forse per il retaggio con il Capitan Jack Sparrow, preferisco i pirati cattivi :D Ahahah Se solo sapessi scrivere... Ahahah
RispondiEliminaPrima o poi una bella storia sui pirati ce la sforni lo so
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