La settimana è appena cominciata e qui si blog si prospetta bella ricca, infatti come vedete oggi voglio parlarvi di un altro libro che ho letto da poco. Avevo detto di voler alternare recensioni ad altro, ma siccome il resto della settimana sarà appunto occupato da altro, ho pensato che questa storia doveva essere conosciuta e quindi vediamo insieme com'è.
Ringrazio Sperling per la copia omaggio
Trama
Le città della pianura padana, in estate, quando l'afa invade le strade deserte, hanno qualcosa di allucinato, immobili come sono sotto il loro cielo ingannevole. Silenziose, con quell'eco lontana di campagna che nessuno più riconosce. Desolate e vuote, salvo i pochi abitanti rimasti pe forza: chi non è potuto partire, qualche anziano, le donne straniere che se ne prendono cura e certi ragazzini sperduti nella loro solitudine infantile. Come Giacomo, arrivato ai giardini a bordo della sua inseparabile bicicletta rossa. E come Alida, in compagnia dell'immancabile cellulare. Lui scappa da un funerale, quello del nonno terribile che nessuno amava e che ora tutti compiangono. Lei fugge dalle ossessioni di una madre che vorrebbe controllarle anche il respiro perchè non subisca le sue stesse ferite del corpo e dell'anima. Lui è convinto di essere un assassiono. Lei di essere la responsabile dell'infelicità materna. E con quella sintonia istintiva e naturale, che solo i bambini sono capaci di provare, decidono di andarsene insieme. La loro scomparsa, e la disperata ricerca che subito inizia, costringerà la famiglia di Giacomo e la madre di Alida a fare i conti con i fantasmi del loro passato, con le loro colpe e il loro errori. Li costringerà a essere adulti.
Due bambini che scappano, una copertina che richiama il mio colore preferito sono stati i fattori predonimanti nella mia scelta. Come dire di no a qualcosa che ti attira così velocemente?
Non ho mai letto niente di quest'autrice, ma delle volte è bello fare un salto nel buio e scoprire qualcosa di nuovo.
Lo stile è semplice e così scorrevole e infatti ho finito questa storia davvero in fretta. I capitoli sono divisi con pov alternati che riguardano più protagonisti quindi abbiamo una visione completa e totale di quello che succede.
All'inizio pensavo che questo tipo di narrazione fosse caotica e dispersiva e invece no, mi sono ricreduta perchè in questo modo si ha la possibilità di conoscere per bene ogni personaggio, i suoi pensieri e il suo modo di agire.
I primi però a farsi conoscere sono due ragazzini che vivono nello stesso palazzo: Giacomo e Alida. Giacomo sta superando un brutto momento dopo la morte del nonno e la distanza di suo fratello che si fa più profonda senza che ne capisca il motivo, si sente solo e incompreso e quando incontra Alida così sicura di sè e tanto diverse dalle ragazze che conosce è come se finalmente respirasse un pò di pace.
Anche Alida non sta vivendo un buon momento con una madre sempre apprensiva che controlla ogni singolo istante della sua giornata. In Giacomo trova un valido alleato per evadere da quella prigione che è diventata la sua vita e decide di cogliere quella possibilità di evasione senza pensarci troppo.
Poche parole, brevi spiegazioni e i due si capiscono al volo. La fuga non è premeditata, ma funziona così bene da farli sembrare due fuggiaschi provetti. Per loro allontanarsi da casa è di vitale importanza, hanno bisogno di stare da soli per sentirsi meno oppressi da una vita che li sta lentamente soffocando. Questo gesto potrebbe sembrare avventato e troppo impulsivo, invece aiuterà le rispettive famiglie a capire meglio tanto cose e in un certo senso li indirizzerà nella direzione giusta.
In questa storia ho trovato tanta verità. Il genitore è il mestiere più difficile del mondo, non esistono guide o esempi da seguire perchè le cose soltanto quando si provano sulla propria pelle si può provare a dare un giudizio. Senza l'esperienza vissuta sono solo parole al vento. Penso che un genitore abbia da imparare man mano il difficile percorso che lo aspetta, magari proprio insieme ai propri figli che danno la giusta forza per crescere insieme.
Regina e Anna, rispettivamente le madri di Alida e Giacomo, sono disposte a qualsiasi cosa per i loro figli eppure anche loro hanno ancora da imparare perchè volere la felicità assoluta dei propri figli comporta anche mettersi in gioco, parlare e capirsi. I silenzi non aiutano mai, mentre il dialogo, quello sì che si risolve molte cose. Il discorso sarebbe troppo ampio da affrontarlo in questa recensione, dico solo che questa storia ha aperto molti spiragli, mi ha portato a tante riflessioni e mi ha ricordato quanto i legami affettivi sono importanti in un'età così delicata e fragile come l'adolescenza.
Le storie delle due famiglie sono completamente diverse, dietro l'apparenza tranquilla nascondono entrambe problemi e difficoltà complicate da gestire, eppure entrambe sono accumunate da un unico sentimento: l'amore per i propri figli.
Ho apprezzato il modo in cui l'autrice con semplicità ha messo alla luce numerosi problemi attuali e devo dire che avrei apprezzato un epilogo finale che spiegava cosa sarebbe successo dopo. Lo so di essere ripetitiva, ma secondo me l'epilogo è una delle parti più belle della storia e mi piacerebbe che ci fosse in ogni storia così da renderla completa. L'avrei voluta anche qui, di certo sarei stata in grado di apprezzare più l'intera vicenda, ma nel complesso posso dire di averla trovata molto riflessiva. Non so se può essere adatta a tutti, ma sicuramente per chi vuole approcciarsi in qualcosa di diverso va sicuramente bene.
Valutazione 4/5
Ciao! Non conosco l'autrice, ma il tema del rapporto genitori/figli mi interessa sempre. Come hai detto tu stessa non ci sono manuali per fare i genitori. L'essenziale però è ascoltarli i propri figli e considerarli sopratutto persone fin da bambini e purtroppo non sempre viene capito.
RispondiEliminaCiao Serena.
EliminaSi quoto in pieno le tue parole perchè sono vere.
Questa storia è particolare, ma ho apprezzato molto il messaggio che lancia
Sembra una storia forte e d'impatto, me la segno
RispondiEliminaSi è parecchio particolare. Non come le altre, ecco
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