venerdì 31 luglio 2020

Rubrica: Storytelling Chronicles: Uno strano incontro di Susy Tomasiello

Rieccomi come anticipato stamattina con il secondo racconto della Rubrica Storytelling Chronicles che, ho saltato per un mese per mancanza di tempo. 
Stavolta c'è un mio racconto.


Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog  La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish Kingdom
L'argomento di questo mese è stato scelto da una ragazza che partecipa alla rubrica e devo dire che la sua decisione è stata bellissima - grazie Stephanie - perchè ci ha permesso di metterci alla prova ancora di più visto che abbiamo lo stesso pezzo comune a cui fare riferimento.

"Afferro al volo il pezzo di carta stropicciata che il vento ha trascinato fino ai piedi della panchina; acciuffato, lo apro e ne leggo il contenuto. E nell’esatto istante in cui quella serie di lettere, messe una dopo l’altra precisamente in quell’ordine, attraversano i miei occhi e arrivano nella testa e da lì, in una corsa impetuosa, dritte al cuore, il tempo si ferma."

Ecco quindi la mia storia.


Afferro al volo il pezzo di carta stropicciata che il vento ha trascinato fino ai piedi della panchina; acciuffato, lo apro e ne leggo il contenuto. E nell’esatto istante in cui quella serie di lettere, messe una dopo l’altra precisamente in quell’ordine, attraversano i miei occhi e arrivano nella testa e da lì, in una corsa impetuosa, dritte al cuore, il tempo si ferma.
E se... no, non posso farlo. Sarebbe troppo azzardato, troppo assurdo, troppo. Scuoto la testa con decisione stringendo il foglio malconcio tra le mani e chiedendomi se debba interpretarlo come un segno. 

Non credo a queste cose e di certo otterrei l’effetto contrario. No, devo smettere di pensarci e concentrarmi sul presente. Controllo per la milionesima volta il telefono, ma non ho ricevuto nuovi messaggi sebbene ne abbia spediti così tanti da averne perso il conto. Ho guardato anche su tutti i suoi social come se fossi una stalker, ma la situazione non è mutata: zero assoluto.
La soluzione più ovvia sarebbe quella di andare a casa sua e risolvere la questione, ma sono troppo codardo per farlo.
E se si rifiutasse di parlarmi?
E se mi dicesse chiaramente che tra noi è finita?
Non riuscirei a sopportarlo e allora aspetto.
Aspetto.
Aspetto ancora, ma perché i minuti scorrono così lenti? Non potrebbe esistere un modo per accelerare le cose? Qualche magia che nei libri salva sempre la situazione sarebbe l’ideale, ma questa è la vita reale e purtroppo non esiste niente del genere.
«È una bellissima giornata non trovi?»
Alzo gli occhi dal cellulare che ho ancora in mano e mi giro verso quella voce sconosciuta. Una signora anziana si è appena seduta sulla panchina di cui non occupo nemmeno la metà e deve essere una di quelle persone che ama parlare con gli sconosciuti perché mi guarda in attesa di una risposta.

Mi limito ad annuire distrattamente, non sono in vena di fare conversazione e spero che capisca che deve lasciarmi in pace. Non posso essere distratto mentre...
«Il vento rende meno afoso il sole che oggi, batte più del solito» prosegue lei per nulla turbata dalla mia risposta non verbale. «Di solito a quest’ora non mi piace uscire, ma dovevo fare delle commissioni».
Con il bastone che, probabilmente usa per camminare, sfiora la busta posata ai suoi piedi e poi mi guarda con aria pensierosa.
«Tu invece non mi sembri molto contento di essere uscito» osserva. «Hai la stessa espressione di mio nipote quando è stato licenziato, hai problemi al lavoro?»
«No» rispondo con un lungo sospiro. Chiaramente questa donna non rispetta la privacy altrui e comincia seriamente a infastidirmi.
«Allora sicuramente si tratta di problemi di cuore. Hai litigato con la tua ragazza e non sai come farti perdonare vero?»
Apro la bocca pronto a obiettare, ma non esce alcuna parola perché la vecchietta chiacchierona ha colpito nel segno.
«Cosa hai combinato giovanotto?»
«Perché devo essere io aver fatto qualcosa» protesto subito. «Magari è stata lei ad aver sbagliato»
«È andata così?»
«No» sospiro sconfitto. «Ho commesso un errore, ma sono pentito lo giuro. E ora Lory non vuole rispondermi e sto tentando di chiamarla da ore!»
«Sempre con questi telefoni in mano voi giovani» mi fissa con disapprovazione la donna. «Le parole si devono dire a voce, non con un aggeggio elettronico».
Chino lo sguardo a terra dove lei batte il bastone con insistenza come se avesse intuito di aver c’entrato di nuovo il problema. So che dovrei affrontare Lory, lo comprendo benissimo eppure la codardia m’impedisce di agire.
«È davvero così grave?»
«Lei pensa che abbia passato la serata con la mia ex, ma invece ero con mia cugina malata» rispondo tutto d’un fiato e non so nemmeno io perché l’ho fatto. Di solito non vado a raccontare i miei problemi ad estranei, ma la situazione con Lory si sta facendo minuto dopo minuto sempre più tragica e mi sento davvero avvilito.
«E non hai spiegato le cose alla tua ragazza?» chiede perplessa la signora.
«Ci ho provato!» esclamo con foga. «Ma qualche idiota mi ha taggato alla festa della mia ex e ora Lory pensa che la stessi tradendo invece è soltanto lei la persona più importante della mia vita».
«E quindi aspetti come uno stoccafisso che ti risponda a quel telefono?»
«Io non sono uno stoccafisso!» esclamo rosso in volto.
«E allora perché non le consegni quella lettera che hai in mano invece di fissare quell’aggeggio infernale?» domanda lei per nulla turbata dal mio scatto. Mi rendo conto che quel foglietto che ho trovato in mano è ancora tra le mie mani, non so nemmeno perché non l’abbia ancora gettato via.
«Le hai scritto una lettera e ti vergogni?» chiede la donna impicciona. «Non ho ben capito cosa voglia dire taggire, ma le lettere fanno sempre piacere a una donna».


«Taggare» la correggo distratto. «Nessuno scrive più lettere oggi, lo sa?»
«Sbagliate ad affidarvi a questa tecnologia. Le cose più belle sono quelle semplici, ricordalo».
«Senza offesa signora, ma non ho tempo per parlare di queste cose. Devo trovare un sistema immediato per parlare con Lory e la lettera non è d’aiuto, tra l’altro l’ho solo trovata».
«Può darti una spinta però, cosa c’è scritto? E non guardarmi così, la mia età mi permette di fare domande indiscrete come questa» minimizza quando la guardo esterrefatto per tanta sfacciataggine. Non so se mandarla al diavolo o lasciarmi andare a una risata liberatoria, ma alla fine non faccio nessuna delle due cose e le porgo il foglio stropicciato. Non so chi sia il mittente, ma doveva essere per forza una lettera d’amore, anche se molte parole sono cancellate forse dall’acqua, c’è una sequenza di lettera però che cattura subito l’occhio e sono quelle che mi hanno fatto battere il cuore a mille prima. La vecchietta inforca i suoi occhiali che porta legati al collo con una catenella e li legge con attenzione.
«S.P.O.S.A.L.A» legge con un gran sorriso e poi guarda. «Che ti avevo detto? Ecco la spinta»
«Io non posso...»
Il trillo del mio cellulare mi distrae e quando lo tiro fuori dalla tasca, mi appare un numero sconosciuto. Di solito non rispondo mai, ma preferisco farlo piuttosto che ascoltare i discorsi assurdi di questa signora.
«Ben? Sono io, dove sei?»
«Lory!» esclamo agitato. «Di chi è questo numero?»
«Il mio, il telefono si è rotto poi ti spiego. Sto venendo a casa tua dobbiamo parlare»
«In realtà sono al parco e...»
«Due minuti e sono lì».
Chiude la comunicazione e io avverto il sudore freddo che scivola dietro la schiena. Vuole lasciarmi, ecco perché è stata così sbrigativa e io cosa farò senza di lei? Lory è l’amore della mia
«Stai bene giovanotto?» mi batte una mano dietro al collo l’anziana signora. «Sei diventato pallido di colpo»
«Lory sta venendo qui» l’avviso preoccupato.
«Ottimo no? Potrai mettere in campo il nostro piano»
«Nostro?»
«Sei un pochino lento a capire, ma hai la faccia di un bravo ragazzo e sono sicuro che puoi farcela» sorride lei dandomi un piccolo schiaffo sulla guancia. «Assomigli molto a mio nipote Archie, anche lui è molto timido e per merito mio adesso è diventato padre per la seconda volta. Ogni volta che glielo ricordo diventa più rosso dei suoi capelli, ma...»
«Ben».


Scatto in piedi quando mi accorgo che la mia Lory è proprio qui, di fronte a me. Come sempre la sua bellezza mi colpisce come la prima volta e mi sento il ragazzino impacciato che le ha chiesto di uscire l’ultimo giorno di scuola. Ho trovato il coraggio solo in quel momento anche se l’ho amata da lontano ogni giorno, mi sento molto fortunato che sia ancora con me dopo tanto tempo.
«Ciao Lory, io sono Delphine e penso che il nostro Ben abbia qualcosa da dirti».
Lancio un’occhiataccia a questa vecchietta impicciona che sta invadendo un po’ troppo la mia privacy, ma lei sorride mentre Lory stringe la mano della signora con una punta di curiosità. Ovviamente si starà chiedendo chi sia questa donna e io non ho né tempo, né voglia di spiegarle. Adesso la cosa importante adesso è un’altra.
«Non ero a quella festa ieri sera te lo giuro Lory. Sono stato con Rosalind tutta la sera, aveva la febbre e può confermartelo, io...»
«Lo so» mi sorride con dolcezza la mia ragazza. «Ecco perché volevo parlarti, tua cugina mi ha già raccontato tutto e comunque non ho creduto per un momento a quel tag, mi fido di te».
Le sue parole sciolgono all’istante il nodo che stava intrecciando il mio pazzo cuore agitato perché ripeto come una litania nella mia testa: “non vuole lasciarmi, non vuole lasciarmi”.
«Ho comprato un cellulare nuovo quando ho capito che il mio era morto e non sono riuscita a rispondere al tuo messaggio, per fortuna ricordavo il tuo numero a memoria così ti ho chiamato. Ti stavi preoccupando per il mio silenzio vero?»
«Un po’» ammetto con un piccolo sorriso. Trovo superfluo dirle che sono impazzito d’angoscia da quando mi sono svegliato e che le ho mandato un’infinità di messaggi di scuse, mi sento già abbastanza a disagio così.
«Sciocco che non sei altro, non ti avrei mai lasciato» mi ammonisce con dolce sorriso Lory abbracciandomi. A quanto pare mi conosce meglio di me stesso visto che ha capito perfettamente come mi sento. La stringo forte e finalmente sospiro sollevato perché è tutto sistemato. Sono così sollevato che...
«Ben» interviene Delphine. «Ora che è tutto chiarito, non pensi che dovresti dirle quella cosa?»
Ammicca in modo sbagliato muovendo stranamente gli occhiali, Lory ridacchia divertita mentre mi guarda sorridente.
«Chi è quella signora Ben?»
«Una pazza» le sussurro sottovoce. «Lei vorrebbe che io... in realtà è stato un foglio che ho trovato, cioè... non ascolto quello che dicono i fogli né do retta alle sconosciute però ecco... forse è davvero un segno e anche se non credo a queste cose io...»
M’interrompo sentendomi avvampare d’imbarazzo, cosa mi è saltato in mente di cominciare questa conversazione, mi sento così stupido!
«Sei peggio di mio nipote!» esclama Delphine aumentando ancora di più il mio senso di disagio. Vorrei dirle di andarsene e farsi gli affari suoi, ma non trovo le parole giuste. Sembra che le mie corde vocali siano completamente mute e poi la guardo raggiungerci con quel bastone e mettere un foglio tra le mani di Lory. So cosa c’è scritto su quella carta stropicciata e allora perché la mia ragazza sta quasi per piangere?
«Lory...»
«Ecco» mormora lei scrivendo qualcosa con la penna che le ha dato Delphine e io sono sempre più confuso quando mi porge quel foglietto e leggo la nuova scritta che ha cambiato con la precedente. 


Adesso le parole leggibili sono altre e occupano il centro della carta.
C’è una singola domanda: “Vuoi sposarmi?”, ma non è quello a farmi illuminare il viso, quanto la risposta della mia Lory.
“Si, lo voglio”.
Sorrido e poi la bacio mentre una gioia immensa e totale pervade ogni cellula del mio corpo.
«Pretendo di essere invitata al matrimonio adesso» s’intromette la fastidiosa voce di Delphine e Lory scoppia a ridere.
«È la benvenuta, grazie per aver aiutato il mio Ben a farmi questa bellissima proposta».
«Non c’è di che cara, anche con Archie sono dovuta intervenire, mio nipote e il tuo fidanzato credo che andranno molto d’accordo: sono proprio uguali».
Delphine continua a blaterale su suo nipote e Lory ascolta attenta senza lasciare la mia mano che intreccio alla sua. Comincio a provare simpatia per questo Archie. Questa vecchietta è una pazza scatenata, dovrei avercela a morte con lei per essersi intromessa così tanto in faccende che non le riguardavano, ma la verità è che le sono grato perché adesso Lory diventerà mia moglie e io non potrei esserne più felice. Questo strano incontro ha avuto risvolti interessanti e credo che da oggi in poi comincerò a guardare con più attenzione i segni. 

Siamo giunti alla fine.
Aspetto i vostri commenti, cosa ne pensate?

Copyright @ 2020 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

17 commenti:

  1. Complimenti Susy, ho letto con molto piacere il tuo racconto, scrivi in modo semplice e delicato e incuriosisci il lettore :-)

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    1. Grazie Ariel per essere passata e per le tue parole 💕

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  2. Ciao Susy! Ho trovato molto dolce e simpatico questo tuo racconto, che ha interpretato bene l'incipit che ci era stato dato. L'idea delle lettere da collegare tra di loro è davvero originale!
    So che ami il lieto fine, quindi sono contenta di vedere che anche in questo caso i buoni sentimenti abbiano trionfato.

    Ti segnalo solo una frase in cui c'è scritto: "ADESSO la cosa importante ADESSO è un'altra". Per il resto, niente da dire anche sulla forma.

    Una storia davvero carina e piacevole, complimenti!

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    1. Grazie Silvia.
      Beh certo non potevo farlo terminare male perchè ci sarei rimasta male anch'io, mi sono divertita tanto a scrivere con questo incipit quindi sono contenta ti sia piaciuto :)

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  3. Questo racconto è davvero una meraviglia. Complimenti.

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  4. Saggia donna è la signora Delphine. E' bello che abbia parlato della bellezza delle parole scritte su carta e dell'invadenza della troppa tecnologia. La socialità di adesso purtroppo è così e quindi una chiacchierata faccia a faccia e messaggi scritti su carta sono perle rare. E' davvero bellissimo il messaggio che trasmetti, Susy, complimenti. Anche questo tuo racconto mi è piaciuto tanto.

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    1. Grazie Tania❤️ Hai saputo cogliere l'essenza di quello che volevo trasnettere e sono contenta ti sia piaciuto 😊

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  5. Ciao. Una storia molto carina, scorrevole e divertente. Mi è piaciuta la vecchietta e la dinamica che si è creata con Ben, i segni che ha ricevuto e che ha cercato di ascoltare. Non sono una che crede nei segni, però è curioso a volte leggere una storia del genere perché in fondo cose strane possono accadere sempre. Sarei curiosa di scoprire cosa ha combinato Archie, il famoso nipote.
    A presto

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    1. Ciao Christine.
      A prescindere dal credere oppure no, a volte capitano o possono capitare delle cose davvero sorprendenti e ho voluto giocare su questo.
      Grazie del commento😊

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  6. Waaaa ma quanto è dolce questo racconto? Tra dialoghi scoppiettanti e protagonisti enigmatici riesci a dare messaggi meravigliosi, il più bello: la necessità di godere delle cose semplici, come una lettera! Io credo molto nelle "non-coincidenze", così le chiamo, quella magia quotidiana che pervade ogni cosa, persino i passi che facciamo. Per questo ho letto con un'emozione fortissima in gola e anche se il racconto è relativamente breve mi ha riempito il cuore con quella speranza a cui tutti noi ci aggrappiamo con tutte le nostre forze! Susy, ancora una volta, con il tuo stile scorrevole, sei riuscita ad arrivare con una potenza inaudita al lettore, lasciando tanta tenerezza. Bravissima!

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    1. Ma che dolce che sei Anne Louise <3
      Mi piace trasmettere qualcosa quando scrivo che sia un messaggio, una riflessione o un appunto e sono contenta di essere riuscita nell'intento.
      Come te credo nelle non coincidenze e grazie per le tue parole <3 :K

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  7. Ciao Fede.
    Grazie per la dritta sul refuso, come sempre sono i miei peggior nemici :P e grazie per il commento. Mi fa piacere la storia ti sia piaciuta, mi sono divertita tanto a scriverla

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  8. Ma quanto è carrrrrrrrrrrino <3 Devo dire che, se mi piacevi quando narravi di bambini, mi piaci ancora di più quando dai voce ai signori anziani XD Delphine è fortissima AHAHAH Non è che, per me, scriveresti una raccolta di racconti dove lei fa da Cupido? :P Ci sarebbe troppo da divertirsi ahahahahah 8)

    Come sempre, la tua scrittura è così semplice da non lasciare spazio a sciocchi dubbi :D Brava, Susy: è inutile usare costrutti difficili -non sto parlando di me, ovviamente AHAH- quando si può arrivare al sodo senza perdersi in chiacchiere vuote ;)

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    1. Mi sono divertita tanto a scrivere di Delphine ahah sono contenta ti sia piaciuta e grazie per le tue parole, sai che per me contano tanto <3

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  9. Ciao Susy! Che bel racconto che ci hai regalato! Mi sono piaciuti molto questi personaggi, in poche righe sei riuscita a farci capire chiaramente quali emozioni passassero nei loro cuori e farcele vivere, riuscendo a incuriosirci con l'incipit - usato davvero bene! -, con Delphine e suo nipote Archie - che pur non essendoci si conquista uno spazio dignitoso nella storia, con le paranoie di Ben e il dolce sorriso di Lory... E poi questo finale, dove tutto si svela e per il meglio. Mi è piaciuto davvero tanto! Brava :) Stephi

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    1. Grazie a te Steph per averci permesso di creare tante storie diverse con il tuo incipit. E' stato divertente e molto stimolante e mi fa piacere che la mia piccola storia ti sia piaciuta <3

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