venerdì 19 febbraio 2021

Blogtour La sorella minore di Catherine Hubback Intervista alla traduttrice Maria Elena Salvatore

Ciao a tutti amici lettori e buon venerdì.
Oggi la giornata è dedicata a un'intervista tutta al femminile infatti ho avuto il piacere di intervistare una traduttrice della Vintage Editore, una ragazza che si è subito rivelata disponibilissima e che ha soddisfatto ogni mia curiosità e la ringrazio molto.
Procede infatti il blogtour dedicato a La sorella minore e la mia tappa prevede proprio l'intervista mentre la settimana prossima parlerò in modo più approfondito della storia.




Grazie alla Vintage Editore per la copia omaggio.


Trama

Il signor Watson è un pastore vedovo con due figli e quattro figlie. La figlia più giovane, Emma, ​​è stata allevata da una ricca zia ed è di conseguenza più istruita e più raffinata delle sue sorelle. Ma quando sua zia contrae uno sciocco secondo matrimonio, Emma è obbligata a tornare a casa di suo padre. Là è delusa dalla rozza e spericolata caccia al marito di due delle sue sorelle. Trova la gentilezza di sua sorella maggiore e più responsabile, Elizabeth, più attraente.
Vivono vicino ai Watsons sono gli Osbornes, una grande famiglia titolata. Emma attira l'attenzione del giovane Lord Osborne, goffo e rozzo, mentre una delle sue sorelle insegue Tom Musgrave, l'arrogante amico di Lord Osborne. Vari personaggi minori forniscono potenziali corrispondenze per i fratelli e le sorelle di Emma.
A fine post troverete il calendario per seguire tutte le altre tappe ma adesso ecco la nostra bella chiacchierata.

Ciao e benvenuta nel mio piccolo angolino virtuale, sono davvero contenta di averti qui così farai conoscere a me e i miei lettori qualcosa in più di te e sul tuo lavoro.

Ciao Susy, e grazie a te per l'invito che sono lietissima di accogliere.
1. Cominciamo con qualcosa di semplice per sciogliere il ghiaccio. Chi sei e cosa ti piace fare nella vita.

Sono una semplice ragazza di 35 anni con la testa piena di sogni. Sono un'avida lettrice e una fervida appassionata di Jane Austen. Da sempre. Ho passato l'adolescenza con il naso nei libri e i personaggi dei romanzi nel cuore. E non è che con l'età adulta le cose siano cambiate poi molto!

2. Com’è nata la tua voglia di tradurre opere? Hai iniziato con la Vintage oppure c’è stato qualcosa prima?

Tradurre per me è stato un po' un processo naturale. Sono natia britannica e fin da piccola per me è sempre stato normale usare sia la lingua inglese che quella italiana.
La dimestichezza con la lingua inglese, unita alla mia passione per i romanzi e al sogno dell'editoria, ha trovato la sua naturale conseguenza nella voglia di tradurre opere letterarie. Ma fino a non molto tempo fa, questo era solo un sogno nel cassetto. Perché si sa, già i sogni di per sé hanno una grossa possibilità di rimanere tali, se poi questi sogni sono legati al difficilissimo mondo dell'editoria, si può rischiare che non si realizzino mai.
Sono una persona tenace e testarda. Non mi sono mai arresa. Ma è solo grazie a Daniela Mastropasqua e alla Vintage Editore che ho potuto realizzare il mio sogno.
Per la Vintage ho avuto l'onore di tradurre il primissimo titolo pubblicato, Un'insolita Mary, e ricordo ancora chiaramente tutte le emozioni legate a questa primissima esperienza. Dall'immensa gratitudine nei confronti di Daniela che ha sempre creduto in me e che mi ha dato la possibilità mettermi in gioco, all'inspiegabile emozione che si prova ad avere tra le mani un libro su cui sai di aver lavorato e con sopra il tuo nome. È stata una delle più grandi gioie della mia vita e non ringrazierò mai abbastanza Daniela e la Vintage per questo.


3. Le traduzioni sono sempre difficili, ma come ti sei trovata a dover tradurre qualcosa che aveva il nome dell’inimitabile e unica Jane Austen?

La sorella minore di Catherin Hubback è stato il mio quarto incarico per la Vintage Editore e il secondo per la collana Old Vintage.
Prima di rispondere alla tua domanda mi sembra doveroso spiegare che la collana Old Vintage è di per sé una collana 'delicata' da gestire, in quanto si tratta di testi antichi, scritti da autori di altri tempi e dunque non solo ambientati in un'epoca passata. Nonostante ci siano autori contemporanei davvero capaci di ricreare gli scenari vittoriani o di epoca Regency, posso assicurare che la scrittura di un autore d'altri tempi è tutta un'altra storia. E Molto rumore per Peter, il primo romanzo che ho tradotto per la collana Old, ne è la riprova.
Quando poi Daniela mi ha proposto La sorella minore della Hubback, be', diciamo che è subentrata anche un pizzico di ansia da prestazione legata alla mia passione per la Austen. La possibilità di tradurre un romanzo scritto dalla nipote della Austen e che riprenda la sua stessa opera incompiuta, I Watson, non è solo un grande onore, ma anche una enorme responsabilità.
Se in generale posso dire che ogni traduzione presenta le sue difficoltà, per quanto riguarda La sorella minore, posso assicurare che gli ostacoli sono stati all'ordine del giorno. Dall'inglese arcaico allo stile 'creativo' dell'autrice. Dalla punteggiatura ostile dell'originale alle difficoltà legate ai sottili riferimenti della storia sociale dell'epoca.
Tradurre non è una meccanica trasposizione linguistica. Chi traduce un testo da una lingua all'altra ha il dovere di riportare anche le emozioni e le intenzioni che l'autore vuole esprimere. Questo significa ricerca. Tanta ricerca. Nonché un immenso lavoro di revisione, editing e riletture varie.
Se il lettore alla fine si ritrova a godere di una buona lettura, questo è solo grazie ad un tenace lavoro di squadra tra traduttore, editor e beta readers.
Perché tradurre non è di certo la fine del lavoro, te lo assicuro. Anzi, è solo l'inizio.


4. Cosa comporta, in poche parole, il lavoro di traduttrice? Come si svolge il tuo lavoro?

A mio avviso per essere un buon traduttore devi essere prima di tutto un avido lettore. Leggere è fondamentale per avere la capacità di tradurre un testo. È leggendo che si acquisiscono le capacità stilistiche, la conoscenza di vocaboli, la musicalità di un testo e tanto altro.
Il lavoro di traduttrice è il lavoro più bello che ci sia. Se però non è l'unica cosa che fai, l'organizzazione e la passione diventano fondamentali.
Io, ahimè, non sono una traduttrice a tempo pieno. Di giorno lavoro e, per poter portare avanti questo splendido sogno che mi ha regalato la Vintage, di solito lavoro la mattina presto prima del lavoro, la sera tardi dopo il lavoro e nei weekend. Mi organizzo sulla base delle scadenze.
Lo ammetto, alle volte è dura, ma se c'è la passione per quello che si fa, non sarà mai un sacrificio. Solo pura gioia.



5. Pensi di lavorare ancora con la Vintage Editore? Personalmente adoro questa piccola Ce che sta portando in Italia vere chicche librose per amanti come me di questo genere, come ti sei trovata con loro?

Come ho già detto a Daniela Mastropasqua e la stupenda Vintage Editore io devo e dovrò sempre tutto. Daniela ha creduto in me quando nessun'altro mi aveva mai concesso nemmeno la possibilità di provare. Mi ha insegnato tantissimo e continua a farlo giorno dopo giorno. Avermi coinvolta attivamente in questo straordinario progetto, ormai splendida realtà, è stato per me un onore enorme.
Adoro la linea editoriale della Vintage, ogni singolo titolo. Sposo appieno le idee e le visioni editoriali di Daniela e sono da sempre la sua prima grande sostenitrice e ammiratrice. Il lavoro per la Vintage ci ha unite professionalmente e personalmente, e questo è un altro grande dono per me.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, assolutamente sì. Non esiste altra risposta se non questa.


6. Ringraziandoti della tua disponibilità, la mia ultima domanda riguarda i tuoi progetti futuri: puoi anticiparti qualcosa?

I miei progetti… be' ne ho tanti. Ma quasi tutti legati alla traduzione, alla Vintage, ai libri! Sono piena di entusiasmo e di voglia di fare.
Grazie ai libri ho la possibilità di vivere mille vite in una. Cosa si potrebbe volere di più?
La passione per quello che faccio è ciò che mi ha sempre guidata e, senza dubbio, è ciò che continuerà a farlo. Sempre.

La nostra bella intervista è finita spero sia piaciuta anche a voi, ci rileggiamo la settimana prossima. Buon fine settimana a tutti


2 commenti:

  1. Bellissima intervista! È vero lavorare nell'editoria non è facile e infatti farlo diventare un lavoro a tempo pieno, che ti permetta di viverci diventa utopia per alcuni. La passione che traspare nelle parole di Maria Elena Salvatore è meravigliosa e le auguro di continuare a vivere il suo sogno.

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