Oggi vi parlo di una storia molto particolare.
Ringrazio Bompiani per la copia.
Trama
Se abbiamo un grande desiderio nel cuore possiamo esprimerlo mentre una stella cadente illumina il cielo o ricevendo in dono un Dàruma: la statuetta giapponese che reca sul volto due occhi privi di pupille. Al Dàruma possiamo confidare il nostro desiderio e colorare una delle due pupille, sarà quell’occhio a vegliare su di noi affinché ci impegniamo per trasformare il desiderio in realtà. Se ce la faremo anche la seconda pupilla potrà annerirsi, la statuetta perderà il suo aspetto inquietante e, finalmente, la vita ci sorriderà. Quando suo figlio Tommaso, tanto amato quanto irraggiungibile sotto i cappucci delle felpe dove si nasconde, riceve in dono un Dàruma, Luisa pensa che sia l’ennesima scemenza new age.
Tommi è il classico adolescente privo di desideri e lei ha un anziano padre di cui prendersi cura, un mutuo a tasso variabile e un dolore piantato nel cuore: non può certo giocare col fuoco della speranza. Tanto che con le sue amiche ha elaborato la teoria delle tre D: Delusione e Disillusione sono le naturali conseguenze di qualunque Desiderio, quindi tanto vale non esprimerne nessuno. Ma nella vita di Luisa ci sono anche un cagnolino, capace di fiutare anche il più impalpabile moto del cuore, e certe lettere della banca che sembrano fatte apposta per costringerla a uscire dalla sua comfort zone.… Fino a che, una mattina, eccolo lì: l’occhio del Dàruma la sta fissando.
Questa lettura è stata davvero originale, offre molti spunti di riflessione ed è stata una piacevole sorpresa.
Luisa è la voce narrante, una madre single alle prese con un'adolescente.
Non è mai facile quel periodo, ma ci siamo mai soffermate a pensare a quanto deve essere stato snervante per i nostri genitori cercare di capirci senza successo?
Luisa ci prova con tutta se stessa di creare un rapporto con Tommy, ma è difficile ed essendo l'unico genitore è ancora più complicato tentare anche un dialogo soprattutto perchè suo figlio avverte l'assenza di un padre che non c'è più.
La svolta arriva quando da una zia che vive all'estero riceve un regalo. Una statuetta giapponese che si chiama Dàruma è senza occhi, ma ha un potere immenso perchè gli si può chiedere di esprimere un desiderio e lei ti accontenta.
Tommy è deciso ad accettare e coltivare quel desiderio rifiutandosi di dirlo a sua madre altrimenti teme che non si avveri e Luisa deve solo sopportare di vedere per caso quella statuetta assurda fremendo di curiosità per questo desiderio sconosciuto.
Luisa è una mamma apprensiva, forse impicciona ma lo fa a fin di bene perchè vuole soltanto capire meglio suo figlio che sta sempre chiuso in camera e parla poco. Persino gli insegnanti le dicono che Tommy è bravo, ma non brilla perchè sta sempre isolato e svolge soltanto il minimo indispensabile.
Il senso di colpa che l'annienta da quando è morto suo marito aumenta nel rendersi conto di non essere una buona madre, ma per fortuna ha dalla sua parte delle bravissime amiche che non perdono occasione per farle sentire il loro affetto.
Ho adorato l'amicizia di Luisa e delle amiche. Nonostante siano donne tutte diverse, con mentalità e sogni differenti hanno formato un bellissimo gruppo dove supportarsi quando ce n'è bisogno e questa è una cosa bellissima perchè quando si hanno amici sinceri bisogna tenerseli stretti e non lasciarli mai andare via.
Da quando è vedova Luisa non ha pensato molto all'amore ma un certo bancario le rende complicato non gestire più i suoi pensieri e anche se cerca di tenerlo alla larga, lui non demorde.
Fortunato, il banchiere, mi è piaciuto molto e trovo la sua coppia con Luisa davvero molto tenera e divertente.
Il senso di colpa che prova la nostra protagonista l'ho trovato eccessivo fino a quando non ha spiegato tutta la verità. Attraverso salti temporali vediamo come è cominciata la sua storia con Marcello e devo dire che la mia idea su di lei è cambiata e non in positivo.
Certo in queste situazioni non bisognerebbe mai puntare il dito, ma non sono d'accordo da sempre con certi atteggiamenti e quindi mi sento di dire che non ho approvato il suo comportamento che magari poteva essere gestito diversamente.
Come madre però mi è piaciuta molto, scindendo le due entità da madre e donna c'è una differenza abissale, almeno per me, ma d'altronde errare è umano e questo non bisogna dimenticarlo.
Ho amato il personaggio di Lino, è soltanto un cane, ma vedrete una bella sorpresa in queste pagine e sono certa che vi catturerà come è successo a me.
Penso che il desiderio sia stato qualcosa di fantastico, non l'avrei mai immaginato e denota una bellezza unica. E' stato anche un modo, nel momento in cui si è scoperto, di creare finalmente quel rapporto tra madre e figlio che mancava e qui ho apprezzato molto Luisa per come ha gestito la situazione, o almeno quando l'ha gestita a mente fredda.
Ho trovato però il finale soprattutto con Fortunato troppo affrettato, capisco che non si tratta di un romance, ma da amante di questo genere non posso non dire che avrei preferito qualche pagina in più invece della chiusura così frettolosa per quanto positiva.
Tirando le somme è una storia originale, schietta e sincera perchè essere mamme non è facile per nessuno, essere genitori è il mestiere più difficile del mondo, ma anche essere figli non è una passeggiata.
E' una storia di perdono, di unione, di legami forti, di amicizia e soprattutto di rinascita perchè anche da qualcosa di brutto può nascere qualcosa di bello.
Valutazione 3/5
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