giovedì 7 marzo 2019

Recensione: Se ami qualcuno dillo di Marco Bonini

Ciao a tutti amici lettori.
La settimana sta quasi giungendo al termine e stavolta mi è sembrata che mi sfuggisse, forse perchè le cose da fare sono tante e decisamente ci vorrebbero più di 24 ore per farle tutte.
Anche la settimana sul blog è parecchio impegnativa e prima di concludere ci sono ancora delle cose di cui voglio parlarvi.
Quella di oggi tratta una storia molto particolare.

Trama

Roma, anni Ottanta. Marco, dieci anni, è innamorato cotto. Daniela è la bambina più bella del cortile e lui se la guarda tutti i giorni dal balcone. L'amore non corrisposto lo sta consumando, ma in casa c'è qualcuno molto più irritato di lui. Sergio, suo padre, non crede ai propri occhi: il suo figlio maggiore, rimbambito appresso a una femmina? Poi un pomeriggio, imbambolato dall'apparizione di Daniela sul terrazzo di fronte, Marco si lascia sfuggire una biglia che precipita per sette piani, centrando il parabrezza della macchina della signora Lelle. Sergio esce, guarda di sotto e finalmente urla contro il figlio il suo inappellabile Primo Comandamento: Lo vedi a innamorasse che succede?.... solo guai!Roma estate 2000. Marco, ventotto anni, fa l'attore, guida una decappottabile inglese e non si innamora più da un pezzo. Poi una mattina un telefono squilla in una stanza buia e cambia tutto. Sergio ha avuto un infarto, è in coma e potrebbe non risvegliarsi più. La storia di marco e di suo padre inizia da qui, dall'attimo in cui sfiorano la fine. L'infarto non uccide il corpo di Sergio ma resetta il suo cervello: al risveglio il vecchio Sergio, l'uomo tutto d'un pezzo che non sapeva fare una carezza ai suoi figli o dire ti amo a sua moglie (la quale, non a caso, l'ha lasciato) non c'è più. Al suo posto è arrivato un alieno, imprevedibile, folle e delizioso come un neonato che deve imparare da capo tutto del mondo degli uomini. Il nuovo Sergio non sa leggere nè scrivere, ma balla, ride e sa quando fare una carezza o una dichiarazione d'amore. Sergio sa essere finalmente felice e sa insegnarlo agli altri. Marco è ancora in tempo per apprendere la nuova lezione?

Ammetto di essere stata molto incuriosita dalla trama non appena l'ho vista. Complice il fatto che chi ha scritto questo libro è attore e sceneggiatore ero incuriosita ancora di più.
Ringrazio la Longanesi per la copia omaggio.



Marco è un attore che ha delle convinzioni nella vita, poi un bel giorno una telefonata lo avvisa che suo padre è finito in come e ogni priorità cambia. Quando suo padre si sveglia dopo del tempo in cui temeva non potesse farcela, pensa che il peggio per lui sia finito e invece è esattamente l'opposto. Sergio, suo padre, sta bene fisicamente ma mentalmente è in una fase regressiva che mette a dura prova la pazienza di un uomo come lui. Marco ha sempre avuto un rapporto particolare con suo padre, mai una carezza, mai un abbraccio, e invece adesso quell'uomo che si è svegliato è completamente diverso da quello che ricorda, da quello con cui è cresciuto.
Sergio non esita a esternare i sentimenti, è diventato dipendente in tutto anche per le piccole cose e soprattutto ha bisogno di imparare da capo ogni cosa come fosse un neonato. Marco non sa se è pronto a fare il padre a suo padre e invece poi si rende conto che la vita gli ha fatto avere una seconda possibilità con quell'uomo così introverso che finalmente comprende.
Dietro ai silenzi di Sergio, ai suoi modi di comportarsi c'è una spiegazione che Marco apprende soltanto adesso, scopre che suo padre non è sempre stato così perchè c'era un tempo in cui era completamente diverso. Grazie a questo nuovo scoprirsi, si riavvicinerà a suo padre come non avrebbe mai creduto.

Una storia molto carina che mostra come a volte la vita ci metta ci offra una seconda possibilità da afferrare al volo per ricostruire rapporti con una persona cara.
Ho apprezzato il modo in cui, scavando nella memoria e tra i ricordi di Sergio, si scopre meglio questo personaggio così emertico. Mi è piaciuto come Marco, grazie agli errori di suo padre, sia riuscito un pò a capire anche se stesso. Questa è una storia che dimostra come l'infanzia tempri la persona adulta che poi diventiamo, ci mostra come vivere in un certo modo quei momenti sono fondamentali per la crescita di un bambino.
Molto probabilmente senza questa regressione di suo padre, Marco non avrebbe mai capito tante cose di se stesso nè avrebbe riallacciato quel rapporto con Sergio che per tanto tempo ha desiderato.
A volte anche dalle cose più brutte possiamo trarne il meglio e questa è un'esperienza di vita che tutti noi dovremmo ricordare. E' una cosa che mi ha fatto riflettere e che dovremmo ricordare tutti.


Allora perchè la mia valutazione non è piena se ne ho elegioato tutte le doti?
Ho trovato molti punti di forza in questo libro come vi ho detto, ma ci sono anche state delle cose che non mi hanno convinta.
Passato e presente a mio parere non sono stati descritti con poca precisione, ho faticato un pò ad entrare in contatto con quel momento rapportandolo con un altro già raccontato. Mi sarebbe piaciuta più spiegazione e meno cose lasciate al caso. E poi troppe parole in dialetto che sinceramente avrei evitato. Non che fossero di difficile comprensione, ma secondo me sarebbe stato meglio metterne di meno e spiegare invece più cose. Avrei tranquillamente lasciato correre su queste cose se però non ci fosse qualcosa di più importante: l'empatia.
Purtroppo non è scattata tra me e Marco. L'ho compreso, l'ho capito e per certi versi mi sono dispiaciuta per lui ma più da persona estranea non emotivamente coinvolta, come se guardassi da lontano quello che succedeva senza provare nessuna azione in particolare.
Quando leggo, invece, mi piace essere parte della storia,  restarne coinvolta, entrare così in sintonia coi personaggi da immaginarli reali, ma tutto questo qui non c'era. Mi è dispiaciuto perchè mi aspettavo tutt'altra reazione, e quindi la mia valutazione è scesa senza che potessi evitarlo.
Ovviamente il mio è solo un parere soggettivo ma non mi sento di bocciare totalmente il libro, anzi credo che a qualcuno potrebbe anche interessare soprattutto per i punti di forza che possiede.

Valutazione 3/5




4 commenti:

  1. Ciao Susy! Personalmente sono incuriosita da questa storia… tu sei stata brava a descrivere con obiettività punti di forza e di debolezza. Buona giornata :-)

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    1. Ciao Silvia.
      Grazie mille, se ti capita di leggerlo fammelo sapere ;)
      Buona serata :)

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  2. ciao, anche io non amo quando il dialetto è troppo, capisco sia un limite mio ma fatico proprio (per questo non leggo Camilleri)

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    1. Ciao Chiara.
      A me il dialetto non disturba quando è poco, ma quando è tanto mi rende difficile concentrarmi come vorrei e forse si sarà anche un mio limite questo

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