venerdì 27 settembre 2019

Recensione: Siamo riflessi di luce di Samuel Miller

Ciao a tutti amici lettori.
Siamo arrivati finalmente a venerdì e domani è il grande giorno: è finalmente arrivata la giornata del Rare. Non vedo l'ora!!!
Ovviamente vi spiegherò tutto al mio ritorno, ho intenzione di fare un post apposito come l'anno scorso perché certe emozioni per essere spiegate vanno trascritte come si deve. Intanto tenete d'occhio la mia pagina instagram (susytomasiello) perché ho intenzione di fare molte stories.
Torniamo però con i piedi ancora a Napoli anche se la mia mente è a Roma, perché voglio parlarvi di un libro molto particolare che ho avuto il piacere di leggere da poco.

Ringrazio Harper Collins per la copia omaggio.

Trama
Arthur Louis Pullman Terzo, nome impegnativo per un ragazzo che non sa ancora qual è il suo posto nel mondo, vive da solo con il padre da quando sua madre se n'è andata. Nella sua città, Palo Alto, California, in seguito a un brutto scoppio d'ira, è considerato alla stregua di un crimale. Ecco perché viene mandato lontano, a vivere con gli zii in un piccolo paese sperduto. A Trickee non c'è molto da fare se non scartabellare nella biblioteca di famiglia ed è qui che Arthur scopre, all'interno di un vecchio tomo di ornitologia, alcuni scritti nascosti, quasi un diario, di suo nonno, Arthur Louis Pullam Primo. Un famoso scrittore, che un po' come Salinger, aveva pubblicato un solo grandissimo libro diventato di culto molti anni prima, per poi ritirarsi a vita privata e morire inspeigabilmente a migliaia di chilometri di distanza da casa. Ma adesso Arthur è convinto di avere la chiave per sciogliere il mistero della sua scomparsa: nel diario ci sono un indirizzo e l'indicazione di una linea ferroviaria, la leggendaria California Zephyr. Decide così di salire a bordo del treno, e grazie agli indizi disseminati negli ultimi, sconnessi, pensieri dello scrittore, di andare in cerca della verità sull'ultima settimana di vita di suo nonno.
La trama di questo libro mi ha incuriosita subito e così mi sono tuffata in questa lettura sperando che potesse piacermi. Di solito un libro che è un esordio di un autore è sempre un'incognita, c'è il rischio che proprio perchè è il primo libro non possa piacere a chiunque, ma ero fiduciosa e a lettura ultimata posso dire di aver fatto bene.

E' un libro molto diverso da quello che si legge di solito, la scrittura è molto introspettiva e non sempre di facile interpretazione. Protagonista è un ragazzo che cerca di dare una risposta alla tragica e misteriosa scomparsa di suo nonno, non perchè fosse legato a quel parente che in realtà ha visto poco nella sua vita, ma soprattutto perchè desidera avere un qualche scopo nella vita.
Arthur è un ragazzo tormentato, ogni notte si sveglia in preda agli incubi e non ha un bel rapporto nemmeno con suo padre da quando la mamma ha deciso di andarsene di casa. Decisamente non è una persona facile, mi ha suscitato molta tenerezza perchè è chiaro che sia un ragazzo allo sbando che necessita di avere qualcuno che gli stia vicino nel modo giusto.
E' stato, secondo me, vittima di troppi episodi poco felici nella sua vita e questa ha scatenato in lui un piccolo crollo. L'animo umano è davvero fragile e ma in questi casi avere qualcuno che ci sostenga è davvero essenziale e, almeno inizialmente, Arthur è da solo e questo non è per niente bello per un ragazzo nella sua situazione.
Quando ritrova per caso un vecchio diario del nonno decide che è arrivato il momento di scoprire il grande mistero che aleggia dietro la sua scomparsa. Suo nonno si chiamava Arthur così come lui e come suo padre e il ragazzo non è mai riuscito a costruire col nonno un vero e proprio rapporto. Una brutta malattia gli ha impedito di costuire ricordi da conservare nella memoria, quello che Arthur sa con certezza era che suo nonno era molto apprezzato, non ha mai letto un suo libro eppure il nome Pullam suscita sempre tanto clamore per i lettori che l'hanno letto e apprezzato. E' a quel punto che comincia a pensare che forse proprio dietro quelle storie può scoprire la verità dietro la sua morte.
Non ascolta suo padre che gli dice di lasciar perdere, ma prosegue la sua strada che lo porta fuori dalla sua città. Si imbatte in Mara, una delle grandi fan di suo nonno e grazie al suo aiuto questo personaggio fuori dal comune riesce a fargli comprendere molte cose.



Siamo riflessi di luce è una storia molto intensa che mescola vari generi, che ci porta a riflettere sull'importanza dei valori, della vita stessa.
Samuel Miller ha un un tipo di scrittura molto particolare che spazia da quello scorrevole e lineare a quello colloquiale e pratico. Ammetto di non aver del tutto apprezzato la sua scelta di scrivere senza le maiuscole, ho compreso la sua scelta e ho capito il perchè, tuttavia leggere in questo modo mi ha un po' infastidito. Questa è l'unica "pecca" che ho trovato nel libro, ma è una questione puramente personale, posso dire che la storia mi è paciuta molto. Adoro quando le storie trasmettono qualcosa e questa suscita tante emozioni.
Non si parla soltanto di un ragazzo sbandato che ha difficoltà a relazionarsi con la vita, ma si tratta dell'adolescenza, della difficoltà ad essere accettati, della famiglia e delle relazioni complicate e difficili da conservare. Arthur ci mostra la fragilità umana e ci dimostra che un po' d'amore a volte può fare la differenza.

Valutazione 4/5





4 commenti:

  1. Nemmeno io ne sapevo della sia esistenza. Lho scoperto solo ieri, e data la tua recensione sembra una lettura a cui dargli una possibilità 🤗🤗

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    1. Ciao gresi.
      Sì è molto carino, particolare però per il modo in cui è scritto quindi non adatto a tutti, ma sicuramente originale

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  2. sembra molto introspettivo, che fa riflettere

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    1. Si infatti Chiara e questo è il punto di forza di questa storia

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