Settimana impegnativa sia sul blog sia sul fattore quotidiano, quando le giornate sono così piene mi sembra di girare come una trottola e quando finalmente riesco a fare quello che mi piace (leggere, scrivere) è quasi una benedizione.
E quindi parliamo dell'ultima lettura che mi ha tenuto compagnia.
Trama
Sara ha sedici anni e grandi sogni. Sara gareggia nella Nazionale di pattinaggio sul ghiaccio, finché un incidente le ruba il futuro che aspettava. Sara soffre, vive, combatte contro una paura grande come è grande il vuoto che c'è al mondo. Sara ha un'amica che è l'altra metà della sua anima e una famiglia che, come tutte le famiglie, è una gabbia ma anche un trampolino. Sara si innamora del ragazzo sbagliato, poi di quello giusto ma al momento sbagliato. Sara fa un gran casino, si reinventa, rifiuta di credere a chi dice "è impossibile", sbaglia, cade ancora, ma non smette mai di provare a rialzarsi. Sara canta come un angelo, scrive pezzi da strapparti il cuore, non mangia mai, pesa come un uccellino eppure non puoi farla crollare, se non è lei a deciderlo.Sara è una ragazza come le altre. Difficile, incasinata, unica e alle prese con il compito più pesante di tutti, trovare la strada giusta in mezzo a mille sbagliate. Imparando che anche perdersi ogni tanto va bene, tenendosi sempre stretta la voglia di ritrovarsi.Ringrazio la Longanesi per la copia omaggio.
Non appena ho visto questa cover e appena ho letto che la protagonista era una pattinatrice, ho subito deciso che dovevo proprio leggere questo libro. Di recente ho visto con mia sorella una serie su Netflix proprio sul pattinaggio e quindi questa trama mi incuriosiva a maggior ragione.
Soltanto dopo, ho scoperto che questa autrice non è soltanto una scrittrice, ma è conosciuta nel mondo della musica per aver partecipato a X Factor. Ammetto di non vedere questo programma, ma dopo aver letto il libro sono andata a sentirmi la sua canzone e mi ha fatto comprendere quanto ci sia di lei in questa storia.
Cherofobia, il titolo della canzone di Martina Attili, è anche quello della protagonista Sara che come lei ha una grande passione per la musica. Confesso che questa parola non mi diceva niente, ho soltanto capito che si riferiva a qualche paura, ma mai avrei immaginato che esistesse un termine per identificare la paura della felicità soprattutto poi associata a una ragazzina di sedici anni. E' vero che è un'età difficile, è vero che i piccoli problemi sembrano insormontabili, ma non si dovrebbe avere paura della felicità anzi rincorrerla e afferrarla in tempo sarebbe la soluzione ideale, ma non va così con Sara.
Questa protagonista ci mostra un lato diverso della vita adolescenziale, ci fa capire come basta davvero un niente per ribaltare completamente una vita intera. A lei succede quando le capita un banale incidente che la costringe a mettere da parte i pattini. Il pattinaggio è tutto il suo mondo e non poterlo praticare la rende insofferente com'è normale che sia, ma i suoi genitori la spingono a fare altro e Sara trova conforto nella musica, nella canoa che la distraggono e la fanno sentire ancora viva.
I genitori presenti in storie del genere sono una rarità e quindi questa differenza mi è piaciuta molto, ciò che non sono riuscita proprio a digerire è stata la loro totale incapacità di aiutare Sara in un altro percorso. Non credo sia giusto giudicare perché come sempre in certe situazioni bisogna esserci dentro per capire veramente cosa si prova, tuttavia questa cosa a me ha lasciato l'amaro in bocca e non riesco a passarci su. Nonostante si vede che siano due brave persone che amano e vogliono il meglio per Sara, avrei preferito avessero fatto di più.
Sorvolando questo passaggio, credo che l'autrice sia stata molto brava a descrivere una protagonista imperfetta, ma che non molla mai. Sara è una di quelle persone che non accetta una sconfitta, ma rende anche una perdita la migliore delle vittorie. Il suo coraggio, la sua voglia di reinventarsi non sono da tutti ed è un esempio davvero positivo da lanciare a tutte le ragazzine che hanno problemi e si abbattono per un non niente. Certo, commette degli errori, anche tanti a dir la verità, ma lo fa con la consapevolezza che la sua vita non è finita, che può cambiare perché lei può migliorare e di conseguenza anche chi le sta intorno.
L'autrice è brava a parlare di problemi seri e delicati con un linguaggio semplice e diretto adatto perfettamente a un pubblico giovanile. Si nota da ogni parola che a scriverla è una ragazza giovane che riesce a comunicare perfettamente con i suoi simili, il suo stile è ancora acerbo ma d'impatto. Riesce ad arrivare dritta al punto e a fine lettura ci sono molti messaggi su cui riflettere, io che adoro i libri che fanno pensare ci sono andata a nozze. Credo che siano i migliori perchè ti spingono a considerare molti fattori, a realizzare tante cose e vedere tutto da una prospettiva diversa.
Quindi se cercate una storia diversa dalle altre, indirizzata principalmente verso un pubblico giovanile e che termina con un finale dolceamaro allora questo libro fa per voi.
Spero che pochi soffrano di Cherofobia, ma che riusciute a vivere la vita con la gioia negli occhi e nel cuore, perchè la serenità esiste, basta solo trovarla.
Valutazione 3/5
mi piacciono i libri che fanno riflettere
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