mercoledì 13 gennaio 2021

Rubrica: Storytelling Chronicles: Il ritorno di Susy Tomasiello

Ciao a tutti amici lettori e buon sabato.
Come state? Io spunto di sabato, ormai lo sapete, per appuntamenti speciali e quello di oggi lo è davvero perchè torno con la Rubrica Storytelling Chronicles


Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog  La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish Kingdom
L'argomento di questo mese è stato scelto è una Fan Fiction, l'idea mi è piaciuta subito anche se non sapevo inizialmente se avrei partecipato e invece poi, complice una serie che ho visto e un libro che ho letto, ho capito che quella era la scelta giusta quindi eccomi qui.

Il libro di cui parlo e la serie che ho visto è Belgravia. Ve ne ho parlato QUI   il mio giudizio resta più che positivo su questa serie ma c'è una piccola cosa che mi ha rattristata dell'intera vicenda e attraverso la mia storia ho cercato di creare una realtà diversa, alternativa in fondo è anche questo che fanno le Fan Fiction.
Ora però c'è un piccolo avvertimento. Se non avete letto il libro o visto la serie e avete intenzione di farlo nel prossimo futuro non proseguite la lettura del mio racconto perchè svelerebbe un segreto della storia stessa. Sarebbe stato più semplice evitarlo mi direte, ma non potevo perchè è proprio per quel segreto che la mia storia comincia e volevo dargli un più di giustizia che purtroppo non c'è stata ma che è stata giusta ai fini della storia.
Pronti a proseguire?
Se siete qui allora vuol dire di sì, quindi iniziamo pure.
La mia breve storia comincia quando Anne Trenchard va da sua figlia che ha appena partorito. Nel libro, nella serie è una scena triste e angosciante, nella mia le cose vanno in modo completamente diverso.



Quando giunse nella casa isolata e poco vissuta che avevano scelto come rifugio dagli sguardi esterni, Anne Trenchard non trovò il solito silenzio ma udì un vagito inconfondibile: quello di un bambino.
Sorridendo salì velocemente le scale che portavano al piano di sopra eliminando le buone maniere per quella che si prospettava una giornata indimenticabile. Ad accoglierla in cima alle scale c’era una cameriera sorridente che s’inchinò appena alla sua vista.
«Signora Casson è nato un maschietto» annunciò con aria allegra. Per un attimo Anne si chiese chi fosse la Mrs Casson per poi ricordare che era quello il cognome scelto da suo marito per non essere riconosciuti e risalire a loro. Fece un cenno col capo alla giovane donna per poi precipitarsi nella stanza da letto dove la sua adorata Sophia era appena diventata mamma. Aveva un’aria stanza, i capelli biondi sudati ai lati del viso stremato ma felice.
Anne amava i suoi figli allo stesso modo eppure c’erano momenti come questo in cui Oliver passava in secondo piano perché Sophia restava sempre la sua prediletta.
«Come stai?» chiese con apprensione prendendo le mani tra le sue. Il bambino era nato prima del previsto e non era presente come avrebbe dovuto a quell’evento così misericordioso.
«Bene madre, avete visto il bambino?»
«Un maschio sano e forte» decretò il medico dietro di loro. Tra le mani stringeva un fagottino piccolissimo che piangeva sommessamente. «Volete tenerlo in braccio?»
Anne guardò sua figlia incerta. Il motivo per cui si trovavano in quella casa isolata con nomi falsi era per permettere al nascituro di venire al mondo per essere affidato a una famiglia che se ne sarebbe presa cura. Mr Trenchard aveva predisposto tutto e le due donne si erano adeguate al suo volere, d’altronde cos’altro avrebbero dovuto fare con Sophia ancora nubile e il padre del bambino morto nella battaglia di Waterloo pochi mesi prima?
Mrs Trenchard aveva sempre saputo che la simpatia di sua figlia per Lord Bellasis avrebbe portato seri guai, in ogni modo si era adoperata per inculcare un po’ di buon senso nella testa della sua ingenua figliola ma non era bastato. Spronata dall’appoggio di suo padre Sophie era caduta vittima del fascino di quell’ufficiale e ora si ritrovava disonorata e con un bambino a carico. Si era sforzata di pensare solo a fare in modo che questi mesi lei fosse accudita nel migliore dei modi, ma adesso il pensiero del futuro di sua figlia si fece sempre più vicino: come avrebbero fatto a maritarla con un buon partito adesso?
«Mi piacerebbe» mormorò Sophia distogliendola da quei cupi pensieri. «Solo per un momento. Pensate che possa madre?» 


Separarsene immediatamente era la soluzione migliore, Anne lo sapeva benissimo. Dare un taglio netto a ogni cosa e voltare pagina era la cosa giusta da fare per poter ritornare alle proprie vite, ma non se la sentiva di negare alla sua adorata figlia quest’ultima richiesta. Aveva il cuore spezzato per un uomo che l’aveva ingannata e ora era costretta a separarsi dalla sua creatura sperando di poter vivere una vita onorevole nonostante tutto, forse una piccola gioia dal piccolo non le avrebbe fatto male.
Annuì impercettibilmente al medico che passò in consegna quell’esserino innocente che non aveva nessuna colpa. Lo sguardo di Sophia s’illuminò nel guardarlo, anche secondo Mrs Trenchard quel neonato era bellissimo ma non era per questo che sua figlia stava risplendendo lo sapeva bene: si era innamorata all’istante dell’esserino che aveva dormito nel suo grembo per nove mesi e adesso separarsene sarebbe stato ancora più difficile. Aveva sbagliato, arrecarle altro dolore era l’ultima cosa che voleva, ma ora come tirarsi indietro?
«Mrs Casson!» esclamò la cameriera entrando in camera con una furia che fece sobbalzare la donna. Si chiese dove avesse imparato le buone maniere e fu felice che non fosse a servizio della sua casa. Stava per rimproverarla di tanto impeto ingiustificato, quando lei quasi urlò per l’emozione.
«Avete visite Mrs Casson! Un gentiluomo aspetta di essere ricevuto»
«Un gentiluomo?» ripeté Anne confusa. Suo marito, il Mago, era impegnato in affari urgenti al momento e lui era l’unico a conoscere l’ubicazione esatta di dove si trovavano. «Avrà sbagliato indirizzo» dichiarò sicura. «Qual è il suo nome?»
«Lord Edmund Bellasis» rispose il diretto interessato facendo un passo avanti. Era ancora in uniforme come l’ultima volta che le due donne l’avevano visto, il cappello tra le mani e gli occhi ricchi di gioia mentre guardava verso il letto.
Sophia si portò una mano alla bocca per evitare di urlare mentre il piccolo adagiato su di lui cominciava a muoversi irrequieto. Mr Bellasis avanzò nella stanza e Anne decise di assumere il controllo quando si rese conto che non stavano sognando. Si mise davanti al letto come impedendone il passaggio. 

                     

«Cosa fate qui Lord Bllasis?» osservò con una calma che il suo cuore non possedeva. «Non potete entrare in una stanza senza essere stato invitato e lo sapete bene, devo dedurre che il tempo passato lontano da casa vi abbia fatto dimenticare le buone maniere?»
«Mi scuso per l’irruenza Mrs Trenchard» le rivolse un breve cenno lui. «Ma ho ogni diritto per essere qui in qualità di marito di Sophia, vostro marito è stato così gentile da fornirvi le indicazioni giuste per arrivare presto e nella fretta non mi sono ancora cambiato ma non stavo nella pelle di rivedervi mia cara».
«Marito?» ripete Sophia. Cercò di alzarsi, ma il peso del bambino glielo impedì. Anne le fu subito accanto per aiutarla a stare più comoda mentre il medico con un discreto colpo di tosse prendeva la propria borsa.
«Credo sia meglio andare adesso, se avete ancora bisogno di me sapete dove trovarmi».
Il dottore avrebbe dovuto prendere il bambino e consegnarlo alla sua nuova famiglia eppure adesso la scena che gli si presentava davanti modificava ogni cosa. Anne non sapeva se fermarlo o lasciarlo andare, l’arrivo di Edmund aveva cambiato tutto e non era un fantasma anche se quella spiegazione sarebbe stata più facile da sopportare. 

                                        
«Puoi lasciarci soli un momento madre?» chiese Sophia con una voce del tutto diversa. Non era più scossa o spaventata, ma solo determinata a porre fine a qualcosa che l’aveva fatta soffrire troppo. Anne annuì, ma era decisa a non lasciare da sola sua figlia in balia di quell’approfittatore. Mandò via la cameriera e lasciò la porta aperta mentre usciva dalla stanza. Suo marito non la smetteva di creare disastri, ma stavolta non sarebbe stata in silenzio a sopportare tutto senza proferire parola.
«Mi avevano detto che...»
«Lui è il nostro...»
I due giovani avevano parlato insieme, ma fu il piccolo a infilarsi in quella discussione spezzata emettendo un suono così alto che perforò i timpani di entrambi. Sophia cominciò a cullarlo con dolcezza e i lineamenti del suo viso si distesero. Lo shock di aver visto Edmund fu spazzato via dal calore di quel corpicino indifeso che voleva solo essere amato.
«Sono sopravvissuto alla battaglia, ma soltanto adesso sono potuto tornare a casa» disse Edmund rispondendo alla sua domanda a metà. «E prima ero sincero: non vedevo l’ora di vederti Sophia, mi sei mancata tantissimo! Lui è il nostro bambino vero?»
«Sai benissimo di essere stato l’unico per me, o forse credevi che accettassi le proposte di matrimonio di chiunque?» replicò lei arrabbiata. La tristezza e l’angoscia che aveva provato nell’apprendere il suo tradimento aveva lasciato spazio a una furia pronta a esplodere con fiammate ardenti.
«Non era mia intenzione offenderti amor mio, sono felice di questa lieta novità che spazzerà via ogni momento buio. D’ora in poi solo cose belle per noi tre».
Edmund le prese la mano con solenne emozione nel volto e Sophia lo scrutò perplessa. Il suo tocco, quella voce e il suo sorriso avevano ancora lo stesso effetto devastante sui suoi sensi ma non poteva lasciarsi abbindolare una seconda volta anche se saperlo in vita era un dolore in meno da sopportare.
«Ho visto il tuo amico ufficiale quella sera» replicò ritirando la mano e continuando a cullare il piccolo che pareva essersi assopito. «Non era un sacerdote come mi hai fatto credere».
«Certo che lo era!» esclamò subito Lord Bellasis. «Credi che avrei lasciato ufficializzare la nostra unione dal primo arrivato?» 

                                   

Sophia non rispose e Edmund spalancò la bocca interdetto.
«Ci hai creduto davvero! Mi conosci e sai che non avrei mai compiuto un’azione così meschina. Ti amo e voglio rispettare la mia promessa di stare insieme per sempre, dimmi che lo vuoi anche tu ti prego».
Aveva speso mesi a odiarlo, a detestarlo eppure non aveva mai voluto la sua morte. Quella notizia l’aveva devastata nonostante credesse di non amarlo più eppure quel sentimento così forte che li aveva uniti dal primo momento era ancora presente e pulsava nel suo cuore con prepotenza. Sophia aveva paura a fidarsi di nuovo, ma conosceva Edmund nel profondo. Con lei non era mai stato l’erede del Duca, ma semplicemente Edmund e lei lo amava. Profondamente.
Anche se aveva pianto tanto in quest’ultimo periodo dal credere di non avere più lacrime, una pioggia salata le scese sulle guance e non riuscì a evitarla.
«Anch’io ti amo» mormorò con voce rotta. Lord Bellasis, il suo Lord Bellasis le sorrise con tenerezza e poi asciugò le lacrime con i suoi baci. «Siamo sposati davvero Edmund?»
«Sì, mia signora e non devi più nasconderti per timore del giudizio altrui. Adesso ci sono io e ti proteggerò da ogni cosa».
Nemmeno nei sogni più belli aveva immaginato qualcosa del genere e ora il cuore di Sophia sembrò scoppiare per la troppa gioia. Non avrebbe più dovuto dire addio al suo bambino né pensare a un futuro senza amore perché il futuro si colorava soltanto di luce e lei non vedeva l’ora di esserne invasa.
«Dobbiamo decidere un nome» si sedette sul letto accanto a loro Edmund. Guardò suo figlio con gioia afferrando il suo minuscolo ditino. Come sua madre anche lui s’innamorò perdutamente di quella creaturina che sentiva già sua. Una famiglia solo loro era il suo sogno più grande e adesso si era finalmente realizzato. Gli ultimi mesi erano stati estenuanti, difficili e voleva cancellare dalla mente tutta la brutalità a cui aveva assistito. Sophia era l’unica a poterle dare la serenità a cui aspirava e ora c’era anche un figlio ad allietare le sue giornate. Suo figlio che sembrava persino sorridergli mentre stringeva forte il suo dito. Il nome sembrò volargli dal cuore e quando sollevò gli occhi verso la donna che amava, s’impegnò a far durare quella felicità ritrovata per sempre.
«Cosa ne pensi di Charles?»

                                         

Per chi non conosce Belgravia farà un po' fatica a comprendere la scelta di usare questi personaggi per il mio racconto e a quel punto mi aspetto un parere generico sulla storia com'è giusto che sia. Per chi invece conosce benissimo quella originale, capirà perfettamente perché abbia scelto di omaggiare questi due personaggi alquanto sfortunati.
Come sapete a prescindere dalla storia, questo è un genere che mi piace molto quindi aspetto volentieri i vostri commenti.

Copyright @ 2021 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

 


13 commenti:

  1. Ciao Susy! Non conosco la serie tv di cui oggi ci racconti, quindi ho letto la tua storia prendendola come una "novella storica" originale, ed anche così mi è molto piaciuta. Mi è sembrata una vicenda dolce, che fa bene al cuore: fortunatamente questa famigliola, dopo quelle che sembrano essere delle grosse difficoltà, ha avuto il suo happy ending! Immagino che nella serie tv le cose siano andate diversamente, e, se è così, hai fatto bene ad immaginare una "versione felice" della storia ed a rendere giustizia a personaggi che sicuramente ti piacciono.

    Ti segnalo solo un piccolo refuso: ad un certo punto (dopo il primo stacco se non sbaglio) c'è scritto "Lord Bllesis" senza la e.

    Per il resto, complimenti come sempre e alla prossima!

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  2. Grazie mille Silvia per la segnalazione e aver apprezzato la mia piccola storia senza conoscerne la versione originale, sicuramente così è più difficile me ne rendo conto

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  3. Ciao. Non conoscevo la serie e nemmeno la storia, quindi ho letto il tutto come se fosse una storia originale, cercando di ricostruire i vari riferimenti che vengono fatti.
    È una storia sicuramente con un lieto fine, che nessuno si aspettava direi. Un momento di gioia che si trasforma in una vera festa.
    Ho trovato il racconto scritto bene, scorrevole, e facile da leggere. Avrei voluto sapere di più sui sentimenti dei protagonisti, ma immagino che essendo una Fanfiction, tu abbia scelto di raccontare un momento preciso e quindi direi che è stata una scelta giusta.
    A presto
    Chris

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    1. Grazie per il tuo commento esaustivo e giustissimo. Hai centrato completamente il fulcro di tutto

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  4. Ciao Susy! Non conosco la storia di questa serie, ma sei riuscita lo stesso a lasciarmi senza parole. Non solo per i contenuti, di certo molto di impatto, ma soprattutto per lo stile di scrittura che hai messo in campo. Oserei dire, che questo sia il miglior racconto letto tra le tue storie... per potenza espressiva e forma. La scrittura scorre fluida ed emoziona, perché ti fa perfettamente immaginare la scena. Mi dispiace non poter dare un giudizio sulla ff in sé, ma di certo qui hai messo in campo abilità narrative molto migliorate, dando vita a un happy ending che scalda il cuore. Bravissima e alla prossima!!!

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    1. E ora sono io a emozionarmi *_*
      Grazie carissima amica, grazie davvero.
      Il tuo parere per me è molto molto importante lo sai e sono davvero felicissima che ti sia piaciuta la mia piccola storia.

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  5. Non conosco la serie, ma la storia mi è piaciuta molto.
    Apprezzo questo genere di ambientazione storica e quella di una madre costretta a separarsi dal figloo è una tematica che mi tocca sempre nel profondo.
    Hai gestito davvero bene eventi ed emozioni. Il racconto scorre via, anche con un ottimo ritmo, e ti trascina in fondo senza che tu te ne accorga.

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    1. Ne sono contenta Simona grazie ❤️Anche a me piacciono molto queste tematiche e le ambientazioni storiche

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  6. Ciao Susy, che piacere leggerti! Non conoscevo la storia né la serie TV (che però spero di recuperare - adoro questo genere!), ma ho trovato un racconto comunque ben scritto e scorrevole, perfettamente riuscito e sviluppato, l'ho apprezzato molto. Come sempre, fare un tuffo grazie ai tuoi scritti in quest'epoca è un viaggio piacevole, ti ringrazio per avercelo regalato. Alla prossima, Stephi :)

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    1. Ma grazie Steph che gentile che sei!
      Io amo tanto questo genere, ormai è risaputo, e mi piaceva dare una versione diversa a questa storia bellissima che se ti piace devi proprio recuperare

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  7. Non conosco l'originale ma devo dire che ho amato la tua fanfiction. Come sai anche io ho voluto rendere giustizia a due personaggi sfortunati, quindi condivido il tuo intento. Mi è davvero piaciuto, Susy. È ben scritto e si respira tanta dolcezza. Mi sono emozionata. Complimenti.

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    1. Grazie Silvia.
      Sono sicura che quando vedrai Belgravia ti piacerà un sacco. Condivido la tua idea di dare un finale diverso come sai e quindi meno male che esistono le fan fiction 😝

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  8. Grazie Federica non sai che felicità leggere le tue parole perché amo davvero tanto questo genere e sono contentissima che questo raccontino sia piaciuto ❤️
    Belgravia è molto bella se ti capita di recuperare libro o serie fammi sapere😉

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