venerdì 31 dicembre 2021

Rubrica: Storytelling Chronicles: Tu credi nella magia? di Anne Louise Rachelle

Buon 31 dicembre amici lettori.
Eccezionalmente per oggi due post per due eventi importanti, ci rileggiamo più tardi per un progetto condiviso, ma prima torna la Rubrica Storytelling Chronicles.



Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog  La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish Kingdom

Ospito nuovamente la mia amica Anne Louise Rachelle.



TU CREDI NELLA MAGIA?

 


«Tu credi nella magia?» La domanda riecheggiò nel silenzio della notte, anche se era stato solo un sussurro, uno dei tanti che facevano compagnia ai fiocchi di neve e alle stelle nascoste dietro le nubi quasi tutte le sere di inverno.

«Dipende da cosa intendi… parli di megere con brufoli sul naso e pentoloni gorgoglianti? Oppure… di pseudo pratiche new age? O ancora di miracoli fatti da santi e madonne? E non mi guardare in quel modo, la tua domanda è un tantino generica…»
Alcyone fissava esasperata la sua amica Elektra. Avevano entrambe sedici anni, vivevano in un orfanotrofio da quando erano nate ed erano diventate migliori amiche un giorno di ormai dieci anni prima. Queste erano le uniche cose che avevano in comune, di fatto non potevano essere più diverse. Alcyone era sensibile, riservata, sognatrice; Elektra era impulsiva, scontrosa, pragmatica. Non amavano socializzare con gli altri ospiti dell’istituto, qualcosa che non erano in grado di spiegare glielo aveva impedito. Quello stesso qualcosa le teneva però unite, nonostante le vive discussioni che caratterizzavano il loro rapporto. In realtà, vivevano per quelle, adoravano confrontarsi sui più disparati argomenti, che fosse il cielo, la terra, la religione o, come in quel caso, la magia.
«Io penso che ci sia della magia in ogni cosa, insomma, come spieghi il bucaneve che spunta dal ghiaccio dopo un intero inverno?» insistette Alcyone, con voce sognante.
«Spirito di adattamento? La Natura è famosa per adeguarsi all’ambiente circostante, così come gli esseri umani…» La risposta era arrivata pronta da parte di Elly, ma non con la solita forza.
«Lo sai anche tu che c’è molto di più dietro il bucaneve che rompe il ghiaccio e la stella cadente che illumina il cielo, solo non vuoi ammetterlo perché facendolo dovresti credere che tutto ciò sia reale… e non sei pronta…» Alcy ribatté senza alcuna esitazione, cosa alquanto rara per lei, che mormorava sempre nel timore di sbagliare.
Elektra stranamente non replicò caustica, come quando era certa delle sue argomentazioni e verità.
«Se ci fosse davvero magia nel mondo, noi non saremmo state abbandonate e non vivremmo assieme ad altri ragazzi come noi. Non esisterebbero le malattie, né il dolore di una perdita, tantomeno la morte…»
Alcyone la fissò con tenerezza, coprendola meglio con il plaid pesante, poi la invitò a bere la cioccolata bollente prima che si freddasse.
«Io la vedo da un altro punto di vista: se non ci fosse magia nel mondo, noi non ci saremmo mai incontrate. È vero, siamo state abbandonate, ma se non lo fossimo state non ci saremmo conosciute. Non avremmo scoperto cosa significa discutere, osservare le stelle, gli alberi, i fiori, la neve fino alle prime luci dell’alba; cosa significa il conforto di una persona che ti capisce e asciuga le tue lacrime; cosa significa ridere fino a quelle stesse lacrime per motivi completamente diversi… Senza tutto questo, pensi che saremmo diventate ciò che siamo oggi?»
«Forse con due genitori amorevoli saremmo state migliori…» Elly non mollava la presa, ma l’emozione era palese dietro le ciglia umide.
«Oppure no, magari saremmo diventate due arpie senza cuore… non puoi saperlo!» Alcyone sostenne lo sguardo dell’amica, prima di scoppiare a ridere insieme.
«Non ti ci vedo come arpia, ma non possiamo escluderlo in effetti…» riuscì a dire tra una risatina e l’altra Elektra.
La sala ristoro era vuota a quell’ora di notte e le camerate erano lontane, perciò, non avevano timore di svegliare nessuno. Spiccavano però gli addobbi natalizi: ghirlande, lucine, palle di vetro decorate; il rosso, il verde e l’oro la facevano da padrone sfatando il luogo comune che in posti come quelli era tutto bigio e spento. La realtà dei fatti era un’altra. La tristezza nasceva dalla consapevolezza di non aver nessuna persona cara al di fuori di quelle mura. Tuttavia, al loro interno, potevano comunque contare sull’affetto e le premure della signora Celine e delle sue volontarie… e non bisognava darlo per scontato.
«A volte penso di non appartenere a questo mondo. Guardo oltre le nuvole, mi perdo tra le costellazioni e sento un richiamo fortissimo…» Alcy confessò in un sussurro, tornando a guardare le nubi cariche di neve e tempesta, con stampato in mente un’immagine vivida dell’universo… non di qualcosa visto sui libri di studio, ma da una prospettiva diversa. Vedeva l’universo come se vi fosse del tutto immersa dentro. Non era la prima volta che le capitava ed era sempre una sensazione stranissima.


«Sono solo fantasie, Alcy, nate da tutti quei libri fantasy che ti ostini a leggere. Non dico che non ci sia vita al di là del pianeta Terra, ma raggiungerla o anche solo immaginarla è impossibile…» Elektra era sempre stata irremovibile sull’argomento. Anche qui, l’amica aveva il dubbio che si trattasse solo di paura e che lei provasse le sue stesse emozioni. Avevano un modo differente di affrontarle, tutto qui.
«Nel secolo scorso anche il viaggio sulla Luna era considerato “impossibile”, e invece sai com’è andata a finire. Forse è solo una questione di tempo, forse quella “magia” è più vicina di quanto crediamo… sento che potrebbe essere così e non dire che sono una sentimentale, perché ti sei sempre fidata del mio istinto.» Alcyone redarguì Elly con un dito gelato puntato al petto e con sguardo fintamente minaccioso.
Elektra le fece una linguaccia dispettosa, ma non rispose in altro modo. Alcy aveva ragione, fin dal primo momento che si erano incontrate, le aveva detto che sarebbero state amiche per la pelle… e non si era sbagliata, perché si ostinava a non darle ragione su questo?
Il richiamo che Alcyone sentiva guardando le stelle, Elly lo provava inspirando il profumo di un fiore, abbracciando un albero, fissando i fiocchi di neve sciogliersi sul davanzale della finestra. Solo che al contrario dell’amica, non si abbandonava a quel richiamo, a un certo punto lo rifiutava, perché non poteva esserci un epilogo felice in una vita iniziata con premesse tanto brutali. La felicità era un’illusione, spezzata quella sarebbe rimasto solo dolore e delusione.
Passarono diversi minuti, in cui le giovani rimasero perse nei loro pensieri, con la tazza calda tra le mani in cerca di tepore. Sotto le coperte sarebbero state molto meglio, ma non riuscivano a rinunciare a quei momenti trascorsi insieme di fronte alla grande finestra che affacciava sul giardino dell’Istituto.
«Se non impariamo a gioire delle piccole cose, non potremo aspirare a farlo con quelle più grandi…» disse Alcyone, come se avesse letto nella mente di Elektra. In realtà, la conosceva talmente bene che ogni meccanismo del suo cervello era come un libro aperto per lei. Era rimasta a fissare la neve cadere, sapeva che la sua amica si sarebbe schermita se avesse osato “sfidarla” anche con lo sguardo.
«Se impariamo a non gioire neppure delle piccole cose, il rischio di soffrire per quelle grandi è pressoché azzerato!»
Alcy scosse il capo, non per giudicare Elly, era dispiacere ciò stava provando.
«Ma alla fine cosa resta? Una vita vuota, sterile, tetra…» rispose l’altra con voce mesta, ma non senza speranza. Afferrò la tazza di cioccolata di Elektra e la poggiò insieme alla sua sul davanzale, poi infilò una mano sotto il plaid, prese un oggetto e lo porse all’altra. Era una scatolina avvolta in una carta colorata, disegnata a mano. «So che mi avevi detto che non volevi regali per Natale, ma non ho resistito. Vorrei che questa fosse la prima piccola gioia da cui partire per cambiare filosofia… in fondo, senza queste gocce di emozioni non resterebbe davvero nulla per cui valga la pena respirare.»
Alcyone aveva parlato piano, scandendo bene ogni sillaba, nel tentativo di far arrivare la grande emozione che provava, direttamente al cuore di Elly per convincerla a ripensarci. Non poteva davvero smettere di sperare e credere nella magia, sarebbe stata la fine… Quest’ultima, con mani tremanti, afferrò il pacchetto e lo aprì in silenzio. Un groppo le serrava la gola, un misto di sensazioni: frustrazione, curiosità, dolcezza. La sua amica sapeva sempre come fare breccia nella sua corazza e ancora non aveva aperto il regalo…
Quando lo fece per poco non le cadde per la sorpresa. Era una palla di vetro, ma dentro non c’erano i tipici paesaggi innevati. Ciò che riconobbe senza ombra di dubbio era la costellazione delle Pleiadi, sospesa in una gelatina dai mille riflessi colorati, capaci di riprodurre in miniatura un piccolo universo. Le parole faticavano a venire fuori, anche se sapeva che doveva pur dire qualcosa. Ancora una volta, però, Alcyone le venne in aiuto, intuendo la sua difficoltà.
«I nostri nomi sono quelli di due stelle, tra le più luminose, della costellazione delle Pleiadi. Credo che questo non sia un caso. La notte, quando guardo da questa finestra la volta celeste, immagino che la nostra amicizia sia nata proprio perché in un altro tempo e in un altro spazio siamo state sorelle.»
 


«Sorelle? In un altro tempo e in un altro spazio?» Elektra era incredula, ma non perché riteneva davvero impossibile la teoria della sua amica, al contrario, era la migliore spiegazione a tanti elementi su cui si arrovellava da sempre. Ma, ancora una volta, non aveva il coraggio di discuterne ad alta voce. Era semplicemente pazzesco credere che il loro incontro non fosse stato casuale e così il loro vivere in un istituto senza una famiglia o altri legami.
«Pensaci, anche se diverse siamo affini, così ci siamo ritrovate. Non ho bisogno di una prova scientifica che dimostri ciò che dico… sento che è così, allora quando riuscirai ad ammettere anche tu che senti le stesse cose, forse ricorderemo e smetteremo di soffrire…»
«È tutto assurdo, lo sai vero?»
«Non più assurdo di una navicella sparata sulla Luna o del Big Bang riprodotto in un laboratorio.» Alcy non voleva arrendersi e questa volta fissava Elly direttamente in viso. «Festeggia con me questo Natale, riscopri la bellezza di una risata di fronte al grande camino e di un pasto prelibato condiviso con gli atri, piccini e non. Ammetti che la magia è intorno a noi e che tu la percepisci forse più di me, perché l’essere umano è magia… così come ogni cosa che lo circonda. L’universo è magia e noi stessi siamo un pizzico di universo…»
In altre circostanze, Elektra avrebbe preso in giro la migliore amica per quei discorsi fantasiosi, ma non poteva negare ciò che il suo cuore le stava suggerendo: Alcyone aveva ragione, percepiva la verità nella sua voce infervorata.
«Ci proverò…» mormorò alla fine, dopo una lunga riflessione, portando la palla di vetro verso il petto. La strinse come se potesse trasformarsi in un'àncora di salvezza e, forse, non era poi così lontana dalla realtà.
Subito dopo, le ragazze si fissarono per un lungo attimo prima di cedere a una rara dimostrazione d’affetto, abbracciandosi. Nessuna delle due era solita abbandonarsi a gesti simili, ma quello era il loro modo di suggellare una promessa importante e un rapporto ancora più solido. Alcyone si lasciò sfuggire qualche lacrima di commozione tra i capelli biondi dell’amica… Forse ci era riuscita, dopo tanti tentativi, Elly avrebbe provato a essere felice, avrebbe smesso di chiudersi a riccio, rigettando anche quelle piccole gioie che potevano diventare linfa preziosa per l’anima.
Sentire e credere andavano di pari passo, erano azioni che ti permettevano di vivere, sognare, procedere lungo il cammino pieno di ostacoli. La magia era l’ingrediente indispensabile per permettere a quei sogni di diventare reali e agli ostacoli di trasformarsi in vittorie.
«Hai pianto, mi hai promesso che non l’avresti più fatto, ricordi?» la rimproverò bonariamente Elly, asciugandole il viso con due dita.
 

«Avevo otto anni e credevo di essere una principessa guerriera… e poi sono lacrime buone, quindi non contano!» si difese Alcyone con un sorriso birichino. Poi, si ritrovò a fissare gli occhi azzurri della sua migliore amica, ripensò alle proprie iridi verde bosco e ai capelli castani. Erano così diverse fuori, eppure così simili dentro. Aveva sempre più forte la sensazione che nell’intento di proteggere un’amica avrebbe davvero trovato una Sorella e allora pure l’assenza di una famiglia di sangue non avrebbe più avuto importanza, perché ogni vuoto sarebbe stato colmato, ogni lacrima asciugata, ogni spina distrutta.
Era necessario solo sentire e credere. Sentire e credere nella magia del Tutto, quel Tutto che rende possibile ogni cosa.


                                 

Siamo giunti alla fine, cosa ne pensate?
Vi aspetto nei commenti

                                                           

Copyright @ 2021 Anne Louise Rachelle

Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

8 commenti:

  1. Devo dire che attendevo con ansia questo tuo racconto di dicembre. Sarà che è un mese natalizio, di feste, di luci e di sentimenti profondi.
    Sapevo che non mi avresti delusa. Hai tirato fuori, di nuovo, una storia originale, semplice ma ricca di tutte quelle emozioni di cui abbiamo tanto bisogno. La magia è un argomento molto particolare ma anche "soggettivo". Ognuno può interpretarla come crede e come sente. Io trovo che il rapporto tra queste due ragazze sia meraviglioso, profondo e vero. Due mondi opposti ma uniti da antichi ricordi, da vite passate! Io ci credo nella magia! Mi sono emozionata come una bambina. I nomi scelti e i collegamenti alle stelle, mi hanno riempito il cuore di calore e di tenerezza. Ho adorato tutto di questo racconto. Non ti smentisci mai. Non posso che dirti GRAZIE per le emozioni che mi regali ogni volta. Tanti auguri di Buon Natale e ti auguro che nel nuovo anno tu possa avere tempo e ispirazione per donarci una storia "più lunga". So che te lo chiedono in tanti, mi adeguo anche io. Un abbraccio

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  2. So quanto ti è costato mettere fine a un racconto quindi già solo per questo brava per aver rispettato il tema del mese.
    La storia è carinissima e mi è piaciuta un sacco, ogni volta sforni meraviglie e questa non fa eccezioene

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  3. Ciao Anne Louise!
    La tua one shot è davvero speciale, sia perché diversa dal classico tema natalizio, sia perché il rapporto tra le sue protagoniste è qualcosa di davvero speciale. Oltre ad avere due nomi fantastici, Alcy ed Elly sono anche un portento e ciò che emerge dal loro rapporto mi ha davvero colpito.
    Sei sempre bravissima.
    Federica

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  4. Che dire? Magico, dolce, carinissima. Una storia originale, ricca di sentimento, pervasa da tantissima dolcezza. Mi è piaciuta molto. Brava

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  5. Il tuo racconto è meraviglioso, magia e dolcezza allo stato puro. È stato, come sempre, un piacere leggerti, Anne ❤️

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  6. Ciao Anne Louise!
    Complimenti per questa tua one-shot a tema natalizio, è davvero commovente! La storia di Alcy ed Elly è raccontata con un tono scorrevole e quasi sognante. Ci sono momenti quasi commoventi... e forse è davvero l'amicizia la magia più grande, che ha permesso a due orfane di incontrarsi e riconoscersi come sorelle. So che preferisci le serie alle one-shot, quindi brava anche a rispettare il tema!

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