sabato 18 gennaio 2025

Rubrica: Storytelling Chronicles: Due anime affini di Susy Tomasiello

Buon sabato amici lettori.
Primo appuntamento per quest'anno con la rubrica Storytelling Chronicles con una piccola novità.

                                  


Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica nuova invece è a cura di Federica

La novità che riguarda quest'anno è l'idea che ci ha proposto Lara ossia di scrivere come sempre racconti autoconclusivi legati a una tematica mensile, ma ogni racconto dovrà avere gli stessi protagonisti e io ho accettato con entusiasmo perchè penso che mettersi alla prova sia sempre bello e faccia bene a ogni scrittore.
La tematica di questo mese prevedeva: un nuovo inizio, qualcuno deve lanciare qualcosa, una sedia, qualcuno deve mangiare qualcosa, azione che prevede una caratteristica del personaggio e far sviluppare tutto in una sola location.
Tante cose che però è stato divertente inserire.

Due anime affini


Se c’era una cosa che Percival Haddinghton detestava più di ogni altra cosa erano i ritardatari. Un’occhiata veloce all’orologio da taschino gli rammentò che erano già passati dieci minuti e lui stava perdendo tempo, tempo prezioso che avrebbe potuto dedicarlo ad altro invece di essere costretto a restare confinato in quell’ufficio con un notaio silenzioso.
Stava per chiedere se fosse davvero necessario attendere una persona la cui assenza mostrava soltanto inaffidabilità quando la porta si spalancò e un turbine di gonne entrò senza bussare.
«Eccomi Mr Jhones, ho cercato in tutti i modi di arrivare puntuale ve l’assicuro, ma dopo l’incidente con la marmellata c’è stato un problema con la ruota della carrozza che ho noleggiato e ho dovuto aspettare un tempo infinito affinché la riparassero. Pensate che nessuno si è fermato! Lo trovo un comportamento davvero poco educato, questo mondo in cui viviamo è popolato da persone egoiste e immuni ai disastri altrui.»
«Miss Sheperd benvenuta.» Il notaio riuscì a proferire parola dopo quella valanga d’informazioni per nulla necessarie senza badarci troppo e questo gli fece pensare che l’atteggiamento di quella donna non fosse inusuale. Chiuse la porta alle sue spalle e la invitò ad accomodarsi nella sedia vuota proprio al suo fianco.
«Siete in ritardo» replicò con severità. Era seccato che lei non si fosse nemmeno scusata per avergli fatto perdere tempo eppure quel rimprovero sembrava non averla per nulla colpita anzi si voltò a guardarlo con un’espressione così attenta che lo lasciò perplesso. Era abituato a essere osservato, ma non in quel modo e non da una persona che non aveva mai visto in vita sua.
«Avete gli stessi occhi di vostro nonno» sentenziò alla fine con un sorriso allegro. «La stessa sfumatura di grigio che sono contenta di rivedere, deve essere un tratto distintivo di famiglia.»
Mr Haddingthon scelse di non rispondere a quella constatazione troppo intima e fece segno al notaio di proseguire.

                                    
L’uomo si schiarì la gola prima di aprire la busta sigillata che rappresentava il testamento del vecchio Mr Haddinghton.
Percival era il suo unico nipote, il solo erede e la presenza di quella ragazza lo lasciava ancora confuso. Ovviamente era a conoscenza di come avesse assistito suo nonno durante la malattia che l’aveva confinato a letto nell’ultimo mese, nelle sue lettere non aveva mancato di ripetergli quanto Caroline gli fosse arrivata al momento giusto come un angelo sceso dal cielo e solo per il buon ricordo di quell’uomo che era stato come un secondo padre cercò di non pensare al peggio. Suo nonno aveva una mente brillante nonostante gli anni avessero indebolito il suo corpo, ma se quella donna era qui proprio all’apertura del testamento non era una coincidenza.
Osservandola composta mentre masticava con gusto una caramella guardò il suo aspetto anonimo, capelli e occhi scuri, abbigliamento semplice e si chiese quanto non sapesse del loro rapporto.
«... pertanto lascio tutti i miei averi a mio nipote Percival» stava leggendo il notaio elencando i beni materiali e quelli liquidi che adesso sarebbero passati nelle sue mani. «Predispongo che una rendita mensile venga corrisposta alla mia fedele Miss Shepherd con l’augurio che possa trovare la felicità che merita.»
Con la coda dell’occhio Haddinghton osservò la giovane donna tamponarsi gli occhi umidi con un fazzoletto e non seppe dire se fosse sorpresa o gratificata per quella concessione non esagerata che aveva appena ricevuto. Con sollievo si rese conto che quella cifra non era eccessiva e che palesava il buon cuore di suo nonno infatti elencò anche alcuni oggetti da dividere ai servitori che l’avevano accuditi in tutti quegli anni, ninnoli di poca importanza e di cui non aveva alcun interesse.
«Manor Haddinghton» proseguì il notaio ottenendo tutta la sua attenzione. «La lascio nelle mani di mio nipote con un’unica condizione: permetta a Miss Caroline Sheperd di soggiornare nell’antica casa padronale, quella nell’angolo nord occidentale della tenuta, all’incrocio di due corsi d’acqua.
Predispongo che venga rimessa a nuovo prima del trasferimento di Miss Shepard e che lei scelga di viverci per tutto il tempo che desidera.»
«Che cosa?» urlò Percival vedendo andare in frantumi tutti i suoi progetti con quella richiesta assurda. «Da quello che ricordo quel luogo è un cumulo di macerie ricoperto da erbacce.»
«Ricordate bene» rispose calma la donna. «Ma è un posto incantevole di cui conosco ogni storia grazie a vostro nonno, parlava di ristrutturarla molto spesso nell’ultimo periodo.»
La sua espressione malinconica e sognante non l’aiutò a farlo sentire meglio, anzi alimentò il suo malcontento.
«Sottoporrò la cosa alla Corte di Cancelleria!»
«Non credo si possa fare» replicò il notaio a bassa voce forse intimorito dall’enfasi del suo tono. «Su Fulware House, l’antica casa padronale non è mai stato posto un vincolo di ereditarietà pertanto vostro nonno ha fatto in modo che quella casa fosse una proprietà svincolata di cui poter gestire a suo piacimento.»
«E suppongo che tutti i lavori di ristrutturazione siano a mio carico» sbottò furente. Cosa diavolo gli era passato per la mente a suo nonno di giocargli un tiro simile?
«In realtà è stata preparato un conto in banca da usare esclusivamente per questo» spiegò il notaio mostrando ad entrambi le carte che testimoniavano quanto aveva detto.

                                      
«Qui c’è scritto che Miss Sheperd avrà diritto alla decisione finale di ogni cosa e che potrà disporre di questo denaro certificandone ogni cosa al direttore di banca.» Percival sollevò gli occhi dal foglio credendo di aver letto male, l’espressione seria del notaio gli confermò il contrario, quella allegra della donna lo mandò in confusione.
«Ho molto a cuore la mia indipendenza e vostro nonno lo sapeva, le tenute sono molto distanti e non correremo il rischio di incontrarci a meno che non lo vogliamo, suppongo però che sia un’ipotesi alquanto remota osservando il vostro disappunto. Vi assicuro che non l’ho spinto verso questa direzione e che questa novità mi ha colta di sorpresa esattamente com’è accaduto a voi, quell’uomo aveva un cuore d’oro e lo dimostra anche adesso che non c’è più.»
«Miss...»
«So cosa state pensando» lo interruppe lei agitando una mano.
Percival inarcò un sopracciglio stupefatto. L’aveva interrotto con noncuranza agitando una mano senza guanti come nulla fosse, nessuno l’aveva mai fatto prima di quel momento e non sapeva se sentirsi colpito oppure oltraggiato.
«Sono perfettamente in grado di supervisionare i lavori, mio padre mi ha insegnato a relazionarmi con chiunque e inoltre ho già delle idee che non vedo l’ora si realizzino perché non saranno nemmeno troppo costose.
Conosco un falegname che dovrebbe avere ottime amicizie nel ramo dell’architettura e mi servirà sicuramente un giardiniere e qualcun altro, dovrò fare una lista.»
Balzò in piedi così di colpo che inciampò nell’abito troppo lungo, Percival si mosse d’istinto sorreggendola per un gomito e venne invaso da una fragranza di lavanda che lo colse impreparato.
«Grazie Mr Harrington, come avevo accennato prima il mio abito di mussola ha subito un incidente con la marmellata e ho dovuto prendere in prestito questo...»
«Miss Shepard.» Stavolta toccò a lui interromperla alzandosi, la sua altezza la sovrastava eppure quello scricciolo di donna che indossava vestiti troppo lungi e i capelli raccolti in una treccia per nulla legata bene non ne aveva il minimo timore anzi apparve nuovamente divertita.
«Chiedo scusa stavo parlando troppo, mi succede spesso.»
«Non l’avevo notato» commentò lui con un sarcasmo che lei non colse.
«Lo faccio sempre quando sono agitata e piena di energia, vostro nonno diceva sempre che la roba avuta in regalo non è mai tanto dolce...»
«... quanto quella guadagnata» terminò al suo posto Percival rendendosi conto con sorpresa che il sorriso di quella donna era il più abbagliante che avesse mai visto.
«Esatto! Perciò farò in modo che questo dono inaspettato lo renda orgoglioso, non potrei sopportare di deluderlo.»
Quella sensazione lui la conosceva benissimo perché l’aveva provata in prima persona per tutta la vita e adesso si sentì gli sembrò strano condividere quel sentimento con qualcuno che conosceva appena.

                                     
«Adesso devo andare» proseguì lei ignara del suo turbamento. «Devo preparare la mia lista e assicurarmi che la carrozza a noleggio abbia sistemato la ruota. È stato un piacere conoscervi anche se in circostanze piuttosto inusuali. Grazie Mr Jhones, è sempre un piacere rivedervi, vi ho portato un po’ di caramelle che tanto vi piacciono.»
Il notaio arrossì accettando un piccolo sacchetto che lei gli porse. «Siete davvero gentile, se passate domani mi occuperò di farvi avere un incontro con il direttore di banca e un avvocato per le formalità»
«Perfetto. »
Percival la osservò fare qualche passo verso la porta e perdere l’equilibrio di nuovo con quell’orlo troppo lungo, dovette soccorrerla una seconda volta mentre le apriva la porta.
«Forse sarebbe il caso...»
«Non preoccupatevi non disturberò i vostri affari, so che siete un uomo molto impegnato vostro nonno me lo ripeteva sempre per cui non vi accorgerete nemmeno della mia presenza quando mi stabilirò nella vecchia casa padronale»
«... di farvi accompagnare fino all’uscita prima di inciampare di nuovo.»
Avevano parlato insieme, Miss Sheperd però era già uscita e lui guardò il notaio sbigottito e senza parole per quello che era appena successo.
«Chi diavolo è quella donna?»
«Travolgente la definiva vostro nonno» ridacchiò Mr Jhones. «Ogni volta che andavo a trovarli lo vedevo sempre ridere in sua compagnia, di certo è una persona con cui è difficile annoiarsi»
«Infatti» commentò pensieroso Percival. «E sarebbe in grado di gestire da sola le pratiche di ristrutturazione?»
«Vostro nonno aveva piena fiducia in Miss Sheperd» rispose cauto lui, «ma se posso essere sincero...»
«Parlate.»
«Credo che aiutarla in maniera discreta possa solo giovarle, inoltre ho un’altra cosa per voi che vostro nonno mi ha chiesto di consegnarvi quando foste stato da solo.» Dal cassetto tirò fuori una busta che gli consegnò con delicatezza. «Vi lascio un momento di solutudine.»
Percival attese qualche minuto poi tornò a sedersi e aprì la lettera riconoscendo quella grafia familiare.

Se stai pensando che abbia perso la testa ti assicuro che non sono mai stato così lucido in tutta la mia vita.
Sorrise per quell’inizio e gli sembrò di avere il nonno accanto, lui andava sempre dritto al punto e aveva sempre apprezzato questo suo modo di fare.

Miss Shaperd è una donna fuori dai canoni, è stato un dono del cielo averla con me nell’ultimo periodo e sento il bisogno di ripagare almeno in parte quello che in maniera disinteressata ha fatto per me. Non potrò assisterla come vorrei, ma tu sei in grado di assumere questo ruolo perché le anime affini si riconoscono e il tuo cuore è come il mio. Ti voglio bene figliolo, non smettere mai di sorridere.

                                       
Erano poche righe, ma il nonno non era famoso per i lunghi dialoghi, gli bastavano poche parole per colpire nel segno e l’aveva fatto anche quest’ultima volta.
Sospirò mentre stringeva la lettera tra le dita e osservava il tempo uggioso dalla finestra. Non aveva preventivato di farsi carico di una maldestra dama di compagnia, aveva dei progetti da portare a termine che adesso andavano riveduti per colpa di quel testamento inaspettato, tuttavia non poteva ignorare le direttive contenute in quella busta.
Tanti anni prima suo nonno l’aveva accolto in casa facendogli da padre, sembrava che avesse fatto lo stesso con quella strana donna. Non conosceva il suo passato, ma se le aveva lasciato una rendita e una casa supponeva non avesse famiglia, aveva accolto di nuovo un’orfana nella sua vita e adesso toccava ripetere il ciclo.
Era stato restio a incontrarla quando il notaio gli aveva comunicato di dover aprire il testamento solo in sua presenza, ma adesso che l’aveva vista aveva cambiato idea ed era certo che anche questo fosse preventivato. Anime affini aveva detto, forse aveva ragione come al solito.
Sorrise scuotendo la testa perché l’aveva incastrato per l’ennesima volta. «E va bene» mormorò al silenzio della stanza. «Controllerò la tua protetta nonno e farò in modo che stia bene come se fossi tu a vegliare su di lei.»
Una folata di vento improvvisa fece aprire la finestra di colpo. La brezza fresca e bagnata gli solleticò il viso, anziché essere infastidito si ritrovò a sorridere più ampiamente. Gli sembrava di avere la benedizione dell’unica persona a cui fosse realmente affezionato e questo lo fece stare bene, decisamente meglio di quando era entrato in quell’ufficio.
Adesso il ciclo poteva ripetersi senza alcun tentennamento.

                                           

Siamo giunti alla fine.
Confesso che quando ho letto tutto quello che doveva esserci nella storia avevo pensato a un'idea completamente diversa, contemporanea per intenderci, poi però quando ho iniziato a scriverla il regency ha preso il sopravvento ed eccoci qui.
Sono contenta del cambiamento però adoro questo genere e spero sia piaciuto anche a voi, vi aspetto nei commenti

                                              

Copyright @ 2025 Susy Tomasiello

Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.

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