lunedì 28 giugno 2021

Blogtour. La difficoltà ad accettare la realtà La figlia del Reich di Louise Fein

Ciao a tutti amici lettori.
Oggi vi parlo di un libro emozionante, intenso e davvero bellissimo.
Partecipo infatti al blogtour di cui vi invito a seguire tutte le tappe per scoprire una storia davvero toccante.




Ringrazio la Sonzogno per la copia omaggio.


Trama
Lipsia, anni Trenta. Hetty è una ragazza impetuosa e piena di entusiasmo, cresciuta nei luminosi valori di rinascita predicati dal Führer. Crede ciecamente in lui e nella sua visione di una grande Germania, come crede nell’affetto della sua famiglia, nella solidità del padre – un importante ufficiale delle SS – e nella sacra ambizione dell’adorato fratello Karl, che si è appena arruolato nella Luftwaffe. Le certezze di questo mondo perfetto cominciano a incrinarsi quando rivede Walter, che era stato il migliore amico del fratello ed è ormai bandito dalla loro casa. Perché Walter è ebreo. Ma agli occhi di Hetty resta il ragazzo gentile e affascinante che tanti anni prima l’aveva salvata dalle acque del lago, il solo che ancora adesso riesca a strapparle un sorriso e sembri interessarsi ai suoi sogni. Come può una persona così generosa essere perseguitata? Giorno dopo giorno, durante incontri segreti e fugaci, lui le svela gli aspetti oscuri del Reich, gliene fa conoscere il lato feroce e violento, la porta a interrogarsi sul vero significato dei principi a cui è stata educata. Hetty è confusa, diffidente, lacerata, ma quei loro appuntamenti diventano sempre più indispensabili. Per capire, per sfuggire all’atmosfera oppressiva che respira a casa e, forse, per innamorarsi per la prima volta. Ispirandosi alle vicende della sua famiglia, Louise Fein ci regala una commovente storia d’amore e sacrificio, in cui il passo incalzante degli eventi e la forza di personaggi indimenticabili si intrecciano, creando quello che è stato definito uno dei migliori romanzi storici degli ultimi anni.


Il titolo e la cover di questo libro sono perfetti per la storia e me ne sono resa conto soprattutto una volta che ho concluso la lettura.
Non sapevo bene cosa aspettarmi quando ho iniziato a leggere questa storia, immaginavo solo che sarebbe stato interessante scoprire qualcosa in più di quel periodo storico importante ma anche temuto. Di certo non immaginavo che sarei stata così coinvolta dalla storia tanto da finirla in un tempo davvero breve, eppure è sucecsso. La figlia del Reich mi ha stravolto, travolto, commosso e soltanto alla fine quando il tanto agoniato epilogo ho potuto tirare un sospiro di sollievo.
Con molta sincerità ammetto che la fine l'avrei voluta diversa, ma a mente fredda posso dire che già quel finale mi ha lasciato almeno addosso con una sensazione di speranza perchè poteva andare molto molto peggio. L'autrice poteva distruggere ogni cosa e invece apprezzo molto che non l'abbia fatto regalando a lettore qualcosa in cui credere, in cui sperare.
Ma meglio non divagare troppo perchè oggi non tocca a me fare la recensione di questo libro, ma bensì parlarvi di una tappa specifica: La difficoltà ad accettare la realtà.

                       

Hetty, la nostra protagonista, è un personaggio bellissimo che conosciamo fin da piccola e la vediamo maturare e crescere nel corso del tempo. Sarà proprio lei a vivere in prima persona i cambiamenti che succedono nella sua stessa casa e in tutto ciò che la circonda.
Nella sua famiglia si ama il Führer, lei cresce con la convinzione che Hitler è una persona buona, capace di fare del bene, che vuole la pace e lei lo ammira desiderando solo fare qualcosa che la renda una degna tedesca. Cresce con queste convinzioni che le vengono inculcate fin dalla tenera età, suo padre ne è un forte sostenitore e la madre lo appoggia in tutto, anche suo fratello Karl decide di servire il paese e quindi la Germania arruolandosi come pilota e per Hetty non c'è altra verità che quella che ascolta.
Le cose però cambiano quando comincia a parlare con Walter.
Lui era un grande amico di suo fratello prima che Karl decidesse di bandirlo dalla propria vita scoprendo la sua vera identità, ha salvato la vita a Hetty quando stava annegando e lei non può credere che lui rappresenti l'ebreo, la razza che ha imparato a odiare e detestare.
Per lei è sempre stato un ragazzo dolce, gentile e questo non combacia con l'idea che si è fatta degli ebrei, una razza ignorante, ladra e usurpatrice. Perchè di colpo quello che sempre creduto adesso risulta sbagliato?
All'inizio non vuole crederci, lei si fida totalmente di suo padre e di quello che svolge per il bene comune, fatica a dare per vero tutte le notizie che Walter gli comunica. Si ostina a chiudersi nel suo guscio durato perchè a volte accettare la realtà è molto più complicato del previsto, poi comincia a notare piccole cose e ad aprire gli occhi su quello che la circonda.

                   

Non sa da che parte stare. Si fida di Walter, in un modo così totale che ne ha quasi paura, ma dall'altro lato c'è l'uomo premuroso che l'ha cresciuta, che le vuole bene. Come fare per non sentirsi così dilaniata? Nemmeno il suo adorato fratello Karl può aiutarla, lui è cambiato da quando è partito e la madre appoggia il marito senza voler sentire altro così Hetty fa qualcosa che nessuno si sarebbe mai immaginato da una ragazza giudiziosa come lei: ragiona con la sua testa.
Scopre con i suoi occhi la verità, viene a conoscenza di qualcosa che le fa piombare il mondo addosso perchè si rende conto che il padre tanto amato non era quello che pensava. L'uomo amorevole che ricordava è scomparso, al suo posto ce n'è uno più severo e rigido, qualcuno che odia Walter e quelli come lui esattamente come Hitlter e seppur spaventata, Hetty decide di reagire e fare qualcosa per cambiare le cose. Non compie gesti grandiosi, è solo una ragazzina ma nel suo piccolo compie davvero un passo importante e questo dimostra che, nonostante le difficoltà, la paura di accettare una realtà scomoda lei ce la fa.
Ho ammirato la sua forza, ho compreso la sua paura e la voglia di tirarsi indietro in più occasioni, d'altronde quello che stava vivendo era qualcosa di troppo grande per una ragazza vissuta sempre in una campana di vetro. Credo che sia normalissimo il suo spavento, non è immaturità quanto terrore dell'ignoto, eppure lei sceglie di fare la cosa giusta, in più occasioni e questo la rende un ottimo personaggio, una ragazza che diventerà una grande donna sotto tanti punti di vista.
Non si arrende, è pronta a tutto pur di salvaguardare le persone che ama e non solo Walter, ma anche l'amica Erna con la quale instaura un bellissimo rapporto di amicizia, con la cuoca Bertha e con le persone che ne hanno bisogno. 
Anche quando tutto quello in cui credeva risulta fasullo, lei non si abbatte. Accetta la realtà per quella che è, costringendo se stessa a non restare inerme perché a volte basta un piccolo gesto, un'azione apparentemente inutile per creare davvero un'impronta nel mondo.

                       

Spero di aver stuzzicato abbastanza la vostra curiosità, a me questa lettura è piaciuta tantissimo. L'autrice è stata bravissima a raccontare un pezzo di storia da un punto di vista diverso: quello di una tedesca che non sapeva realmente cosa succedeva ed è bello vedere come un cuore puro come il suo sia andato oltre le proprie origini e a volte anche contro la sua stessa famiglia. I tedeschi sono stati orribili con gli ebrei, testi storici lo dimostrano, persone ancora in vita possono testimoniarlo, ma è bello pensare che in mezzo a quel mucchio di persone senza cuore, ce ne fosse anche qualcuno capace di vedere oltre, di vedere del bene e di pensare che, in fondo, siamo sempre stati tutti uguali.

                                 


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