lunedì 13 settembre 2021

Review Party. Recensione: Figlie di Lucy Fricke

Ciao a tutti amici lettori e buon lunedì.
Cominciamo la settimana belli carichi perchè i post di oggi saranno due. 
Due letture forti, emotivamente non leggere e da un forte spessore psicologico. Siete pronti quindi per conoscerle?
Allora cominciamo subito.

Ringrazio la Corbaccio per la copia omaggio.


Trama

Betty e Martha partono da Berlino per un viaggio in Svizzera con una Golf scassata. Accompagnano il padre di Martha, malato terminale, a porre fine alla sua vita in una clinica. Ma il viaggio prende una piega del tutto inaspettata quando il padre decide di rimandare la sua scelta e di fare una deviazione nei luoghi della sua giovinezza. Betty e Martha lo assecondano e capiscono che anche per loro è giunto il momento di cambiare strada e buttarsi, anche a rischio di qualche incidente di percorso. Hanno quarant’anni e si conoscono da sempre: la loro amicizia, forse, è l’unico appiglio in una vita che fino a questo momento hanno percorso lasciandosi trascinare senza riuscire a trovare dei punti fermi. Dalla Germania scenderanno verso sud, prima in Italia sul Lago Maggiore poi nel Lazio e quindi in Grecia, dove Betty pensa di poter incontrare il suo, di padre, che credeva morto e che invece sembra essersi nascosto in un’isola greca.
Con un’autoironia graffiante e una sincerità disarmante, Lucy Fricke racconta di donne che fanno i conti con il loro passato e il loro presente, di addii che a nessuno vengono risparmiati, e di genitori che si eclissano troppo presto dalla vita dei figli. E la domanda che si pongono e che ci poniamo non è tanto da dove proveniamo, ma piuttosto come possiamo riscoprire e accettare le nostre origini.

La trama mi aveva preparato al fatto che mi sarei trovata di fronte una lettura non facile, ma di certo non mi aspettavo qualcosa di così forte a impatto emotivo e devo dire che l'autrice è stata molto brava a non appensantire già un tema così delicato sfruttando invece un linguaggio scorrevole e lineare.
La voce narrante è Betty anche se, secondo me, le protagoniste sono due perché anche Martha ha un suo ruolo importante nella storia, anzi è il fulcro da cui comincia tutte.
Le due donne sono amiche da tantissimo tempo, conoscono tante cose l'uno dell'altra e ci sono sempre nei momenti difficili d'altronde la vera amicizia è anche questo.
Diffidate di quelle persone che si accostano a voi soltanto nei momenti buoni, quelle lì non meritano alcuna considerazione e invece siate fieri e contenti di considerare amiche coloro che restano al vostro fianco quando le cose non sono rosee, è proprio in quel momento che si scoprono le persone per quelle che sono.
Sono dell'idea che le amicizie vere sono poche, tuttavia vanno coltivate e mai date per scontate.
Quella di Martha e Betty è un'amicizia bellissima che mi è piaciuta molto per la semplicità con cui è stata descritta, per il rapporto che hanno le due donne. Non è idilliaco, ovviamente si litiga e si hanno confronti ma resta sempre intatto perchè sanno di poter contare l'una per l'altra quando occorre.
Come dicevo prima Martha rappresenta il fulcro perchè è da lei che conincia tutto.
Riallacciati i rapporti con un padre che non vedeva da anni chiede alla sua amica Betty di accompagna in un viaggio particolare visto che l'uomo verso il quale comincia a volere bene dopo tanto tempo le ha chiesto di scegliere come morire. Ha pagato la clinica svizzera dove si recherà e pretende di scegliere lui da solo come finire i suoi ultimi giorni.
Martha non ci riflette un secondo di troppo e accetta dimostrando che l'amicizia è qualcosa su cui può fare sempre affidamento.
Quello che di certo non immaginava era che quel viaggio apparentemente focalizzato su un'unica persona permetterà a lei e alla sua amica di trovare se stesse e di capire quanto la vita sia imprevedibile ma anche bellissima.

                       

Una storia che scandaglia bene i sentimenti che abbiamo dentro, quelli che difficilmente riusciamo a esternare perchè più testardi a uscire. 
Un racconto che alterna momenti toccanti a quelli più leggeri e che mette in luce quanto siano importanti i rapporti affettivi, quelli che ci plagiano da piccoli e che ci fanno diventare quello che siamo oggi.
L'infanzia, il modo in cui cresciamo e anche l'adolscenza sono soltanto dei passaggi della vita perchè quella vera inizia dopo quando crescono le preoccupazioni, le insicurezze, la voglia di riscossa e tutto quello che serve per costruirci un avvenire solido.
Martha e Betty sono due donne che hanno sofferto tanto, sono state costrette a subire tanto accettando tutto e adesso sono arrivate a un punto in cui vogliono di più, lo pretendono e questo viaggio, seppure inconsapevolmente, le aiuta a fare chiarezza, a capire dove vogliono andare e cosa vogliono cambiare.
E' una storia che ci dimostra che possiamo ancora cambiare la nostra vita se non ci appaga, non c'è scadenza, non c'è limite di età, basta volerlo.
L'autrice è stata brava, come accennavo prima, a non rendere una trama già particolarmente pesante a causa dei temi trattati una noiosa panoramica dei risultati ottenuti, anzi è riuscita con uno stile semplice e forte a indirizzare il lettore dove voleva aiutandolo a porsi delle domande e spingendolo a chiedersi cosa avrebbe fatto al loro posto.
Un romanzo introspettivo che non consiglio a tutti perchè secondo me è una lettura che va affrontata al momento giusto e con una buona dose di preparazione mentale, ma che nel complesso è stata interessante scoprire.

Valutazione 3/5

                                           

                                      

Nessun commento:

Posta un commento