martedì 21 settembre 2021

Review Party. Recensione: I cent'anni di Lenni e Margot di Marianne Cronin

Ciao a tutti amici lettori.
I ritmi lavorativi e scolastici dovrebbero essere rientrati nella norma per tutti e quindi vi propongo una lettura bella tosta, ma non per questo meno bella.




Ringrazio la Mondadori per la copia omaggio e Esmeralda viaggi e libri per la grafica.


Trama

La vita è breve. Nessuno lo sa meglio di Lenni Peterson che, a soli 17 anni, si trova nel reparto malati terminali al Princess Royal Hospital di Glasgow. Le corsie dell’ospedale non hanno molto da offrire a un’adolescente curiosa come lei ma Lenni, con il suo pigiama rosa e il supporto dell’Infermiera con i capelli color ciliegia, decide di andare alla ricerca delle risposte alle grandi domande sulla vita e sulla morte. È padre Arthur, il cappellano, che la ragazza importuna per prepararsi all’incontro con quello che le hanno detto chiamarsi “Padre Eterno”. Ma quando al corso di arteterapia Lenni incontra Margot, una signora di 83 anni, ribelle e con un passato difficile, il mondo di entrambe cambia per sempre e la ragazza imparerà presto che non è solo quello che fai della tua vita a contare, ma anche con chi la condividi. Lenni si rende conto che sommando le loro età hanno vissuto cent’anni. Propone dunque a Margot di realizzare qualcosa che lascerà il segno: cento dipinti che immortalino le loro storie di crescita e di gioventù, di gioia e di amore perduto, di ricerca della persona che significa tutto. È grazie a questa impresa che le loro vite si intrecciano saldamente fino a diventare inseparabili. Nelle lunghe chiacchierate che precedono gli schizzi a carboncino, le due si raccontano segreti sepolti dal tempo e diventano indispensabili l’un l’altra. Il cuore di Margot, che è il motivo per cui la donna è in ospedale, si rivelerà ammaccato anche nello spirito e solo Lenni e una notte piena di stelle sapranno ripararlo. Lenni e Margot condividono il passato e la fine che si avvicina. Ma la loro vita non è ancora conclusa.
Sofferenza, dolore, paura, speranza sono queste alcune delle emozioni che si sussuguono durante la lettura. Come vi ho anticipato è una lettura bella tosta, forte, ma che arriva in profondità al cuore perchè questa è una storia di verità cruda e per questo fa anche più male.
Leggendo già la trama si capisce che non ci troviamo di fronte a una lettura semplice, è palese che la trama sia intesa e bella profonda e così è stato.
La cosa su cui però è bello che l'autrice si sia soffermata non è tanto la situazione particolare che vivono le nostre protagoniste quanto per l'affetto profondo e bellissimo che c'è tra i due personaggi: Lenni e Margot.
Lenni ha diciassette anni ed è consapevole che la sua vita sta per finire, vive praticamente in ospedale e ha come amici gli infermieri e i dottori che l'hanno in cura.
Anche Margot è nel suo stesso ospedale, di anni ne ha 83 e il loro incontro è puramente casuale visto che per età e patologie diverse non dovrebbero necessariamente stare insieme. Eppure bastano poche parole perchè tra loro scatti qualcosa e quel sentimento nato così per caso diventa qualcosa di profondo, ma soprattutto di speciale.
Io penso che come per i bambini anche con le persone anziane si ha tanto da imparare. Loro hanno un bagaglio di avventure, di conoscenza e di saggezza che noi ce lo sogniamo soltanto e io infatti adoro ascoltarle parole, raccontare aneddoti della loro vita perchè è come viaggiare insieme a loro indietro nel tempo.
Quando Margot comincia a raccontare a Lenni della sua vita io ho compreso benissimo la bellezza che prova questa ragazza e come lei mi sono appassionata alla storia di quella signora che nella vita ha fatto tanto ma che è desiderosa di vivere ancora. Grazie a lei, Lenni trova il coraggio di lasciare un segno in questo mondo pazzo e assurdo in cui vive e quindi l'idea dei quadri.
Non ci pensiamo e d'altronde perchè dovremmo, ma è bello credere di non passare inosservati e sconosciuti in questo mondo e l'idea di Lenni che condividono poi tutti è splendida.
I quadri rappresentano un segno tangibile a tutti gli effetti che loro esistono, che per adesso sono vive e che dopo nessuno si dimenticherà di loro.

                            

Trovo bella anche l'ambientazione per quanto sia assurdo che un ospedale sia un luogo bello, ma il modo in cui l'autrice l'ha descritto dà un senso di famiglia quella che Lenni ha trovato visto che la sua è perennemente assente mentre quella di Margot ha le sue motivazioni.
In particolar modo ho adorato padre Arthur un prete che riesce a trovare in Lenni una persona che ama ascoltare anche quando non riesce a darle le domande che vuole. Anche il loro rapporto diventa bello anche se all'inizio sembra strano, invece si instaura un legame interessante e bello davvero.
I preti come padre Arthur sono persone buone, dolci e a me sinceramente fanno tanta tenerezza. Hanno dedicato la loro vita a Dio, hanno in un certo senso sposato Dio e quando si trovano davanti persone curiose e ricche di domande come Lenni per loro è come una sfida. A prescindere se siamo credenti, atei o dediti a un'altra regione trovo sempre interessanti e stimolanti certe conversazioni perchè si ha modo di riflettere in profondità, di capire tante cose e di porsi dei nuovi quesiti a cui magari prima non pensavi.
Il finale è un colpo al cuore, te l'aspetti ma cerchi di non pensarci. Sai che succederà ma speri fino all'ultimo che non accadrà, una cruda realtà che però rappresenta la vita nel bene e nel male. Penso che l'autrice sia stata bravissima a trasmettere, pagina dopo pagina, emozioni allo stato puro e l'ha fatto con delicatezza mostrando al mondo questo legame bellissimo e naturale che si crea tra due persone malate, due persone che però hanno un cuore che batte e che ha tanto da dare.
Se volete qualcosa di emozionante, niente di leggero ma qualcosa che resti allora non potete perdervi questa lettura.

Valutazione 4/5

                                 

                                                 

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