Ciao a tutti amici lettori.
Sto parlando di Intervista a quattro mani: Quattro chiacchiere con Ely & Susy.
Oggi sono felicissima di inaugurare una nuova rubrica.
Ovviamente la mia compagna d'avventura di questo nuovo progetto non poteva che essere lei: la mia insostituibile Ely de Il regno dei libri.
Grazie a Ely per la grafica
Quattro chiacchiere con Ely & Susy è una Rubrica a cadenza casuale dove io e Ely intervistiamo un'autrice di un libro che abbiamo letto attraverso cinque domande ognuna. L'intervista comincia in un blog e finisce in un altro quindi seguiteci sempre insieme attentamente se volete scoprire tutto sull'autrice in questione.
Con grande piacere oggi ospitiamo Tania Paxia.
Tania ha gentilmente acconsentito a rispondere alle nostre domande, l'intervista comincia nel blog di Ely correte subito a leggere le sue prime cinque domande.
Mentre invece queste sono le mie:
1. Ciao Tania, grazie mille per essere ospite nel mio angolino. E' un vero piacere per me. Ho letto soltanto due dei vari libri che hai scritto, ma ho subito apprezzato la semplicità delle tue storie e dei protagonisti che sembrano riprendere la vita reale. La mia prima domanda è quindi questa: quanto c'è di te nelle tue storie?
Grazie a te per avermi accolto nel tuo blog!
Cerco sempre di prendere spunto dalla vita reale e, dopo aver individuato e focalizzato il fulcro di ogni storia, tendo a ricamarci sopra e a fantasticare su come avrei potuto reagire io trovandomi nella stessa situazione dei protagonisti. Questo è il mio modo di non oltrepassare mai un determinato livello di "follia" che altrimenti renderebbe poco credibile l'intera storia. Nei miei libri c'è tanto di me, nel senso che mi piace inserire qualche dettaglio random sulla mia vita (gusti letterari, musicali, culinari, stilistici in generale). E forse è proprio questa caratteristica che infonde un senso di realtà in ogni mio libro.
Cerco sempre di prendere spunto dalla vita reale e, dopo aver individuato e focalizzato il fulcro di ogni storia, tendo a ricamarci sopra e a fantasticare su come avrei potuto reagire io trovandomi nella stessa situazione dei protagonisti. Questo è il mio modo di non oltrepassare mai un determinato livello di "follia" che altrimenti renderebbe poco credibile l'intera storia. Nei miei libri c'è tanto di me, nel senso che mi piace inserire qualche dettaglio random sulla mia vita (gusti letterari, musicali, culinari, stilistici in generale). E forse è proprio questa caratteristica che infonde un senso di realtà in ogni mio libro.
2. Hai cominciato col self prima di diventare un'autrice di un'importante CE, quanto è cambiata la tua vita da quel momento?
Ah non è cambiata per niente. Sono sempre la stessa Tania "scribacchina" di quando ho incominciato a scarabocchiare fogli sui banchi di scuola. La scrittura per me è una terapia a doppio senso: scrivo perché mi fa stare bene e perché mi diverto, con la speranza che si divertano anche i lettori.
3. Questa domanda è una mia piccola curiosità. Per un'autrice la scelta del titolo è sempre un'impresa ardua. Alcune volte arriva subito, altre strada facendo e altre ancora a fine scrittura. Ci puoi dire come sono nati i titoli delle tue storie?
Sono nati quasi all'improvviso, talvolta prima ancora di iniziare a scrivere la storia. Altre volte sono nati con la trama, invece per alcuni ho faticato a trovare le parole giuste per racchiudere il significato del libro in una frase, come per esempio "Le strane logiche dell'amore". Ho passato svariate notti insonni scrivendo tante di quelle varianti del titolo senza trovare quella giusta. Poi, proprio quando stavo scrivendo una scena, ecco che Tristan mi ha ispirato attraverso uno dei suoi dialoghi.
Per la serie "Lair Liar" è stato tutto quanto molto spontaneo perché ogni volta che iniziavo un volume avevo bene in mente il progetto cardine. Sono molto contenta che la Newton non li abbia modificati neanche di una virgola, mantenendo sia i titoli in inglese (che fanno riferimento alle canzoni e agli album di Jayden) sia quelli in italiano (che sono una sorta di anticipazione senza spoiler).
"Prima che arrivassi tu" è nato ancora prima del romanzo. Avevo in mente una scena in cui un ipotetico lui diceva "Andava tutto così bene prima che arrivassi tu", tanto che mi venne l'idea di inserirla sulla cover orgianale self. E da lì è nato il romanzo. Una piccola nota finale: devo ammettere che la ricerca dei titoli dei miei fantasy è stata più semplice degli altri generi perché ho sperimentato, "la cacciatrice di stelle" (romanzo nato da un sogno), per esempio, non ha richiesto una particolare ricerca, anzi è il primo e l'unico che ricordo di aver appuntato sull'agendina dopo essermi svegliata in piena notte. Non ne avrei mai potuto inventare un altro che cogliesse appieno il contenuto.
4. C'è un personaggio dei tuoi libri che avresti voluto strozzare e un altro che avresti voluto stringere forte per consolarlo? Ovviamente puoi parlarci sia di un personaggio femminile, sia di uno maschile e giacché non li ho letti tutti, dimmi pure di quale storia si tratta perchè magari così m'ispira a leggerla.
Parto subito con il personaggio da strozzare! Penso che nella classifica dei più testardi fra tutti i protagonisti dei miei libri ci sia Frankie Reeves (Liar Liar Series). In certi punti della saga avrei voluto veramente ricorrere alle maniere forti per farle capire che stava sbagliando, eppure a conti fatti non si può far altro che capirla: lei incarna la ragazza imperfetta, piena di pregi e stracolma di difetti. per cui non poteva sempre agire nel modo migliore. Ciò non toglie che avrei voluto tirarle una testata alla fine del primo romanzo. Non posso dire altro per evitare gli spoiler.
Il personaggio che mi sarebbe piaciuto stringere forte durante la fase di scrittura (e lo vorrei stringere tuttora) è senza ombra di dubbio Peter Harper (Ti amo già da un po'). Nella sua "versione" adolescente (Ti amo ma non lo sai) l'ho immaginato come un orsacchiotto da strapazzare di coccole. Nel seguito lo troviamo cresciuto e consapevole del suo carattere, del suo aspetto fisico ed è più sicuro di sé in generale: un po' più uomo e meno orsacchiotto, ecco. Certo, quando la sua migliore amica May ricompare all'improvviso in città tutte le sue insicurezze svaniscono, soprattutto quando lei è nei paraggi; per lui è come tornare il ragazzino impacciato e insicuro del liceo. Per me è un buon motivo per stringerlo forte forte e consolarlo. Come si fa a non sciogliersi davanti alla personificazione dell'amor gentile? Perché Harper E' l'amor gentile.
5. L'ultima domanda è un po' quella di rito: quali sono i tuoi progetti futuri?
Tanti e con argomentazioni differenti. Posso anticipare che sto lavorando a un seguito di uno dei miei romanzi e sto sperimentando il mistery. E magari ci sarà un mio ritorno al fantasy! Non in tempi brevissimi chiaramente, però confido nella buona sorte.
E siamo giunti alla fine.
Ammetto che dalla sue parole ho conosciuto un po' meglio Tania perché a volte servono proprio questo genere di interviste per capire meglio chi si cela dietro il libro che abbiamo letto.
La conoscete? Avete letto i suoi libri? E soprattutto vi è piaciuta quest'intervista?
Vi aspetto nei commenti
Oh ma bella intervista e non vedo l'ora di leggere altri libri di Tania
RispondiEliminaConcordo Chicca, lei è un'autrice molto brava.
EliminaGrazie di cuore! <3
RispondiEliminaGrazie a te ♥️
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