venerdì 5 febbraio 2021

Review party. Recensione: Il canto di Calliope Di Natalie Haynes

Ciao a tutti amici lettori.
Se vi piacciono le leggende, i miti e tutta la mitologia greca vi invito in questo viaggio libroso dove una prosa d'altri tempi ci permette di scoprire nuovi personaggi e rivedere quelli che già conosciamo.
Dopo che ieri sul mio profilo Instagram vi ho parlato dei 5 motivi per cui dovreste leggere questo libro, oggi invece partecipo al Review Party insieme alle mie colleghe blogger per parlarvi in modo più specifico di questo libro.




Ricordate di passare da tutte per avere una visione ancora più ampia della storia.

Ringrazio la Sonzogno per la copia omaggio.


Trama

Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l'affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo 
di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.

La mitologia greca è un argomento che mi ha sempre affascinato, non a caso ho creato una rubrica qui nel blog per parlarne e ogni volta che mi si presenta l'occasione per leggere questo genere mi ispira sempre tanta curiosità. Ecco il motivo principale per cui ho iniziato questa lettura: il fascino che i miti e le leggende da sempre attirano come forze inspiegabili.


Credo che tutti conoscano la famosa e lunghissima guerra di Troia oltre al motivo scatenante per cui è cominciata: una donna. Elena è stata l'elemento scatenante e ci solo voluti dieci anni di morte e distruzioni prima che il furbo Ulisse non ponesse fino a tutto grazie a uno strategemma che nessuno aveva previsto.
Si è sempre parlato dei guerrieri valorosi che hanno combattuto fermi nei loro ideali, si è sempre raccontato di come siano riusciti tra lacrime e gioia a uscirne vincitori e si è sempre spiegato il perchè alcuni invece non ce l'hanno fatta scatenando malcontento e nuovi propositi di vendetta. Ma non erano solo gli uomini a combattere perchè in questo scenario dove ogni cosa è cambiata anche le donne sono state protagoniste silenziose del grande massacro.


Mi è piaciuto molto che l'autrice abbia descritto il tutto da un punto di vista femminile. Dopo la caduta di Troia i racconti di Omero ci parlano di Ulisse e dei suoi piani per raggiungere Itaca attraverso l'Odissea, ma nel frattempo cosa succedeva nel resto del mondo? Come si sono comportate le persone dopo la caduta di Troia. La nostra storia inizia proprio qui e lo fa in maniera totalmente diversa da come ci aspettavamo perché il libro si divide in più pov e tutti rigorosamente femminili.
Il personaggio però che spicca maggiormente è Calliope a cui è dedicato il nome del libro. Per chi ancora non lo sapesse, Calliope era considerata la maggiore delle Muse. La sua paternità fu attribuita a vari personaggi tra cui il grande Zeus che, diciamolo, era ovunque quando si trattava di spargere figli ovunque, ma non è dato nulla di certo. Quello che sappiamo con certezza è che era la dea dell'eloquenza e conferiva a principe e re. Spesso uomini con un'alta carica o semplicemente persone in guerra, soldati e chiunque fosse certo del suo ascolto la invocava chiedendo consigli oppure per chiederle di aiutarli e indirizzarli per la via giusta. Era consuetudine invocare i dei per qualsiasi cosa e spesso erano ascoltati perchè i figli di Zeus decidevano da che parte stare schierandosi da una o l'altra parte giudicando tutto come un grande spettacolo di burattini a cui tirare le corde. Un esempio è proprio quello che fecero ad Achille sfruttando la sua unica debolezza - il tallone - e usando Priamo come mano vincente, ma spesso si annoiavano a sentire tante suppliche perché loro volevano essere venerati e basta e intervenivano solo quando gli convenivano. Egoisti, narcisisti, i dei si consideravano superiore all'umano in tutto e per tutto e anche se in certo modo se ne comprendeva il motivo, bisogna anche dire che gli uomini sfruttavano qualsiasi vantaggio per ottenere ciò che volevano d'altronde in un mondo comandato dai dei bisogna 
pur adeguarsi.
Calliope ascolta ogni invocazione ma riesce a vedere tutto da un altro punto di vista e si domanda come sia possibile aver rovinato tutto con una guerra che è durata fin troppo. Guardando dall'alto della sua posizione osserva ogni cosa con cipiglio obiettivo e rassegnato visto che non riuscirà mai a capire dell 
tutto questi umani così diversi da lei.
Le donne invece cercano come possono di sopravvivere sfruttando le proprie qualità per andare avanti. Anche senza andare in guerra, sebbene non abbiano combattuto in prima linea loro sono riuscite a resistere rimboccandosi le maniche  e dandosi da fare per ribaltare la situazione. Non sono rimaste in silenzio ad assistere al mondo che cadeva giorno dopo giorno, ma sono riuscite a restare indenni o quasi quando ogni cosa è finita. Nei libri si dà, ovviamente, più attenzione ai combattenti ma anche le donne "dietro le quinte" hanno fatto tanto ed è bello che per una volta viene dato loro il giusto valore. Una nuova ottica con cui guardare le cose che lascia assumere nuovo significato a tante cose. Nelle note finali l'autrice spiega la motivazione che l'ha spinta a scrivere una storia del genere e, a mio parere, ha fatto benissimo svolgendo tanti studi di ricerca e trasportando il lettore in un mondo che a distanza di tempo riesce sempre ad attirare l'attenzione. Lo consiglio agli appassionati del genere, di certo sarà apprezzato in ogni pagina.

Valutazione 4/5



6 commenti:

  1. Ormai ho letto questa storia da tutti i punti di vista, ma non mi ha ancora stancato, quindi lo leggerò volentieri^^
    Penelope è una figura molto interessante. Buone letture!

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    1. Spero ti piacerà molto, buona lettura anche a te <3

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  2. Adoro la mitologia e già la sonzogno in passato aveva portato a noi delle letture interessanti, dando voce alle donne in un'epoca in cui a nessuno importava farlo essenzialmente. Ho inserito subito il romanzo nella mia lista infinita xD

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    1. Hai fatto benissimo. La mitologia greca ed bellissima

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