Arrivo il week end per la rubrica di scrittura che adoro tantissimo: la Storytelling Chronicles. Mettersi in gioco con la scrittura è sempre molto bello, le mie compagne d'avventura mi stanno insegnando tanto e sono contenta di parteciparvi anche se non sempre come vorrei, ma stavolta non potevo proprio rinunciare.
Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish KingdomL'argomento di questo mese è stato scelto riguardava tre parole: Un Bambino, Un Fiore, Colori Pastello.
Appena ho visto la prima parola ovviamente non ho pensato ad altro e ho subito detto sì, lo sapete ormai quanto adori i bambini e quindi la mia fantasia si è subito messa all'opera.
Ecco quindi la mia storia:
«Hai finito?»
«Non ancora».
Guardo la sua mano che si muove precisa e tranquilla su quel foglio che prima era bianco, ammiro il modo in cui tiene ferma la matita mentre disegna e un po’ lo invidio. È facile incantarsi mentre dal nulla crea qualcosa, ma nello stesso tempo diventa anche noioso aspettare in silenzio, devono essere passati parecchi minuti da quando gliel’ho chiesto e allora ripeto curioso:
«Adesso hai finito?»
«Luigi» mi ammonisce senza girarsi a guardarmi. «Se me lo ripeti ogni secondo non mi aiuti per niente».
Vorrei fargli notare che non sono passati dei secondi perché so contare benissimo in fondo ho otto anni, ma lascio perdere perché sono generoso. Faccio dondolare le gambe sulla sedia dove sono seduto mentre mio fratello Gianluca continua a disegnare in silenzio e sto pensando che forse non mi sarei dovuto offrire di accompagnarlo, ma non credevo che diventasse così monotona questa giornata.
Lui è bravissimo, disegna i fumetti di una rivista importante e a me piace vantarmi di avere un fratello famoso soprattutto quando a scuola i miei compagni mi chiedono di avere un suo autografo. In realtà Gianluca non sfrutta la sua popolarità, è tranquillo come sempre e non so se al suo posto riuscirei a restare calmo quando la gente ti chiede autografi. Immagino spesso di essere al suo posto, poi mi ricordo che non sono per niente bravo con in mano una matita e la fantasia scivola via. La mamma dice che non ho pazienza e forse ha ragione, adesso per esempio Gianluca guarda il mare e gli scogli con quel foglio davanti e non è per niente annoiato, ma come fa?
Deve partecipare a un concorso e consegnare un dipinto fatto a mano che rappresenti la sua città, ovviamente Margellina è il posto migliore qui a Napoli e io ho pensato subito che sarebbe stato divertente venire con lui, invece mi sto pentendo della mia scelta avventata. Ho anche protestato quando mio fratello ha tentato di farmi capire che era meglio andasse da solo, ma ora non posso fargli notare che aveva ragione o la prossima volta non mi porterà con lui e invece a me piace la sua compagnia.
«Gianluca, posso andare a comprare una bottiglia d’acqua? Fa caldo oggi e quella che mi ha dato la mamma è quasi finita».
Sposta la matita dal disegno e guarda il venditore ambulante poco distante, poi annuisce e prende degli soldi dalla tasca.
«Prenditi anche qualcosa da mangiare se vuoi, ma non allontanarti troppo».
Afferro le monete con un gran sorriso e mi sento di nuovo allegro. Gianluca non mi tratta come un bimbetto piccolo che deve essere accompagnato ovunque e il motivo per cui mi piace uscire con lui è proprio questo, se ci fosse stata la mamma non mi avrebbe fatto andare da solo nemmeno se la pregavo.
Compro una bottiglia minerale e un pacco di patatine e metto il resto in tasca sentendomi adulto. Apro la busta e comincio a sgranocchiare mentre torno lentamente dal mio fratellone, poi vedo dei gabbiani librarsi in volo e devo schermare gli occhi dalla luce del sole per osservarli meglio.
«Fai attenzione, o mangeranno qualsiasi cosa lasci cadere a terra».
Mi giro al suono di quella voce familiare e assumo un’aria seccata quando riconosco la mia compagna di classe: Clara.
«Cosa ci fai qui?»
«Passeggiata pomeridiana» risponde lei indicando i suoi genitori dietro di lei. Sua mamma sta cullando una bambina piccola che piange e il padre cerca di insegnare all’unico figlio maschio ad andare in bicicletta. Non so quanto mi piacerebbe essere il primo della famiglia come Clara, preferisco avere Gianluca e basta e dall’espressione annoiata della mia compagna nemmeno lei è contenta.
«Tuo fratello sta disegnando?»
Come se fosse stato interpellato, Gianluca si gira a guardarmi e dopo essersi assicurato che non sia solo mi strizza l’occhio e riprende a lavorare.
«Sì, vincerà di sicuro il concorso» affermo con sicurezza. «Non c’è nessuno più bravo di lui... ehi, cosa stai facendo?»
«Adoro le patatine» risponde tranquilla Clara dopo aver infilato una mano nella mia busta come se niente fosse. «Non volevi offrirmele?»
Ecco perché non sopporto Clara, dà tutto per scontato e poi mi fa apparire come un bambino maleducato cosa assolutamente falsa. Lo fa ogni volta ed è davvero fastidioso.
«Guarda, sono arrivati dei colombi» indica davanti a noi. I gabbiani sono andati verso il mare, ma questi nuovi pennuti adesso si avvicinano a noi e cominciano a mangiare le briciole a terra. Clara inizia a rompere pezzetti di patatine per lanciargliele e io sbuffo spazientito.
«Sono le mie patatine quelle e le stai buttando via».
«Mi stai dicendo che se mi vedessi affamata e desiderosa di cibo non mi daresti da mangiare?»
«Non...»
«Mi faresti morire di fame?» insiste Clara e io sbuffo di nuovo.
«Non stai morendo di fame e nemmeno loro, non dire assurdità».
«Hai ragione» ride divertita e stranamente quella risata non m’infastidisce, ma mi ricorda perché certe volte mi è simpatica, mi rasserena quel suono allegro. «Però devi essere più generoso Luigi, il mio futuro marito lo sarà».
Per fortuna ho appena ingoiato altrimenti mi sarei strozzato all’istante nel sentire le sue ultime parole.
«Il tuo...»
«Sai che ci sposeremo vero?» m’interrompe tranquilla lei. Sta anche sorridendo come se non avesse appena lanciato una bomba. «Però la generosità è importante, ricordalo».
Mi bacia una guancia lasciandomi completamente a corto di parole, di ossigeno e anche di respirazione. Come può essersi presa il mio respiro senza che me ne accorgessi? Poi raggiunge i genitori e io resto a bocca aperta e con uno strano rimescolio nel petto a cui non so dare un nome. Cos’è appena successo?
Mi accorgo di non avere più fame come prima e raggiungo Gianluca in silenzio e confuso come non mai. Non mi aiuta per niente vedere la faccia sorridente di mio fratello anzi m’infastidisce parecchio.
«Smettila!»
«Non ho detto niente» alza le mani lui.
«Finisci il tuo disegno» gli ordino tornando a sedermi sulla sedia di prima. Ce l’ha prestata un signore che sta pescando e ne aveva una in più e ora mi risulta molto comoda, decido di continuare a mangiare eppure i miei occhi tornano a guardare Clara che ora sta ridendo insieme ai genitori. Non posso sentirla da qui, ma è come se quella risata mi rasserenasse da lontano. Se non fossi troppo cresciuto per certe cose, direi che ha dei poteri magici.
«Ha detto che ci sposeremo» affermo ancora allibito. «È pazza vero?»
«Le ragazze sono sempre un passo avanti a noi fratellino» risponde Gianluca tranquillo. «Non sottovalutarle mai»
«Io non voglio sposarmi con lei!» protesto. «Clara è fuori di testa, mi fa arrabbiare e poi... poi...»
«Magari al matrimonio penserai più avanti» m’interrompe lui. So che si sta sforzando di non ridere e gli sono grato di non prendermi in giro. «Ma per adesso comincia a pensarla come una vera amica, il resto verrà dopo. Dopotutto non è lei che ti aiuta sempre in matematica quando sei in difficoltà? E non è venuta a trovarti quando avevi la febbre? Se pensi che è stata costretta dalla madre perché siamo vicini di case e le nostre mamme si conoscono ti sbagli, sono sicuro sia stata una sua idea».
Rifletto sulle parole di mio fratello e resto in silenzio senza sapere bene cosa rispondere. Mi fido del suo giudizio però mi sembra ancora tutto molto strano.
«Ecco». Gianluca mi porge un foglio di carta che ha appena staccato dal suo album. Non sono sicuro di cosa sia finché non mi ritrovo tra le mani un fiore di carta, come ogni cosa che spunta fuori dalla sua creatività è bellissimo e sembra vero. Non è bianco, ma l’ha colorato con quei suoi colori pastello e ora è perfetto.
«Gianluca, posso andare a comprare una bottiglia d’acqua? Fa caldo oggi e quella che mi ha dato la mamma è quasi finita».
Sposta la matita dal disegno e guarda il venditore ambulante poco distante, poi annuisce e prende degli soldi dalla tasca.
«Prenditi anche qualcosa da mangiare se vuoi, ma non allontanarti troppo».
Afferro le monete con un gran sorriso e mi sento di nuovo allegro. Gianluca non mi tratta come un bimbetto piccolo che deve essere accompagnato ovunque e il motivo per cui mi piace uscire con lui è proprio questo, se ci fosse stata la mamma non mi avrebbe fatto andare da solo nemmeno se la pregavo.
Compro una bottiglia minerale e un pacco di patatine e metto il resto in tasca sentendomi adulto. Apro la busta e comincio a sgranocchiare mentre torno lentamente dal mio fratellone, poi vedo dei gabbiani librarsi in volo e devo schermare gli occhi dalla luce del sole per osservarli meglio.
«Fai attenzione, o mangeranno qualsiasi cosa lasci cadere a terra».
Mi giro al suono di quella voce familiare e assumo un’aria seccata quando riconosco la mia compagna di classe: Clara.
«Cosa ci fai qui?»
«Passeggiata pomeridiana» risponde lei indicando i suoi genitori dietro di lei. Sua mamma sta cullando una bambina piccola che piange e il padre cerca di insegnare all’unico figlio maschio ad andare in bicicletta. Non so quanto mi piacerebbe essere il primo della famiglia come Clara, preferisco avere Gianluca e basta e dall’espressione annoiata della mia compagna nemmeno lei è contenta.
«Tuo fratello sta disegnando?»
Come se fosse stato interpellato, Gianluca si gira a guardarmi e dopo essersi assicurato che non sia solo mi strizza l’occhio e riprende a lavorare.
«Sì, vincerà di sicuro il concorso» affermo con sicurezza. «Non c’è nessuno più bravo di lui... ehi, cosa stai facendo?»
«Adoro le patatine» risponde tranquilla Clara dopo aver infilato una mano nella mia busta come se niente fosse. «Non volevi offrirmele?»
Ecco perché non sopporto Clara, dà tutto per scontato e poi mi fa apparire come un bambino maleducato cosa assolutamente falsa. Lo fa ogni volta ed è davvero fastidioso.
«Guarda, sono arrivati dei colombi» indica davanti a noi. I gabbiani sono andati verso il mare, ma questi nuovi pennuti adesso si avvicinano a noi e cominciano a mangiare le briciole a terra. Clara inizia a rompere pezzetti di patatine per lanciargliele e io sbuffo spazientito.
«Sono le mie patatine quelle e le stai buttando via».
«Mi stai dicendo che se mi vedessi affamata e desiderosa di cibo non mi daresti da mangiare?»
«Non...»
«Mi faresti morire di fame?» insiste Clara e io sbuffo di nuovo.
«Non stai morendo di fame e nemmeno loro, non dire assurdità».
«Hai ragione» ride divertita e stranamente quella risata non m’infastidisce, ma mi ricorda perché certe volte mi è simpatica, mi rasserena quel suono allegro. «Però devi essere più generoso Luigi, il mio futuro marito lo sarà».
Per fortuna ho appena ingoiato altrimenti mi sarei strozzato all’istante nel sentire le sue ultime parole.
«Il tuo...»
«Sai che ci sposeremo vero?» m’interrompe tranquilla lei. Sta anche sorridendo come se non avesse appena lanciato una bomba. «Però la generosità è importante, ricordalo».
Mi bacia una guancia lasciandomi completamente a corto di parole, di ossigeno e anche di respirazione. Come può essersi presa il mio respiro senza che me ne accorgessi? Poi raggiunge i genitori e io resto a bocca aperta e con uno strano rimescolio nel petto a cui non so dare un nome. Cos’è appena successo?
Mi accorgo di non avere più fame come prima e raggiungo Gianluca in silenzio e confuso come non mai. Non mi aiuta per niente vedere la faccia sorridente di mio fratello anzi m’infastidisce parecchio.
«Smettila!»
«Non ho detto niente» alza le mani lui.
«Finisci il tuo disegno» gli ordino tornando a sedermi sulla sedia di prima. Ce l’ha prestata un signore che sta pescando e ne aveva una in più e ora mi risulta molto comoda, decido di continuare a mangiare eppure i miei occhi tornano a guardare Clara che ora sta ridendo insieme ai genitori. Non posso sentirla da qui, ma è come se quella risata mi rasserenasse da lontano. Se non fossi troppo cresciuto per certe cose, direi che ha dei poteri magici.
«Ha detto che ci sposeremo» affermo ancora allibito. «È pazza vero?»
«Le ragazze sono sempre un passo avanti a noi fratellino» risponde Gianluca tranquillo. «Non sottovalutarle mai»
«Io non voglio sposarmi con lei!» protesto. «Clara è fuori di testa, mi fa arrabbiare e poi... poi...»
«Magari al matrimonio penserai più avanti» m’interrompe lui. So che si sta sforzando di non ridere e gli sono grato di non prendermi in giro. «Ma per adesso comincia a pensarla come una vera amica, il resto verrà dopo. Dopotutto non è lei che ti aiuta sempre in matematica quando sei in difficoltà? E non è venuta a trovarti quando avevi la febbre? Se pensi che è stata costretta dalla madre perché siamo vicini di case e le nostre mamme si conoscono ti sbagli, sono sicuro sia stata una sua idea».
Rifletto sulle parole di mio fratello e resto in silenzio senza sapere bene cosa rispondere. Mi fido del suo giudizio però mi sembra ancora tutto molto strano.
«Ecco». Gianluca mi porge un foglio di carta che ha appena staccato dal suo album. Non sono sicuro di cosa sia finché non mi ritrovo tra le mani un fiore di carta, come ogni cosa che spunta fuori dalla sua creatività è bellissimo e sembra vero. Non è bianco, ma l’ha colorato con quei suoi colori pastello e ora è perfetto.
«Quando hai fatto questo se stavi disegnando e poi cosa dovrei farci?»
«Mi serviva una pausa e quando vi ho visti parlare mi è venuta questa piccola idea» alza le spalle lui. «Devi portarglielo adesso, ne sarà contenta e questo sancirà la vostra amicizia, credo che se l’aspetti sai? Finora è sempre stata lei a fare il primo passo, ora tocca a te».
Mi sembra una cosa da sciocchi portarle un fiore, ma forse mio fratello ha ragione. In effetti Clara può essere davvero fastidiosa, ma è sempre presente quando ne ho bisogno e anche se è una femmina magari possiamo sul serio diventare amici.
«Non mi sposerò con lei» dichiaro convinto. Gianluca annuisce, ma si copre la bocca con una mano per non ridere, lo ignoro e ripeto con certezza assoluta. «Non la sposo Clara, le porto solo un segno di pace».
«Mi sembra un ottimo inizio. Ci metterò ancora un po’ qui, quindi resta pure a parlarle se vuoi e, se ti allontani: avvisami».
Non ho alcuna intenzione di intrattenermi a parlare con Clara più del necessario perciò annuisco distratto e poi raggiungo la sua famiglia. Non appena la mia vicina di casa, la mia compagna di classe e la mia futura amica - non moglie - guarda il fiore di carta che ho tra le mani e che sono pronto a darle, mi abbaglia con un sorriso enorme e io penso che forse, dopotutto posso restare a parlare con lei per qualche minuto in più.
«Non mi sposerò con lei» dichiaro convinto. Gianluca annuisce, ma si copre la bocca con una mano per non ridere, lo ignoro e ripeto con certezza assoluta. «Non la sposo Clara, le porto solo un segno di pace».
«Mi sembra un ottimo inizio. Ci metterò ancora un po’ qui, quindi resta pure a parlarle se vuoi e, se ti allontani: avvisami».
Non ho alcuna intenzione di intrattenermi a parlare con Clara più del necessario perciò annuisco distratto e poi raggiungo la sua famiglia. Non appena la mia vicina di casa, la mia compagna di classe e la mia futura amica - non moglie - guarda il fiore di carta che ho tra le mani e che sono pronto a darle, mi abbaglia con un sorriso enorme e io penso che forse, dopotutto posso restare a parlare con lei per qualche minuto in più.
Come penso immaginerete mi sono divertita tantissimo a scrivere questa piccola storia e adesso aspetto i vostri commenti.
Copyright @ 2021 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.
Ciao Susy! Storiella davvero carina e dolce. Sei brava a descrivere i sentimenti e i pensieri puri dei bambini =) alla prossima!
RispondiEliminaGrazie Serena per essere passata, sono contenta la mia piccola storia ti sia piaciuta
EliminaMa che dolci! Come sai, adoro anch'io i bambini e il tuo racconto mi ha riempito il cuore di tenerezza. Bravissima!
RispondiEliminaSono contenta ti sia piaciuta <3
EliminaCiao Susy! Hai interpretato molto bene il tema di marzo: bambini, fiori e colori pastello non sono mancati :-)
RispondiEliminaMi è piaciuto anche l'inserimento di un fratello maggiore, una sorta di "voce narrante" più saggia, che guidi il protagonista verso la scelta migliore. L'ambientazione marittima, come forse saprai, è sempre una delle mie preferite...e l'idea delle patatine ai gabbiani è davvero super tenera! Che dire, Clara è già matura rispetto al nostro protagonista, credo che abbia già visto un po' di futuro... tu che ne pensi? :-)
Brava, il tuo racconto mi è proprio piaciuto!
Grazie Silvia per la tua perfetta analisi 🥰sono contenta ti sia piaciuto
EliminaChe meraviglia Susy! Ho ancora il sapore del sole in bocca e il cuore pieno di bellissime emozioni. Hai fatto un piccolo capolavoro immedesimandoti in un bambino di otto anni, dandogli voce con delicatezza e semplicità. La presenza del fratello maggiore mi ha fatta sorridere perché in un certo qual modo è la sua guida, silenziosa e discreta, ma forte. Ho adorato anche i dialoghi e i pensieri del protagonista. Tema del mese perfettamente centrato 🥰 A parte qualche piccolo refuso, la scrittura è scorrevole, ma dolce, per come ci hai abituate! Allora al prossimo racconto, con tanta tanta trepidazione. Un abbraccio!
RispondiEliminaMa che dolce che sei! Grazie! Mi fa tanto tanto piacere che ti sia piaciuto <3
EliminaCiao Susy! Che bel racconto che hai scritto! Mi ha fatto molto piacere vedere come hai sviluppato la consegna, inserendo questi tre elementi al meglio :) Credo tu sia riuscita a costruire una storia breve ma ricca di emozioni e con diversi spunti di riflessione anche se i protagonisti sono piccoli. Brava!
RispondiEliminaMa che carina che sei Steph, grazie mille <3
EliminaCiao. Il tuo racconto è davvero carino e divertente, usare come protagonista un bambino ha reso tutto più semplice eppure più bello. Ho apprezzato questa tua scelta e ti faccio i complimenti perché per me è difficile immedesimarmi in dei bambini.
RispondiEliminaMi hai anche strappato più di un sorriso durante la lettura, complimenti per questo.
A presto.
Mi riesce più facile perchè amo i bambini e scrivere storie su di loro mi diverte sempre tanto, ti ringrazio molto <3
EliminaMa io ora voglio sapere se si sposanooooooooooooo AHAHAH Non puoi lasciarmi così T_T Sei cattivaaaaaa, non trovi? :P
RispondiEliminaComunque niente, Susy... È un bellissimo racconto! C'è tutto quello che la tematica richiedeva e sono soddisfattissima di quanto letto <3 Sei brava a dare voce ai bambini, ora ho l'ennesima dimostrazione di questo tuo talento ;) <3
E mi sa che per scoprirlo bisogna chiedere a Clara perchè Luigi non è per niente convinto :D :D
EliminaGrazie a te che metti temi così belli che mi fanno venire voglia di scrivere subito <3
Diciamo che il tema di questo mese era proprio la mia confort zone e quindi ci sono entrata con molta facilità.
RispondiEliminaGrazie mille Fede <3 sono contentissima ti sia piaciuto *_*
Susy mi hai davvero emozionata come sempre
RispondiEliminaGrazie mille Giusy <3
EliminaBellissimo, Susy. Quanta tenerezza. Sarebbe anche un bellissimo inizio per un romanzo. Hai rispettato alla perfezione il tema del mese. Un racconto davvero tenero. A presto. Silvia tra le righe
RispondiEliminaGrazie ❤️In effetti sì potrebbe essere il prologo di un libro😍li adoro questi due e sono contenta sia piaciuto anche a te
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