Come ormai quasi d'obbligo l'appuntamento per il sabato è dedicato alla scrittura e io non potrei che esserne felice. Amo scrivere e farlo attraverso una rubrica mensile in cui ci si mette in gioco rende l'avventura ancora più bella quindi grazie a Lara oggi torna la Storytelling Chronicles.
Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish KingdomL'argomento di questo mese era particolare, ma ho deciso di mettermi in gioco e infatti ho accettato subito "la sfida". Bisogna scegliere un autore/autrice preferito, utilizzare il suo metodo narrativo e scegliere uno dei personaggi indicativi.
Ebbene vi confesso che la mia prima scelta è stata quella di usare uno dei miei autori preferiti: Nicholas Sparks però poi quando mi sono trovata il foglio word davanti la mia idea è radicalmente cambiata e seguendo come sempre l'ispirazione ho deciso di scegliere invece un'altra autrice che ho imparato ad apprezzare da non molto: Julia Quiin.
Complice lo stile regency che amo e che trovo sempre divertente scrivere quindi rigorosamente in terza persona al passato ho deciso di prendere come "spunto" l'ultimogenita Hyacinth Bridgerton protagonista del settimo libro della saga. Una ragazza impavida, intelligente, determinata e senza molti problemi ad esternare ciò che pensa, un personaggio che personalmente ho adorato.
Ma basta spiegazioni che mi sto dilungando troppo ecco a voi la storia, buona lettura.
«Festa noiosa?»
Alicia Brown faticò a riconoscere subito quella voce e non per la musica alta che era cominciata da un po’ coinvolgendo tutti gli invitati a ballare, ma perché concentrata sulla lettura del libro che aveva portato da casa. Mise un dito per non perdere il segno e si ritrovò a fronteggiare gli occhi allegri e scanzonati di George Bolton.
Migliore amico dei suoi tre fratelli, era diventato una presenza fissa a casa Brown fino a quando aveva deciso, di punto in bianco, di girare il mondo per viaggiare. Alicia ricordava benissimo la sofferenza che aveva provato nel vederlo lasciare la città, aveva quattordici anni e il cuore profondamente innamorato di quel ragazzo sempre gentile e di buon umore.
Aveva bandito Goerge dalla propria mente per anni e adesso trovava ingiusto ritrovarselo di fronte nell’unico luogo da cui non poteva scappare. Era oltremodo ridicolo che a quasi diciannove anni compiuti il cuore traditore battesse così forte solo perché lui era così vicino e bello più di prima. Ovviamente George era passato a casa Brown da quando aveva deciso di tornare in pianta stabile a Londra, ma non erano mai stati soli. Due fratelli erano sposati con prole e l’ultimo invece aveva sequestrato l’amico di un tempo per raccontargli le novità. Alicia aveva avuto modo di salutarlo velocemente e poi aveva fatto in modo di non trovarsi negli stessi posti dove sapeva l’avrebbe visto. Forse era un atteggiamento stupido e anche infantile, ma desiderava avere il controllo di se stessa e sembrava invece che con George intorno non ci riuscisse completamente.
«Buonasera Mr Bolton».
«Suvvia Alicia, ci conosciamo da quando eravamo piccoli. Puoi chiamarmi George» l’ammonì lui sedendosi sulla sedia accanto. «E non hai ancora risposto alla mia domanda: festa noiosa?»
«Nella norma direi, ma probabilmente lo chiedete alla persona sbagliata, non sono mai stata un’amante delle feste».
Se George notò quanto quel tono fosse formale e poco incline alla conversazione non lo diede a vedere. Osservò invece con calma il resto delle persone che chiacchieravano o ballavano spensierate.
«A me sembra una bella festa invece».
«Questione di punti di vista, d’altronde il mondo sarebbe un posto noioso se la pensassimo tutti allo stesso modo. Esaminando quindi i nostri diversi modi di pensare trovo giusto che voi torniate a divertirmi e io alla mia lettura che, tra l’altro, avete interrotto».
«Mi stai quindi mandando via?»
«Spingere qualcuno al divertimento non mi sembra una cosa cattiva come lo fa sembrare il vostro tono di voce e in fondo una festa non serve a questo?»
Alicia parlava senza filtri, un lato del carattere che nemmeno la madre era riuscita a placare, ma la colpa era di aver vissuto con tre fratelli maschi. Si sentiva spesso un maschiaccio e in dovere di dire sempre ciò che pensava, motivo di grande preoccupazione per Mrs Brown che era preoccupata di non vedere sposata l’unica figlia femmina. Alicia non aveva alcuna intenzione di convolare presto a nozze, aveva scartato le proposte ricevute senza nessun pentimento e Mr Brown cominciava a pensare che quella ragazza sarebbe rimasta zitella per sempre. Alicia non era preoccupata, desiderava un’unione fatta d’amore come quella dei fratelli e dei genitori e sapeva che questo era l’unico motivo per cui non era stata spinta verso una direzione obbligata.
Gli uomini erano spaventati dalla sua intelligenza o dal modo diretto di parlare e scappavano dopo il primo minuto di conversazione, gli impavidi che avevano osato chiederla in moglie l’avevano fatto per la dote sostanziosa e dopo quel rifiuto erano del tutto spariti. Come poteva unirsi a persone così codarde?
Immaginò quindi, che adottare l’atteggiamento che di solito faceva correre tutti i gentiluomini fosse quello giusto per liberarsi di George, invece, con sgomento, lo vide sorridere.
«Suppongo di sì. Peccato che io non mi stia divertendo affatto, quando ti ho vista qui tutta sola ho pensato di raggiungerti. In realtà credevo che avresti avuto il carnet pieno stasera».
«Non amo ballare» rispose tranquilla Alicia perfettamente consapevole dello sguardo ardente che lui le stava lanciando, ma si sforzò di restare impassibile ignorando ancora una volta quel traditore del cuore che cominciò a battere più forte. D’accordo George era diventato ancora più bello, un partito appetibile per aspetto fisico e condizione sociale ma l’aveva sempre vista come una sorellina e lei non si sarebbe messa in ridicolo confessando la vera ragione per cui non aveva ancora trovato marito: lui.
«Sei molto cambiata Alicia Brown» sentenziò alla fine George e lei non seppe dire se fosse un complimento o un’offesa, decise per la seconda perché più semplice da controbattere.
«È quello che succede quando gli anni passano, quasi diciannove contro i vostri ventiquattro mi sembrano giusti per il periodo passato non trovate?»
«Se sono stati spesi così in bellezza sono completamente d’accordo, sei diventata ancora più bella lo sai?»
Poteva controllare il tono di voce e anche assumere un atteggiamento distaccato, ma di certo tenere sotto controllo il rossore del viso era impossibile e detestò quando avvertì il calore accendersi sulle gote. Non voleva fargli capire quanto quel complimento le avesse fatto aumentare i battiti cardiaci, non dopo che scioccamente il ricordo di come l’aveva salutato con un bacio prima della partenza affiorò come una lama tagliente nella testa.
«Suppongo lo diciate a tutte le fanciulle che incontriate e presumo siano state tante». Sperò che la nota di gelosia intrisa in quella replica tagliente non fosse molto evidente, ma a giudicare dal sorriso sfacciato che le riservò non era stata molto brava a nasconderlo.
«È vero ho conosciuto qualche ragazza molto carina, ma posso confessare che nessuna aveva il tuo spirito ribelle. Sei unica Alicia e, credimi, se decanto la tua bellezza non lo faccio per pura cortesia».
Adesso l’intero corpo fremeva per quelle parole apparentemente sincere, ma aveva sentito le notizie che circolavano su di lui e poi conosceva, attraverso i discorsi origliati dei fratelli, quanto i gentiluomini così in vista fossero bravi con le parole. Era abbastanza intelligente da non cadere in trappola con qualche frase gentile e perciò si alzò impugnando il libro come uno scudo.
«Credo che andrò a raggiungere mia madre, arrivederci Mr Bolton».
S’inchinò appena come esigeva l’etichetta e fu molto fiera di se stessa nel riuscire a camminare lentamente sebbene la voglia di scappare fosse alta. Come riusciva quell’uomo a sconvolgerla così tanto era ancora un mistero!
«Alicia, aspetta».
Lo udì benissimo ma finse il contrario, d’altronde c’era la musica e tante persone intorno. Con un po’ di fortuna sarebbe riuscita a mettere distanza tra loro sufficiente a...
«Alicia».
Non aveva tenuto conto di quelle gambe lunghe, né della presa ferrea della mano attorno al proprio polso e per un attimo si trovò in trappola. Perché allora non avvertiva alcuna paura?
«Mi piacerebbe ballare con te» mormorò George quando furono finalmente vicino.
«Ve l’ho detto prima, io non amo...»
«... ballare, sì ricordo, ma insisto e poi siamo al centro della sala e ci stanno guardando. Se ricordo bene Mrs Brown, non userà la mano di velluto se dovrà rimproverare qualcuno dei propri figli per un comportamento del genere».
Sconfitta e piuttosto seccata, Alicia capì che allontanarsi sarebbe stato peggio. Non seppe cosa fece del libro perché improvvisamente ne avvertì l’assenza e poi scomparve ogni traccia di preoccupazione per il tomo che prima era essenziale quando si ritrovano così vicini.
Non aveva mentito, i balli e la musica non l’attiravano come tante ragazze della sua età, infatti, non sapeva nemmeno se stava ballando correttamente. Udire la musica era impossibile, avvertita solo la presenza di George accanto a lei e le sembrava non ci fosse nulla di sbagliato.
«Ti ho pensato tanto mentre ero via».
Quella voce carezzevole era capace di sconvolgerla nel profondo, per quale assurdo motivo solo con la sua si sentiva così impotente?
«Spesso ricordavo come mi hai baciato quando sono venuto a salutarti, eri una ragazzina così...»
«Piccola e stupida?» terminò al suo posto Alicia sentendosi avvampare al pensiero di quanto era stata sconsiderata quel giorno. Avrebbe dovuto ringraziarlo per non aver raccontato a nessuno di quel momento così imbarazzante, ma si vergognava troppo per dichiararlo a voce alta.
«Esuberante, intelligente, allegra, divertente e dotata di uno spirito ribelle che t’invidiavo. Adoravo averti intorno esattamente come i tuoi fratelli, ma non ti ho mai guardato allo stesso modo e temevo che ti saresti spaventata se te ne fossi accorta. Partire è stata la decisione più saggia che potessi prendere»
«Non capisco» ammise Alicia mentre mille pensieri confusi s’intrecciarono fino a rendere impossibile districarli.
«Invece io credo che sia il contrario solo che ti spaventa accettarlo. Mi sei sempre piaciuta Alicia, troppo considerando che eri solo una bambina, ma quando mi hai baciato ho capito che saresti stata l’unica che avrebbe occupato un posto nel mio cuore».
«Ti prego non dire cose di cui ti pentiresti» mormorò Alicia senza rendersi conto di avergli appena restituito il tu, ma era troppo agitata per pensarci adesso.
«Ho parlato con i tuoi genitori questa mattina, mi hanno detto che saresti stata alla festa e questo è l’unico motivo per cui sono qui adesso. Ho chiesto loro il permesso di corteggiarti adesso che non devo preoccuparmi della tua età, ma prima volevo sapere se sei d’accordo. Dimmi che quello che provavi per me esiste ancora, ti prego».
Alicia non sapeva se sentirsi ancora più in imbarazzo perché lui aveva notato quanto fosse innamorata anni fa oppure felice di sentirlo così sincero mentre la stringeva.
Il ballo era finito, i cavalieri si separarono dalle dame. ma George non la lasciò andare.
Aveva anche parlato con i fratelli Brown, ma preferì non dirgli le reazioni diverse che avevano avuto i vecchi amici. Stupiti, increduli e poi felici l’avevano minacciato di morte se avesse ferito la loro unica sorellina e lui aveva promesso che non sarebbe mai successo. Aveva smesso di negare quello che provava per Alicia ed era intenzionato a dimostrarle ogni cosa se solo lei gliel’avrebbe permesso.
C’era scetticismo in quegli occhi vispi e attenti e di questo se ne dispiacque. Si allontanò da lui in fretta e questo gli fece precipitare il cuore in fretta, poi intercettò lo sguardo della signora Brown che tempo addietro era stata una seconda madre per lui e decide di seguire quel consiglio raggiungendo per la seconda volta la fanciulla che gli aveva rapito il cuore a diciannove anni.
La trovò in un angolo della casa lontana da occhi e orecchie indiscrete e non ci pensò molto ad affiancarla.
«Non devi darmi una risposta immediata, ti ho aspettato tanto e posso farlo ancora per...»
«E se avessi già deciso?»
Alicia alzò il mento nascondendo un sorriso di cui George si accorse e che attenuò l’ansia insolitamente l’aveva colto in quel momento.
«In quel caso vorrei conoscere questa decisione».
Da quando era tornato in città, Alicia aveva cercato in ogni modo di ignorare quei sentimenti che non si era mai spenti ma soltanto assopiti dentro di sé e adesso si sentì finalmente pronta a esternarli. Contro ogni logica e buon senso si fidava di quelle parole, della sincerità del suo sguardo perché, anche se era passato del tempo, lei lo conosceva e sapeva che gli avrebbe affidato la sua stessa vita senza esitare.
Per quanto si sentisse una ragazza diversa dalle altre sotto molti punti di vista, adesso scoprì di essere in seria difficoltà a confessare quello che provava e capì che poteva rimediare in un altro: con i fatti.
L’aveva fatto cinque anni prima sfruttando un coraggio che nemmeno sapeva di possedere e in quel momento fece appello a tutto quello rimasto per accostarsi a lui e baciarlo proprio come aveva fatto un tempo.
George quella volta era rimasto rigido e impassibile sotto quell’attacco improvviso facendola sentire una stupida ragazzina incompresa e il terrore che potesse accadere lo stesso era forte, ma la paura durò soltanto un istante. Quando il gentiluomo l’attirò a se dimostrandole com’era baciare davvero qualcuno comprese che quello era l’unico uomo a cui avrebbe voluto dare il suo primo bacio, il solo a cui avrebbe concesso ogni cosa visto che il cuore gliel’aveva ceduto già tanti anni prima.
«Prometti che non viaggerai più se non con la con sottoscritta e che potrò sempre fidarmi di te?» chiese quando George le diede la possibilità di parlare.
«Non ti farò pentire un solo giorno della tua scelta» giurò lui baciandole una mano prima di intrecciarla alla sua. «E adesso andiamo a comunicare la bella notizia ai tuoi genitori e ai miei cognati, sono sicuro che saranno felici di liberarsi di te mentre io non vedo l’ora di averti tutta per me».
Alicia arrossì senza che potesse evitarlo, il sorriso che George le riservò pero non era di scherno, ma di felicità pura e questo servì a placarla. Non immaginava che una festa si sarebbe rivelata come una giornata da ricordare, ma era certa di non dimenticarla mai.
E siamo giunti alla fine, allora cosa ne pensate?
Vi aspetto nei commenti!
Copyright @ 2021 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.
Ciao! Allora, premetto che ancora non ho letto Julia Quinn, quindi non conosco né i personaggi né lo stile. Però il tuo stile onestamente mi piace, è stata una lettura piacevole e carina. Complimenti =)
RispondiEliminaTi ringrazio tantissimo Serena, ne sono davvero contenta <3
EliminaCiao. Secondo me hai rispettato la consegna richiesta: hai usato lo stile, il tempo e la persona della narrazione richiesti dall'autrice scelta.
RispondiEliminaPer quanto breve il racconto , mi è piaciuto. Un momento molto carino, romantico, con due personaggi che ricordano un po' quelli di Julia Quinn. Ho apprezzato la sincerità di lui, il fatto che abbia detto chiaramente quali fossero le sue intenzioni, il fatto che lei è molto diretta, direi una coppia perfetta.
A presto
Sono contenta che ti sia piaciuto, a me è piaciuto tanto scriverli
EliminaAdoro la Quin e la tua storia rispetta perfettamente il suo stile. Molto bello e dolcissimo l'intreccio che hai creato, mi hai emozionato con questo amore così tenero e profondo. Belli i personaggi e il contesto. Bravissima
RispondiEliminaGrazie sempre Giusy <3
EliminaCiao Susy! Io non sono una lettrice della Quinn ma so bene quanto il regency ti piaccia. Sicuramente è uno dei generi in cui riesci meglio perché fai sempre calare il tuo lettore nella giusta atmosfera. Questa storia mi sembra un historical romance perfetto, tra romanticismo ed ironia. Finalmente i due protagonisti, innamorati fin da bambini, hanno avuto un lieto fine! È una storia che scorre bene e scalda il cuore. Brava, alla prossima!
RispondiEliminaGrazie mille Silvia
EliminaGrazie Fede, come sempre sei un tesoro
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