Che strano scrivere in questo giorno di festa, ma con gli impegni del blog era rimasto l'unico giorno libero per partecipare a una Rubrica che adoro tanto e così eccomi qui.
Naturalmente sto parlando della Storytelling Chronicles e con lei finalmente un mio racconto. Ammetto che mi era mancato tanto scriverli.
3.Il titolo del testo deve contenere un colore a vostra discrezione.
4. Per il resto (tipo di narrazione, lunghezza della storia, genere scelto, ecc.) avete la piena libertà
Elenca ogni dettaglio sulle punte delle dita, quando alza il braccio per mostrami i cinque punti solleva anche la maglietta nera che gli ho visto addosso un milione di volte e per qualche strana ragione i miei occhi si posano sulla porzione di pelle scoperta che mostra senza volere.
No, in realtà, la ragione c’è e risale alla settimana prima quando mi è capitato di vedere Matteo senza maglietta quando sono andata a casa sua senza avvisare. A mia discolpa posso dire di farlo sempre, ci conosciamo da quando avevamo dieci anni e siamo sempre andati d’accordo perché viviamo nello stesso palazzo. È il mio migliore amico e a sedici anni pensavo che le cose sarebbero rimaste così per sempre, poi la settimana scorsa tutto è cambiato perché non riesco a dimenticare quei pettorali e quegli addominali che finora non avevo mai notato.
Sì, Matteo gioca a calcio e so che si allena tantissimo, spesso vado a vedere le sue partite sebbene non mi piaccia quello sport e ha molte ragazze che gli ronzano intorno, ma perché non avevo mai capito quanto il mio migliore amico fosse così attraente?
«Michela, stai bene?»
«Si, perché?» rispondo subito a voce alta e lui mi fissa perplesso.
«Sembravi incantata come fai sempre quando pensi troppo, sai che licantropo vince sempre vero? Ha anche più muscoli.» Flette i suoi come dimostrazione e io distolgo lo sguardo velocemente.
«Cosa... che vuoi dire?»
«Lascia stare» scuote la testa lui, «sto rovinando la nostra serata cinema scusami». Afferra il telecomando, ma gli impedisco di alzare il volume e prendo la mano che conosco da tanto e che negli anni è diventata un punto saldo e fermo nella mia vita, la mano del mio migliore amico e di una delle persone più importanti per me. Non l’ho mai visto così impacciato, né mi sono sentita così spaventata in sua compagnia, ma so che devo sapere tutto.
«Chi stai aspettando Matteo?»
Mi guarda spaesato, forse non si aspettava una domanda così diretta, ma non distolgo lo sguardo e aspetto che metta insieme le parole che una parte di me probabilmente già ha già capito.
«La mia chela rossa Micky, ma non sono mai bravo a calcolare i tempi e non voglio rovinare la nostra amicizia, ci tengo troppo e so che non proverai mai niente per me perciò...»
«E questo chi lo dice?» lo interrompo beandomi della sorpresa che brilla nei suoi occhi scuri, una sorpresa che si unisce a una speranza luminosa.
«Se stai scherzando sappi che non ti perdonerò mai.»
«Non m’importa più niente di Davide e in realtà non riesco a guardare più nessun ragazzo da quando ti ho visto senza maglietta, una settimana fa, secondo te è normale possedere degli addominali così scolpiti? Dovrebbe essere assolutamente illegale, punibile per legge.»
La risata di Matteo è così contagiosa e liberatoria che fa sparire ogni traccia di timore e quando l’attimo dopo mi accoglie tra le sue braccia mi sembra non ci sia posto migliore al mondo.
Mi guarda come porgendomi una domanda a cui annuisco dando il mio consenso e poi le sue labbra si posano sulle mie mentre tutto il resto attorno a me scompare.
Ho già dato il mio primo bacio, ma in questo momento è come se stessi rivivendo quel momento perché il primo bacio con Matteo è il solo e unico che ricorderò per sempre.
«Non ho più voglia di continuare la maratona di film adesso» ammette senza smettere di stringermi. «Dimmi che non sto sognando.»
Lo bacio ancora in risposta e molto probabilmente avremmo continuato ancora per molto se il rumore della serratura e la voce dei miei genitori non ci avessero bloccati.
«Scusate l’interruzione ragazzi, potreste aiutarmi a portare queste cose in casa? Tua madre ha svaligiato il supermercato» si lamenta papà.
«Ho solo comprato un po’ di provviste visto che avevo tempo» minimizza la mamma. Mi guarda come per chiedermi scusa perché sa quanto ci tenga alla serata cinema con Matteo, ma quando mi guarda un sorriso lascia spazio a tutto il resto.
«Dovete dirci qualcosa?»
«In che senso?» chiede confuso mio padre posando una grossa busta a terra.
«Penso che i nostri bei ragazzi abbiano finalmente capito di essere perfetti insieme vero?»
«Ah finalmente! Quindi adesso posso vietarti di passare del tempo da solo in casa con mia figlia e la porta della sua camera deve essere sempre aperta.»
«Papà!» esclamo rossa in viso.
«L’ho sempre saputo che sarebbe finita così, aspettavo di dirlo da un pezzo» ridacchia lui, «siete così lenti voi giovani. Io ho aspettato un solo giorno con tua madre per dichiararmi, era così complicato?»
«Vengo ad aiutare» risponde Matteo chiaramente a disagio come me, ma l’imbarazzo dura poco perché come sempre i miei genitori riescono ad alleggerire ogni atmosfera. Hanno sempre trattato il mio amico con grande simpatia e io sono felice che vadano così d’accordo.
Finiamo col cenare insieme dimenticando la televisione e poi accompagno Matteo alla porta rammaricandomi di non aver avuto un solo momento da sola con lui.
«Mi dispiace se la nostra serata cinema è diventata tutt’altra cosa.»
«A me per niente» confessa con un gran sorriso. «Ti messaggio più tardi così parliamo ancora un po’, ma non dimenticare niente di quello che è successo prima che arrivassero loro.»
«Se vuoi farmi ammettere che baci divinamente sappi... sappi che è vero» ammetto sorridendo a mia volta. Mi volto indietro per controllare se ci stanno osservando e poi mi sollevo sulle punte per baciarlo. Matteo mi accarezza i capelli rossi che a dieci anni avevano una pettinatura del tutto opinabile, mi ha nominata chela rossa lo stesso giorno che ci siamo incontrati ed è diventato un soprannome che adoro perché è solo nostro.
«Non ho sentito la porta chiudersi» urla papà.
«Anche tu mi salutavi molte volte i primi tempi ricordi?» gli ricorda la mamma. «Sono così carini!»
«Quella è sempre la mia bambina e quel giovanotto...»
«Aiutami a spegnere le luci amore.»
«Sarà meglio che vada» ride sulle mie labbra Matteo. «Non vorrei che tuo padre smettesse di adorarmi, ci tengo troppo alla mia ragazza per inimicarmi i suoi genitori.»
Il mio cuore ha un sussulto quando lo sento definirmi la sua ragazza e lui se ne accorge.
«Lo sei davvero lo sai? Da tanto. Ti busso domandi per andare a scuola come sempre insieme?»
«Non lo so»
«Come non lo sai?» chiede confuso e io devo sforzarmi per non ridere.
«Il mio migliore amico mi accompagna sempre a scuola in moto, ma non so quanto al mio ragazzo faccia piacere, tu che dici?»
«Sono certo che troveremo un compromesso» ridacchia sollevato, «così come adesse dovrai ammettere che i licantropi sono molto meglio dei vampiri o vuoi dire che avresti preferito baciare un morto?»
Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish KingdomQuanto mi era mancato scrivere per questa rubrica!
Finalmente ci sono riuscita e mi sono divertita tanto quindi, cosa ne dite di scoprire di cosa si tratta?
Gli argomenti del mese stavolta erano tre:
1. Inserire in modo primario o secondario non importa, una coppia di creature fantasy a vostra scelta
2. Dovete citare la vostra bevanda preferita all'interno dello scritto;3.Il titolo del testo deve contenere un colore a vostra discrezione.
4. Per il resto (tipo di narrazione, lunghezza della storia, genere scelto, ecc.) avete la piena libertà
Non amo scrivere seguendo dei paletti perchè mi piace lasciarmi guidare dall'ispirazione e questo è il motivo per cui non ho eseguito il compito del mese scorso, tuttavia questo ha stuzzicato la mia curiosità ed ecco il risultato.
«Aranciata con una spruzzata di limone come piace a te in arrivo.»
«Sst!» Alzo una mano senza nemmeno voltarmi perché troppo concentrata sullo schermo della tv davanti a me.
Bella Swan ha finalmente scoperto la vera natura di Edward Cullen e ora gli chiederà da quanto tempo ha diciassette anni.
«Non è nemmeno una scena d’azione questa» brontola Matteo posando i due bicchieri sul tavolo e lasciandosi cadere sul divano accanto a me. Il suo peso provoca quasi un terremoto su quest’ accessorio così instabile che ha forse tanti anni quando il vampiro più famoso del mondo, ma non ho tempo per rimproverarlo.
Edward vorrebbe leggergli nella mente come fa con tutti sfruttando il suo super poter, ma Bella ne è immune e si ritrova costretto a fidarsi di lei, di certo già sa che lei non lo tradirà mai.
«Non trovi siano una coppia meravigliosa?»
«Se lo dici tu.»
Matteo ruba la ciotola di patatine e pop cornes che ho preparato prima e se ne porta una grossa manciata in bocca, gli lancio appena un’occhiata tornando a guardare la mia ship televisiva preferita.
«Non ricominciare con la solfa che preferisci Jacob»
«Il lupo mannaro è un’altra cosa» asserisce lui, «innanzitutto è vivo, è caldo, è forte, non è pallido e vogliamo mettere la bellezza di trasformarsi in un animale e correre senza che nessuno ti riesca a raggiungere?»
LA MIA CHELA ROSSA
«Aranciata con una spruzzata di limone come piace a te in arrivo.»
«Sst!» Alzo una mano senza nemmeno voltarmi perché troppo concentrata sullo schermo della tv davanti a me.
Bella Swan ha finalmente scoperto la vera natura di Edward Cullen e ora gli chiederà da quanto tempo ha diciassette anni.
«Non è nemmeno una scena d’azione questa» brontola Matteo posando i due bicchieri sul tavolo e lasciandosi cadere sul divano accanto a me. Il suo peso provoca quasi un terremoto su quest’ accessorio così instabile che ha forse tanti anni quando il vampiro più famoso del mondo, ma non ho tempo per rimproverarlo.
Edward vorrebbe leggergli nella mente come fa con tutti sfruttando il suo super poter, ma Bella ne è immune e si ritrova costretto a fidarsi di lei, di certo già sa che lei non lo tradirà mai.
«Non trovi siano una coppia meravigliosa?»
«Se lo dici tu.»
Matteo ruba la ciotola di patatine e pop cornes che ho preparato prima e se ne porta una grossa manciata in bocca, gli lancio appena un’occhiata tornando a guardare la mia ship televisiva preferita.
«Non ricominciare con la solfa che preferisci Jacob»
«Il lupo mannaro è un’altra cosa» asserisce lui, «innanzitutto è vivo, è caldo, è forte, non è pallido e vogliamo mettere la bellezza di trasformarsi in un animale e correre senza che nessuno ti riesca a raggiungere?»
Elenca ogni dettaglio sulle punte delle dita, quando alza il braccio per mostrami i cinque punti solleva anche la maglietta nera che gli ho visto addosso un milione di volte e per qualche strana ragione i miei occhi si posano sulla porzione di pelle scoperta che mostra senza volere.
No, in realtà, la ragione c’è e risale alla settimana prima quando mi è capitato di vedere Matteo senza maglietta quando sono andata a casa sua senza avvisare. A mia discolpa posso dire di farlo sempre, ci conosciamo da quando avevamo dieci anni e siamo sempre andati d’accordo perché viviamo nello stesso palazzo. È il mio migliore amico e a sedici anni pensavo che le cose sarebbero rimaste così per sempre, poi la settimana scorsa tutto è cambiato perché non riesco a dimenticare quei pettorali e quegli addominali che finora non avevo mai notato.
Sì, Matteo gioca a calcio e so che si allena tantissimo, spesso vado a vedere le sue partite sebbene non mi piaccia quello sport e ha molte ragazze che gli ronzano intorno, ma perché non avevo mai capito quanto il mio migliore amico fosse così attraente?
«Michela, stai bene?»
«Si, perché?» rispondo subito a voce alta e lui mi fissa perplesso.
«Sembravi incantata come fai sempre quando pensi troppo, sai che licantropo vince sempre vero? Ha anche più muscoli.» Flette i suoi come dimostrazione e io distolgo lo sguardo velocemente.
Afferro il bicchiere della mia bibita preferita e mi accorgo di essere distratta abbastanza perché adesso non riesco a seguire come vorrei una delle serie che più amo riguardare ed è tutta colpa sua.
«E poi Jacob le sta sempre accanto come amico, Bella è proprio un’idiota.»
Quel commento in un altro momento avrebbe alimentato la loro solita discussione, ma stavolta mi giro a guardarlo con il bicchiere vuoto ancora in mano.
«Lui ha sempre voluto di più dell’amicizia, non è lei la sciocca.»
«Sarebbe stato difficile ottenere qualcosa di diverso visto che lei ha occhi solo per quel pallido esemplare e anche quando l’ha abbandonata non ha mai smesso di amarlo. Voi ragazze finite sempre con l’amare chi non vi tratta bene.»
«Cosa vuoi dire?»
«Niente, niente, lascia stare. Vado a prendere la bottiglia, serve rifornimento.»
«Aspetta» lo blocco stringendo il suo polso e costringendolo a guardarmi. «Non stiamo parlando più di Bella vero?»
«Pensi ancora a quell’imbecille di Davide e non provare a negarlo perché so che è vero.»
Rallento la stretta del tutto impreparata a quella scintilla di rabbia che brilla nel suo sguardo. Davide è il mio ex ragazzo ed è vero sono stata male quando ci siamo lasciati, ma sono giorni che non lo nomino e non capisco perché adesso il suo nome debba rispuntare con così tanta furia.
«Vincono sempre i cattivi ragazzi lo sanno tutti no?»
Si passa una mano tra i capelli come fa sempre quando è a disagio e di colpo capisco che Davide non c’entra niente.
«Se Maura ti ha lasciato è soltanto perché hai trovato la più stupida delle ragazze. Sono certa che troverai quella giusta»
«O forse sono destinato ad aspettare per sempre quella che non mi ricambierà mai.»
Ha parlato in tono basso, ma siamo così vicini che è impossibile per me non sentire eppure, nello stesso momento, non sono sicura di aver udito bene.
«E poi Jacob le sta sempre accanto come amico, Bella è proprio un’idiota.»
Quel commento in un altro momento avrebbe alimentato la loro solita discussione, ma stavolta mi giro a guardarlo con il bicchiere vuoto ancora in mano.
«Lui ha sempre voluto di più dell’amicizia, non è lei la sciocca.»
«Sarebbe stato difficile ottenere qualcosa di diverso visto che lei ha occhi solo per quel pallido esemplare e anche quando l’ha abbandonata non ha mai smesso di amarlo. Voi ragazze finite sempre con l’amare chi non vi tratta bene.»
«Cosa vuoi dire?»
«Niente, niente, lascia stare. Vado a prendere la bottiglia, serve rifornimento.»
«Aspetta» lo blocco stringendo il suo polso e costringendolo a guardarmi. «Non stiamo parlando più di Bella vero?»
«Pensi ancora a quell’imbecille di Davide e non provare a negarlo perché so che è vero.»
Rallento la stretta del tutto impreparata a quella scintilla di rabbia che brilla nel suo sguardo. Davide è il mio ex ragazzo ed è vero sono stata male quando ci siamo lasciati, ma sono giorni che non lo nomino e non capisco perché adesso il suo nome debba rispuntare con così tanta furia.
«Vincono sempre i cattivi ragazzi lo sanno tutti no?»
Si passa una mano tra i capelli come fa sempre quando è a disagio e di colpo capisco che Davide non c’entra niente.
«Se Maura ti ha lasciato è soltanto perché hai trovato la più stupida delle ragazze. Sono certa che troverai quella giusta»
«O forse sono destinato ad aspettare per sempre quella che non mi ricambierà mai.»
Ha parlato in tono basso, ma siamo così vicini che è impossibile per me non sentire eppure, nello stesso momento, non sono sicura di aver udito bene.
«Cosa... che vuoi dire?»
«Lascia stare» scuote la testa lui, «sto rovinando la nostra serata cinema scusami». Afferra il telecomando, ma gli impedisco di alzare il volume e prendo la mano che conosco da tanto e che negli anni è diventata un punto saldo e fermo nella mia vita, la mano del mio migliore amico e di una delle persone più importanti per me. Non l’ho mai visto così impacciato, né mi sono sentita così spaventata in sua compagnia, ma so che devo sapere tutto.
«Chi stai aspettando Matteo?»
Mi guarda spaesato, forse non si aspettava una domanda così diretta, ma non distolgo lo sguardo e aspetto che metta insieme le parole che una parte di me probabilmente già ha già capito.
«La mia chela rossa Micky, ma non sono mai bravo a calcolare i tempi e non voglio rovinare la nostra amicizia, ci tengo troppo e so che non proverai mai niente per me perciò...»
«E questo chi lo dice?» lo interrompo beandomi della sorpresa che brilla nei suoi occhi scuri, una sorpresa che si unisce a una speranza luminosa.
«Se stai scherzando sappi che non ti perdonerò mai.»
«Non m’importa più niente di Davide e in realtà non riesco a guardare più nessun ragazzo da quando ti ho visto senza maglietta, una settimana fa, secondo te è normale possedere degli addominali così scolpiti? Dovrebbe essere assolutamente illegale, punibile per legge.»
La risata di Matteo è così contagiosa e liberatoria che fa sparire ogni traccia di timore e quando l’attimo dopo mi accoglie tra le sue braccia mi sembra non ci sia posto migliore al mondo.
Mi guarda come porgendomi una domanda a cui annuisco dando il mio consenso e poi le sue labbra si posano sulle mie mentre tutto il resto attorno a me scompare.
Ho già dato il mio primo bacio, ma in questo momento è come se stessi rivivendo quel momento perché il primo bacio con Matteo è il solo e unico che ricorderò per sempre.
«Non ho più voglia di continuare la maratona di film adesso» ammette senza smettere di stringermi. «Dimmi che non sto sognando.»
Lo bacio ancora in risposta e molto probabilmente avremmo continuato ancora per molto se il rumore della serratura e la voce dei miei genitori non ci avessero bloccati.
«Scusate l’interruzione ragazzi, potreste aiutarmi a portare queste cose in casa? Tua madre ha svaligiato il supermercato» si lamenta papà.
«Ho solo comprato un po’ di provviste visto che avevo tempo» minimizza la mamma. Mi guarda come per chiedermi scusa perché sa quanto ci tenga alla serata cinema con Matteo, ma quando mi guarda un sorriso lascia spazio a tutto il resto.
«Dovete dirci qualcosa?»
«In che senso?» chiede confuso mio padre posando una grossa busta a terra.
«Penso che i nostri bei ragazzi abbiano finalmente capito di essere perfetti insieme vero?»
«Ah finalmente! Quindi adesso posso vietarti di passare del tempo da solo in casa con mia figlia e la porta della sua camera deve essere sempre aperta.»
«Papà!» esclamo rossa in viso.
«L’ho sempre saputo che sarebbe finita così, aspettavo di dirlo da un pezzo» ridacchia lui, «siete così lenti voi giovani. Io ho aspettato un solo giorno con tua madre per dichiararmi, era così complicato?»
«Vengo ad aiutare» risponde Matteo chiaramente a disagio come me, ma l’imbarazzo dura poco perché come sempre i miei genitori riescono ad alleggerire ogni atmosfera. Hanno sempre trattato il mio amico con grande simpatia e io sono felice che vadano così d’accordo.
Finiamo col cenare insieme dimenticando la televisione e poi accompagno Matteo alla porta rammaricandomi di non aver avuto un solo momento da sola con lui.
«Mi dispiace se la nostra serata cinema è diventata tutt’altra cosa.»
«A me per niente» confessa con un gran sorriso. «Ti messaggio più tardi così parliamo ancora un po’, ma non dimenticare niente di quello che è successo prima che arrivassero loro.»
«Se vuoi farmi ammettere che baci divinamente sappi... sappi che è vero» ammetto sorridendo a mia volta. Mi volto indietro per controllare se ci stanno osservando e poi mi sollevo sulle punte per baciarlo. Matteo mi accarezza i capelli rossi che a dieci anni avevano una pettinatura del tutto opinabile, mi ha nominata chela rossa lo stesso giorno che ci siamo incontrati ed è diventato un soprannome che adoro perché è solo nostro.
«Non ho sentito la porta chiudersi» urla papà.
«Anche tu mi salutavi molte volte i primi tempi ricordi?» gli ricorda la mamma. «Sono così carini!»
«Quella è sempre la mia bambina e quel giovanotto...»
«Aiutami a spegnere le luci amore.»
«Sarà meglio che vada» ride sulle mie labbra Matteo. «Non vorrei che tuo padre smettesse di adorarmi, ci tengo troppo alla mia ragazza per inimicarmi i suoi genitori.»
Il mio cuore ha un sussulto quando lo sento definirmi la sua ragazza e lui se ne accorge.
«Lo sei davvero lo sai? Da tanto. Ti busso domandi per andare a scuola come sempre insieme?»
«Non lo so»
«Come non lo sai?» chiede confuso e io devo sforzarmi per non ridere.
«Il mio migliore amico mi accompagna sempre a scuola in moto, ma non so quanto al mio ragazzo faccia piacere, tu che dici?»
«Sono certo che troveremo un compromesso» ridacchia sollevato, «così come adesse dovrai ammettere che i licantropi sono molto meglio dei vampiri o vuoi dire che avresti preferito baciare un morto?»
Non so cosa rispondere adesso, mi ha chiaramente messa all'angolo e la cosa mi infastidisce davvero, Matteo ride posando la fronte contro la mia.
«Io sono contento di avere la mia chela rossa però, è molto meglio di quella Bella, notte Micky.» Mi ruba ancora un bacio e poi sale le scale del piano di sopra mentre io resto con un sorriso ebete che non so quanto se ne andrà, io spero mai.
Siamo giunti alla fine e, ora, ditemi: cosa ne pensate?
Secondo voi ho rispettato la tematica scelta? Vi aspetto nei commenti
Copyright @ 2022 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.
Mi piace sempre leggerti, la storia è molto carina e dolce e tutti i punti richiesti sono stati rispettati. I genitori di Michela sono fantastici xD Complimenti Susy!
RispondiEliminaSei sempre un tesoro Serena, grazie mille <3 e sono d'accordo, ho adorato anch'io i genitori di Michela
Elimina