Torna l'appuntamento mensile con la rubrica Storytelling Chronicles e quindi ecco un mio nuovo racconto.
Questo mese avevamo da inserire vari elementi, io ne ho scelti otto che era il limite massimo.
Percival Haddinghton aveva sempre pensato che usare troppo parole per esprimere lo stesso concetto fosse un’inutile perdita di tempo, eppure non poteva interrompere il suo interlocutore a causa dell’educazione rigida che gli era stata inculcata.
Padre Brent continuava a parlare di doveri, di obblighi verso la comunità di Millinghton, degli ultimi arrivati e di nomi che non conosceva e non era nemmeno intenzionato a conoscere. Si sforzò di apparire interessato, ma in realtà quella visita inaspettata che non aveva potuto rifiutare cominciava a rivelarsi troppo lunga. Davvero era necessario essere informato se la figlia del lattaio aveva avuto di recente il terzo bambino?
Era subentrato nel ruolo di parroco dopo la morte di quello più anziano che Percival ricordava nitidamente. Il nonno l’aveva invitato a casa molte volte per scambiare due chiacchiere e giocare con lui a dama ed era piacevole guardarli giocare nonostante non fosse il suo passatempo preferito soprattutto perché l’uomo era di poche parole esattamente l’opposto del suo successore. Il prete era in casa da più di dieci minuti e già non vedeva l’ora che andasse via.
Padre Brent parlava senza sosta mangiando con vero gusto i biscotti che la cuoca aveva preparato per l’ospite. La cameriera li aveva portati insieme al tè al mirtillo usando un servizio in porcellana riservato per le grandi occasioni. Forse pensavano di fargli cosa gradita, ma Percival giudicava troppo ossequioso quel comportamento e si ripromise di parlare dopo con la servitù per certe decisioni prese senza la sua approvazione.
Naturalmente era cattolico, lui e il nonno andavano ogni domenica in chiesa e nel corso degli anni non era mai mancato a una messa. Pregava regolarmente e credeva in Dio, ma pensava anche che c’era un limite alla sopportazione umana e la loquacità di quell’uomo stava cominciando a fargli perdere la pazienza.

«Vostro nonno era un grande sostenitore delle offerte per le attività della chiesa» ci tenne a precisare il sacerdote versandosi una seconda tazza di tè, forse la terza, aveva perso il conto dopo averlo visto ingurgitare la prima con grande velocità. Se non mangiava da tanto tempo o fosse solo un buongustaio non seppe dirlo e, in tutta onestà, nemmeno gli interessava.
«Ho aggiornato la sua contabilità proprio nei giorni scorsi» lo rassicurò, «e potete stare tranquillo che continuerò il suo operato fintanto che resterò a Manon Haddinghton.»
Suo nonno non l’aveva lasciato privo di liquidità finanziaria e giudicava quelle donazioni giuste verso chi ne aveva bisogno, non aveva pensato nemmeno per un momento di cambiare le cose, ma forse il prete aveva avuto altre idee perché solo alle sue parole sorrise apertamente.
«Sono davvero lieto di sentirvelo dire. Negli ultimi anni abbiamo creato tante cose nuove, siete il benvenuto se volete venire a trovarci.»
«È molto gentile da parte vostra, ma sono parecchio impegnato in questo periodo.»
«Immagino che gestire una tenuta del genere non sia semplice, ma sappiate che la porta della chiesa è sempre aperta.»
Haddinghton annuì senza aggiungere altro, non aveva intenzione di ricambiare la visita ma gli parve scortese dirlo a voce alta. Il suo silenzio non scoraggiò affatto l’interlocutore che riprese, purtroppo, di nuovo a parlare.
«Suppongo che Londra abbia molte più attrattive della nostra cittadina, avete intenzione di ritornarci a breve?»
C’era genuina curiosità nel suo sguardo e Percival sapeva che qualsiasi cosa gli avesse risposto sarebbe stato vincolato dalla sua discrezione. Nonostante non fossero in un confessionale un prete era pur sempre un uomo di Dio, ciò nonostante non aveva alcun desiderio di parlare di questioni personali con qualcuno che giudicava uno sconosciuto.
Bevve la sua acqua giudicando il tè troppo dolce forse preparato appositamente per l’ospite che era parecchio goloso e non volendo mentire preferì cambiare discorso.
«La giornata è alquanto fredda, sarà meglio che controlli il camino.» Non aspettò risposta, si alzò ad alimentare il fuoco con i ceppi di legno portati prima da un cameriere. Non gli dispiaceva accendere il focolare per la casa soprattutto se serviva a rendere più calda una stanza e sebbene lo preferisse di sera, per qualche strana ragione era da quella mattina che Manor Haddinghton regnava nel più completo gelo.
Aveva sentito sussurrare qualche cameriera che la stranezza di quella situazione poteva comportare conseguenze drastiche, forse per questo avevano accolto gioiose l’arrivo del prete. Credevano che la sua presenza avrebbe placato la cattiva sorte, ma lui non era della stessa opinione. Non credeva affatto a sciocche credenze, a superstizioni cresciute nel tempo, pensava piuttosto che fosse una giornata fredda e non c’era nulla di strano in quel periodo dell’anno.
«Mr Haddinghton!»William spalancò la porta senza bussare, aveva un libro tra le braccia che volò dalle sue mani finendo su una tazza di tè che si schiantò a terra in mille frammenti. Padre Brent balzò in piedi spaventato facendo quasi rovesciare il piatto ormai vuoto di biscotti e si trattenne prima di gridare.
Percival fissò quel disastro e poi il suo valletto incredulo. Lo conosceva abbastanza da sapere che non era il tipo di persona che si lasciava prendere dal panico e quel comportamento era non solo inadeguato, ma totalmente assurdo.
«Spero tu abbia una spiegazione valida William.»
Il suo servitore era sempre impeccabile, non gli aveva mai dato motivo di rimproverarlo e questa fu forse la prima volta che lo reguardiva per un atteggiamento parecchio discutibile.
«Chiedo scusa Mr Haddington.» Pareva non aver notato il suo tono di disapprovazione né la confusione che aveva creato il suo arrivo improvviso. L’agitazione nel volto e nella voce sembrava aver cancellato tutto il resto, era persino pallido mentre spostava l’attenzione sul suo ospite. «Padre Brent perdonatemi, non volevo spaventarvi, ma è necessario che entrambi veniate fuori adesso prima che accada l’irreparabile»
«Figliolo.» Il prete si era ripreso dallo spavento e adesso assunse un contegno rassicurante. «Sei parecchio turbato, non vuoi sederti e...»
«C’è una donna sul tetto e minaccia di lanciarsi di sotto!» esclamò William con veemenza. «Stavo posando quel libro in biblioteca quando ho visto la scena dalla finestra e forse, padre, potreste fare qualcosa prima che...»
«Andiamo.» Percival non aveva bisogno di sentire altro, la situazione andava arginata e alla svelta. «È una delle cameriere?»
«Non la conosco.» Il suo valletto scosse la testa mentre correvano all’esterno sollevando i volti verso il tetto dove effettivamente si vedeva un abito femminile che camminava su quelle tegole senza alcuna precauzione. Perché lo stava facendo con il pericolo di finire di sotto? Chi diavolo era quella donna?

Il prete che li aveva seguiti cominciò a farsi il segno della croce stringendo il suo rosario. «Lasciate che ci parli io. Figliola sono padre Brent, sarei felice di scambiare due parole con te perché non scendi?»
«Non posso mi dispiace, è troppo tardi.»
La voce scossa dai singhiozzi fu perfettamente chiara sebbene non fossero vicini, si era accorta di avere spettatori ma continuava a sporgersi.
«Il freddo lassù deve essere terribile» proseguì l’uomo di Dio in tono tranquillo e pacato. «Perché non vieni qui a scaldarti con il fuoco e mangiare dei buonissimi biscotti, c’è anche un tè molto...»
«È tardi» lo interruppe lei agitata, «ve l’ho detto: non posso. Non sono riuscita ad adempiere il mio dovere e adesso dovrò pagarne le conseguenze. Spero che ne sia valsa la pena Mr Haddinghton a non aver aperto quella lettera perché chi la fa l’aspetti.»
Percival avvertì una strana sensazione nel sapere che quella sconosciuta conoscesse il suo nome, si allentò il nodo del foulard stretto intorno al collo facendosi aria con la mano, ma il senso di oppressione restò. Sì, aveva deciso di non leggere la missiva che gli era arrivata l’altro giorno, era in un cassetto del suo scrittorio e non ci aveva nemmeno più pensato fino a quel momento. Tentò di analizzare quella strana circostanza, ma non fece in tempo a elaborare nessuna risposta perché la donna si lanciò nel vuoto rinunciando alla propria vita senza che nessuno potesse fare nulla per aiutarla.
Stavolta il prete non riuscì a trattenersi: urlò e Mr Haddingthon avvertì un brivido freddo attraversargli la schiena. Ancor prima che William parlasse comprese l’entità di quello che aveva fatto, la conseguenza che aveva portato a quella follia.
«È morta» dichiarò il suo valletto avvicinandosi per primo.

Da quel momento si sentì come ovattato da ciò che accadeva intorno. L’arrivo dei domestici, le parole di padre Brent che dichiarava impossibile poter celebrare un funerale a una persona che si era tolta la vita, qualcun altro parlò, si mosse o gli chiese qualcosa, ma Percival non riusciva a sentire a niente a parte il cuore che gli batteva forte nel petto quasi pronto a esplodere.
Nella mano della povera donna, che giaceva con il viso ricoperto dai lunghi capelli neri, notò qualcosa di luccicante. Non seppe dire perché si diresse verso quella fonte di luce, le sue gambe si mossero veloci quasi senza controllo e vide l’oggetto che doveva essere nel suo palmo adesso scivolato nel terreno morbido e freddo del giardino.
Lo ripulì della terra che adesso giaceva tra le sue mani e guardò con un misto di paura e di rassegnazione l’anello che conosceva bene.
L’ultima volta era al dito di suo nonno.
Senza ascoltare o rispondere a nessuno si diresse verso le stalle e salì in sella al cavallo già sellato allontanandosi il più possibile dalla tenuta.
Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica nuova invece è a cura di Federica
Come già anticipato sto partecipando per la prima volta a una long ossia una raccolta di racconti con gli stessi personaggi.
Ogni capitolo deve essere autoconclusivo con la/lo stesso protagonista e ogni volta si affrontano le varie tematiche che la nostra Lara ci indica.
Stimolante e particolare è una sfida che, ammetto ogni mese mi permette di mettermi alla prova e proprio per questo mi piace fare.
Se volete recuperare i capitoli precedenti vi lascio i link
💫 Inserire tutti gli elementi naturali (acqua, terra, aria, fuoco)
💫 Inserire un servizio da tè in porcellana con biscotti.
💫 Inserire un libro, ma esso non deve essere usato.
💫 Inserire almeno una di queste parole (ho scelto mirtillo)
💫Inserire un proverbio.
💫Ci deve essere un salto nel vuoto non figurato.
💫Il protagonsita prende una decisione senza troppo pensare e far capire le conseguenze delle sue azioni.
💫 Scegliete un mezzo di locomozione e fatelo usare al personaggio principale
Inoltre
💫Se nel secondo capitolo c'era un nuovo personaggio inseritelo di nuovo in aggiunta a un altro nuovo.
💫 Inserite una domanda che necessiti di una risposta, ma non rivelatela
E' un bel pò di roba vero?
Vediamo cosa è venuto fuori
Percival Haddinghton aveva sempre pensato che usare troppo parole per esprimere lo stesso concetto fosse un’inutile perdita di tempo, eppure non poteva interrompere il suo interlocutore a causa dell’educazione rigida che gli era stata inculcata.
Padre Brent continuava a parlare di doveri, di obblighi verso la comunità di Millinghton, degli ultimi arrivati e di nomi che non conosceva e non era nemmeno intenzionato a conoscere. Si sforzò di apparire interessato, ma in realtà quella visita inaspettata che non aveva potuto rifiutare cominciava a rivelarsi troppo lunga. Davvero era necessario essere informato se la figlia del lattaio aveva avuto di recente il terzo bambino?
Era subentrato nel ruolo di parroco dopo la morte di quello più anziano che Percival ricordava nitidamente. Il nonno l’aveva invitato a casa molte volte per scambiare due chiacchiere e giocare con lui a dama ed era piacevole guardarli giocare nonostante non fosse il suo passatempo preferito soprattutto perché l’uomo era di poche parole esattamente l’opposto del suo successore. Il prete era in casa da più di dieci minuti e già non vedeva l’ora che andasse via.
Padre Brent parlava senza sosta mangiando con vero gusto i biscotti che la cuoca aveva preparato per l’ospite. La cameriera li aveva portati insieme al tè al mirtillo usando un servizio in porcellana riservato per le grandi occasioni. Forse pensavano di fargli cosa gradita, ma Percival giudicava troppo ossequioso quel comportamento e si ripromise di parlare dopo con la servitù per certe decisioni prese senza la sua approvazione.
Naturalmente era cattolico, lui e il nonno andavano ogni domenica in chiesa e nel corso degli anni non era mai mancato a una messa. Pregava regolarmente e credeva in Dio, ma pensava anche che c’era un limite alla sopportazione umana e la loquacità di quell’uomo stava cominciando a fargli perdere la pazienza.
«Vostro nonno era un grande sostenitore delle offerte per le attività della chiesa» ci tenne a precisare il sacerdote versandosi una seconda tazza di tè, forse la terza, aveva perso il conto dopo averlo visto ingurgitare la prima con grande velocità. Se non mangiava da tanto tempo o fosse solo un buongustaio non seppe dirlo e, in tutta onestà, nemmeno gli interessava.
«Ho aggiornato la sua contabilità proprio nei giorni scorsi» lo rassicurò, «e potete stare tranquillo che continuerò il suo operato fintanto che resterò a Manon Haddinghton.»
Suo nonno non l’aveva lasciato privo di liquidità finanziaria e giudicava quelle donazioni giuste verso chi ne aveva bisogno, non aveva pensato nemmeno per un momento di cambiare le cose, ma forse il prete aveva avuto altre idee perché solo alle sue parole sorrise apertamente.
«Sono davvero lieto di sentirvelo dire. Negli ultimi anni abbiamo creato tante cose nuove, siete il benvenuto se volete venire a trovarci.»
«È molto gentile da parte vostra, ma sono parecchio impegnato in questo periodo.»
«Immagino che gestire una tenuta del genere non sia semplice, ma sappiate che la porta della chiesa è sempre aperta.»
Haddinghton annuì senza aggiungere altro, non aveva intenzione di ricambiare la visita ma gli parve scortese dirlo a voce alta. Il suo silenzio non scoraggiò affatto l’interlocutore che riprese, purtroppo, di nuovo a parlare.
«Suppongo che Londra abbia molte più attrattive della nostra cittadina, avete intenzione di ritornarci a breve?»
C’era genuina curiosità nel suo sguardo e Percival sapeva che qualsiasi cosa gli avesse risposto sarebbe stato vincolato dalla sua discrezione. Nonostante non fossero in un confessionale un prete era pur sempre un uomo di Dio, ciò nonostante non aveva alcun desiderio di parlare di questioni personali con qualcuno che giudicava uno sconosciuto.
Bevve la sua acqua giudicando il tè troppo dolce forse preparato appositamente per l’ospite che era parecchio goloso e non volendo mentire preferì cambiare discorso.
«La giornata è alquanto fredda, sarà meglio che controlli il camino.» Non aspettò risposta, si alzò ad alimentare il fuoco con i ceppi di legno portati prima da un cameriere. Non gli dispiaceva accendere il focolare per la casa soprattutto se serviva a rendere più calda una stanza e sebbene lo preferisse di sera, per qualche strana ragione era da quella mattina che Manor Haddinghton regnava nel più completo gelo.
Aveva sentito sussurrare qualche cameriera che la stranezza di quella situazione poteva comportare conseguenze drastiche, forse per questo avevano accolto gioiose l’arrivo del prete. Credevano che la sua presenza avrebbe placato la cattiva sorte, ma lui non era della stessa opinione. Non credeva affatto a sciocche credenze, a superstizioni cresciute nel tempo, pensava piuttosto che fosse una giornata fredda e non c’era nulla di strano in quel periodo dell’anno.
«Mr Haddinghton!»William spalancò la porta senza bussare, aveva un libro tra le braccia che volò dalle sue mani finendo su una tazza di tè che si schiantò a terra in mille frammenti. Padre Brent balzò in piedi spaventato facendo quasi rovesciare il piatto ormai vuoto di biscotti e si trattenne prima di gridare.
Percival fissò quel disastro e poi il suo valletto incredulo. Lo conosceva abbastanza da sapere che non era il tipo di persona che si lasciava prendere dal panico e quel comportamento era non solo inadeguato, ma totalmente assurdo.
«Spero tu abbia una spiegazione valida William.»
Il suo servitore era sempre impeccabile, non gli aveva mai dato motivo di rimproverarlo e questa fu forse la prima volta che lo reguardiva per un atteggiamento parecchio discutibile.
«Chiedo scusa Mr Haddington.» Pareva non aver notato il suo tono di disapprovazione né la confusione che aveva creato il suo arrivo improvviso. L’agitazione nel volto e nella voce sembrava aver cancellato tutto il resto, era persino pallido mentre spostava l’attenzione sul suo ospite. «Padre Brent perdonatemi, non volevo spaventarvi, ma è necessario che entrambi veniate fuori adesso prima che accada l’irreparabile»
«Figliolo.» Il prete si era ripreso dallo spavento e adesso assunse un contegno rassicurante. «Sei parecchio turbato, non vuoi sederti e...»
«C’è una donna sul tetto e minaccia di lanciarsi di sotto!» esclamò William con veemenza. «Stavo posando quel libro in biblioteca quando ho visto la scena dalla finestra e forse, padre, potreste fare qualcosa prima che...»
«Andiamo.» Percival non aveva bisogno di sentire altro, la situazione andava arginata e alla svelta. «È una delle cameriere?»
«Non la conosco.» Il suo valletto scosse la testa mentre correvano all’esterno sollevando i volti verso il tetto dove effettivamente si vedeva un abito femminile che camminava su quelle tegole senza alcuna precauzione. Perché lo stava facendo con il pericolo di finire di sotto? Chi diavolo era quella donna?
Il prete che li aveva seguiti cominciò a farsi il segno della croce stringendo il suo rosario. «Lasciate che ci parli io. Figliola sono padre Brent, sarei felice di scambiare due parole con te perché non scendi?»
«Non posso mi dispiace, è troppo tardi.»
La voce scossa dai singhiozzi fu perfettamente chiara sebbene non fossero vicini, si era accorta di avere spettatori ma continuava a sporgersi.
«Il freddo lassù deve essere terribile» proseguì l’uomo di Dio in tono tranquillo e pacato. «Perché non vieni qui a scaldarti con il fuoco e mangiare dei buonissimi biscotti, c’è anche un tè molto...»
«È tardi» lo interruppe lei agitata, «ve l’ho detto: non posso. Non sono riuscita ad adempiere il mio dovere e adesso dovrò pagarne le conseguenze. Spero che ne sia valsa la pena Mr Haddinghton a non aver aperto quella lettera perché chi la fa l’aspetti.»
Percival avvertì una strana sensazione nel sapere che quella sconosciuta conoscesse il suo nome, si allentò il nodo del foulard stretto intorno al collo facendosi aria con la mano, ma il senso di oppressione restò. Sì, aveva deciso di non leggere la missiva che gli era arrivata l’altro giorno, era in un cassetto del suo scrittorio e non ci aveva nemmeno più pensato fino a quel momento. Tentò di analizzare quella strana circostanza, ma non fece in tempo a elaborare nessuna risposta perché la donna si lanciò nel vuoto rinunciando alla propria vita senza che nessuno potesse fare nulla per aiutarla.
Stavolta il prete non riuscì a trattenersi: urlò e Mr Haddingthon avvertì un brivido freddo attraversargli la schiena. Ancor prima che William parlasse comprese l’entità di quello che aveva fatto, la conseguenza che aveva portato a quella follia.
«È morta» dichiarò il suo valletto avvicinandosi per primo.
Da quel momento si sentì come ovattato da ciò che accadeva intorno. L’arrivo dei domestici, le parole di padre Brent che dichiarava impossibile poter celebrare un funerale a una persona che si era tolta la vita, qualcun altro parlò, si mosse o gli chiese qualcosa, ma Percival non riusciva a sentire a niente a parte il cuore che gli batteva forte nel petto quasi pronto a esplodere.
Nella mano della povera donna, che giaceva con il viso ricoperto dai lunghi capelli neri, notò qualcosa di luccicante. Non seppe dire perché si diresse verso quella fonte di luce, le sue gambe si mossero veloci quasi senza controllo e vide l’oggetto che doveva essere nel suo palmo adesso scivolato nel terreno morbido e freddo del giardino.
Lo ripulì della terra che adesso giaceva tra le sue mani e guardò con un misto di paura e di rassegnazione l’anello che conosceva bene.
L’ultima volta era al dito di suo nonno.
Senza ascoltare o rispondere a nessuno si diresse verso le stalle e salì in sella al cavallo già sellato allontanandosi il più possibile dalla tenuta.
Siamo giunti alla fine.
Confesso che mi sto divertendo moltissimo a tracciare questa storia un passo alla volta, non è il mio solito modo di scrivere, non mi piace nemmeno seguire dei paletti ben precisi perchè sono molto istintiva quando comincio a scrivere eppure mi sento stimolata tanto e si vede da come è uscita fuori una storia a cui non avevo minimanente pensato ma soltanto seguendo la scia dei punti da seguire.
Spero di avervi incuriosito perchè ora ci sono tante domande senza risposta.
Vi aspetto come sempre nei commenti
Copyright @ 2025 Susy Tomasiello
Questo racconto è un’opera di fantasia . Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice o se reali , sono utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a fatti o persone viventi o scomparse è del tutto casuale.
Capitolo davvero inaspettato! Questa evoluzione mi ha lasciato sotto shock e adesso ho davvero tanti punti interrogativi. Non resta che aspettare il prossimo capitolo della storia per saperne di più! Complimenti e alla prossima allora =)
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