Oggi torna la rubrica mensile che adoro: Tre Lady per un Libro.
Tre Lady per un Libro è una rubrica a cadenza mensile in cui io e le mie compagne d'avventura Catia di Rivendell Katy Booklover e Lara de La Nicchia Letteraria vi parliamo di un libro scelto insieme analizzando alcune tematiche importanti: Trama, Stile dell'autrice, Personaggi e Ambientazione.
La scelta di questo mese è ricaduta sul terzo libro di Janice Preston.
Londra, 1818
Miss Aurelia Croome ha scoperto di avere due sorelle che non ha mai incontrato e una cospicua eredità che le consente di ottenere la tanto desiderata indipendenza.Ma il nuovo mondo nel quale vive ora, fatto di feste, balli e mezze verità, non è così perfetto come aveva sempre sognato. Inoltre deve difendere il suo patrimonio dai cacciatori di dote, uno dei quali sembra intenzionato a conquistarla a ogni costo.Non sarebbe un problema rifiutarlo... se non fosse che quell'uomo, Lord Maximilian Tregowan, è l'unico che è riuscito a catturare la sua attenzione durante la Stagione!Perché nessun altro ha l'arguzia o il bell'aspetto di Max?E lei è disposta a sacrificare la sua nuova vita per pochi attimi di passione?
I tre libri che compongono questa serie sono autoconclusivi, ma se volete leggerli tutti vi consiglio di seguire l'ordine cronologico
E dopo aver conosciuto Leah e Beatrice, adesso è la volta di Aurelia.
Comincio subito con la trama che devo dire ho trovato un po' ripetitiva, ma è dopotutto alla base dell'intera storia e quindi in un certo senso è giustificato che fosse ribadito il concetto più volte.
Aurelia è l'unica, dopo aver saputo dell'eredità ad aver deciso di andare immediatamente a Londra perché non ha niente che la trattenga, nemmeno un posto dove vivere.
Aurelia è una giovane donna che ha vissuto di stenti per tanto tempo e adesso, quella fortuna improvvisa le sembra quasi un sogno, è per questo che è decisa a trattenere con i denti e con le unghie la sua eredità.
Una delle clausole per ottenere i soldi sono che le tre giovani fanciulle sposino un uomo che non sia Tregowan perchè definito un giocatore d'azzardo. Aurelia è convinta quindi di trovarsi un marito ricco, generoso e amorevole, ma le basta passare poco tempo in compagnia del Conte, di Max, per capire che in realtà ciò che vuole è soltanto lui ma se lo sposa perderà i soldi quindi cosa fare seguire cuore o testa?
Confesso di aver trovato questo dilemma a un certo punto abbastanza sfiancate. Per quanto possa aver compreso le motivazioni di Aurelia, è anche giusto a un certo punto dare il giusto valore alle cose perchè nella vita non possiamo avere tutto, bisogna sempre giungere a dei compromessi e sinceramente per una persona che viveva di stenti mi sarei aspettata maggiore considerazione.
Inoltre è sicuramente una protagonista molto diretta, troppo a volte, ma almeno qui è giustificata vista la vita poco facile che ha vissuto.
Anche Max aveva delle rimostranze su quest'unione per lui poco redditizia, tuttavia il suo osteggiarla è visto come in un altro modo. Lui ha fatto in modo di proteggerla, di starle lontano sapendo di causare un suo malessere dimostrando di agire col cuore e questo mi è piaciuto molto.
E' un personaggio molto buono, ovviamente non un giocatore d'azzardo come si pensava, un uomo che ha a cuore il benessere degli altri e lo dimostra in molte occasioni.
Cuore e mente non si incontrano mai lo sappiamo, ma alcune volte anche loro hanno bisogno di un punto di ritrovo e a volte è proprio questo che riesce a mettere d'accordo tutti.
E parlando di ambientazione, qui l'attenzione è spostata sui balli della stagione e quindi su Londra.
Sono sempre affascinanti questi momenti, le descrizioni sono abbastanza vivide da rendere facile immedesimarsi nella storia. Giovani signorine che cercano marito e uomini che trovano tra quelle graziose fanciulle la donna della loro vita.
Era molto semplice ai quei tempi o meglio, era semplice da un punto di vista di ritrovi perchè sapevi che a determinati balli con alcuni invitati selezionati potevi incontrare la persona giusta, ma era difficile quando si doveva fare tutto sotto gli occhi vigili di chaperon o dei padroni di casa.
Questo modo di fare tuttavia mi affascina sempre tanto e trovo che in questa storia sia stato descritto tutto molto bene come anche il valore dato ai camerieri, ai servitori che occupando un ruolo più basso della gerarchia sociale erano per la maggior parte sempre fedeli ai propri padroni.
Una storia leggera che non reputo la più bella tra i tre libri, ma che sicuramente è perfetta per chi cerca qualcosa di semplice senza troppe pretese soprattutto per uno stile scorrevole e immediato che permette al lettore di leggerlo in fretta.
Valutazione 3/5
Nessun commento:
Posta un commento