Come sapete ormai questa giornata è dedicata alla scrittura, per la precisione alla Rubrica creata dalla mia amica Lara Storytelling Chronicles.
La novità è però che ospiterò un'amica, una persona bellissima che in questi anni ho imparato a conoscere nel web, una lettrice onnivora e che per la prima volta scopro in vesti di autrice: Giusy Marrone.
Storytelling Chronicles è una Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara del blog La Nicchia Letteraria in cui ogni mese i blog partecipanti scrivono un racconto su un tema scelto nel gruppo apposito. La grafica è invece a cura di Tania del blog My Crea Bookish Kingdom
Laura
L'aria è tersa, ancora ammantata dal gelo che da alcuni giorni imperversa, per gli ultimi colpi di coda di un inverno insolitamente mite ma, che nei suoi ultimi attimi sembra non voler proprio cedere lo scettro alla primavera. La luce del sole fa capolino dall'angolo tra il campanile della chiesa e il vecchio palazzo signorile oramai disabitato, vecchio vessillo di una nobiltà decaduta da decenni, le cui torri sembrano sbeffeggiare i miseri edifici che lo circondano. Tra i gradini in pietra, gelidi, tetri e pericolosi, quella mattina fa mostra di sé un piccolo fiore, un minuscolo barlume di colore nel grigio spettrale del panorama che mi si offre agli occhi. Nella fretta che muove i miei passi sto quasi per calpestarlo un vero delitto, pensando alla fatica che ci avrà messo per scalfire le ferree difese del granito per affermare il suo diritto alla vita.
Inciampo con i tacchi in una crepa del gradino e, per un soffio non finisco per terra, mi capita spesso di inciampare per la mia brutta abitudine di andare sempre di corsa. Mi riprendo in fretta e vedo, alla fine dello scalone, un bambino che mi guarda, ma appena si accorge che l’ho visto abbassa gli occhi e continua a giocare con le macchinine. Quando gli arrivo vicino, lo saluto e lui sembra sorpreso, ma non mi risponde e abbassa dinuovo gli occhi. Gli chiedo se vive qui, ma lui rimane ancora in silenzio e mi arrendo, gli sorrido e vado avanti, si vede che non gli va di parlare con me.
Mi guardo intorno, è tutto così uguale, eppure mi sembra diverso o, forse sono io ad essere diversa, l’ultima volta che sono stata qui avevo dodici anni, e ora che ne ho trenta, vedo tutto con gli occhi diversi, a volte rimpiango la visione del mondo che avevo da bambina, diventa tutto così complicato quando cresci .
Antonio🌼
Fa freddo qua fuori, ma sempre meglio che stare dentro casa, è venuto Luigi, l’amico di mio fratello Lucio, e non mi vogliono tra i piedi, stanno giocando col videogioco che ha portato Luigi, noi non ne abbiamo, soldi per queste cose non ce ne sono. Poi con loro non ci voglio stare mi prendono in giro, dicono che sono scemo, perché non parlo bene. Mio fratello, quando l’amico suo non c’è non è cattivo con me, ma basta che viene lui e non mi tratta più come quando siamo soli. Il mese passato ha nevicato per due giorni e siamo rimasti a casa solo io e lui, abbiamo giocato tanto, e io volevo che non finisse più di nevicare, ma poi, è tornato tutto come sempre e io sono rimasto di nuovo solo. Mamma lavora, fa le pulizie e torna la sera, ci lascia il pranzo pronto per quando torniamo da scuola. Papà è in alta Italia, c’è andato per fare il muratore, che qui non ce n’è di lavoro, e torna una volta al mese. Mamma dice sempre che sono il tesoro suo, e non vede che gli altri mi pigliano in giro, ho sette anni già e ancora tartaglio, e se mi emoziono è ancora peggio e non riesco a parlare proprio.
Sto giocando con le macchinine che mi ha portato papà a Natale e, vedo arrivare dallo scalone una signora, cammina svelta svelta, e si sente il tic tic delle scarpe sulle pietre. S’è fermata sullo scalino, forse ha visto pure lei il fiore, io l’ho trovato stamattina, com’è bello, ho pensato, com’è forte se è riuscito a uscire dalle pietre. La signora pare una principessa, di quelle che ho visto nei film alla televisione, ha i capelli biondi lunghi e un vestito chiaro, di quel celeste che la maestra chiama colore pastello e un cappotto nero, mi sembra così strano vedere una signora così bella tra queste strade.
Laura🌸
La casa è ancora più desolata di come immaginassi, è disabitata da cinque anni oramai, tanto è passato da quando lo zio è morto, e chissà da quanto tempo prima stava cominciando già a morire anche questa casa, senza più le cure di zia Rosa. Zia Rosa, una profonda fitta di rimpianto mi coglie ogni volta che penso a lei. È morta da così tanto tempo ma, sembra che il suo profumo sia rimasto qui, ad abitare queste tetre mura. Ho ereditato la casa alla morte dello zio, non è stata una sorpresa, loro non hanno avuto figli ed io ero la loro unica nipote, la zia Rosa era la sorella di mia madre. Questo posto era così lontano dalla mia vita, eppure sempre presente in un angolino del mio cuore. Quante schegge di memoria custodiscono queste stanze, alcune taglienti e affilate come lo era lo zio Arturo, gelido e spesso crudele, pronto a saltare su per un nonnulla, altre lievi, come ali di farfalla, come delicata e dolce era la zia Rosa.
Antonio🌼
La signora è entrata nella casa dove non abita nessuno da tanto tempo, è proprio difronte alla mia, chissà che ci è andata a fare. Non penso proprio che una signora così elegante viene ad abitare qua. Dopo che è entrata , sbircio dalla finestra e la vedo ferma in mezzo alla stanza che si guarda intorno, non è che c’è niente da vedere, lo so che dentro non c’è quasi niente, si vede dalle finestre, che hanno tutte le persiane rotte.
Laura🌸
Non so cosa mi aspettassi di trovare e, a parte l’odore di chiuso e la polvere ,non c’è niente che valga la pena vedere, gli effetti personali della zia ,la mamma li ha portati via quando lo zio è morto e ho ricevuto la casa. Non sopporto di stare qui, un senso di oppressione mi impedisce quasi di respirare, esco in fretta e quasi vado a sbattere contro il bambino che stava giocando qui fuori. Gli sorrido ancora e mi scuso di averlo urtato, lui abbassa negli occhi, sembra a disagio, provo a chiedergli di nuovo dove vive e lui mi indica la casa difronte. La casa di Elisa, penso subito con nostalgia. Io e lei siamo coetanee e quando venivo dalla zia passavamo molto tempo a giocare qui fuori, insieme. Io portavo le mie bambole e, la mamma di Elisa ci dava sempre qualche scampolo di stoffa con cui fare dei vestitini. Eravamo inseparabili, abbiamo passato tanto tempo insieme , soprattutto d’estate, ma, quando ci siamo allontanate dalla zia e ho smesso di venire qui ,ho perso anche lei. Da un giorno all’altro la zia, la sua casa e Elisa, sono scomparse dalla mia vita. All’epoca non capivo il perché, la mamma non me lo spiegò, semplicemente smise di parlare con la sorella e di nominarla. Quando morì ero abbastanza grande per capire cosa celasse quella decisione così drastica e terribile, una decisione che aveva spezzato il cuore a entrambe ma che sembrava così insormontabile da aver lasciato che distruggesse le loro vite. La mamma aveva provato a convincere la zia Rosa a lasciare il marito,l a sua prepotenza aveva raggiunto livelli spropositati e non poteva sopportare di vedere le sorella così infelice e sottomessa. Ma lei non aveva voluto sentire ragioni ,era sua moglie e il suo posto era lì con lui. Quando lo zio, però, aveva saputo dei tentativi della cognata, l' aveva cacciata dalla loro casa, col divieto di tornarci.
Chiudo i ricordi allo stesso modo in cui chiudo la porta di casa e chiedo al piccolo qual' è il suo nome, lui sembra sia sul punto di rispondere ma,poi,chiude la bocca, triste ,e prima che riesca a dire qualcosa si apre la finestra della casa difronte e la voce di un bambino più grande chiama a gran voce il nome Antonio, e il bambino si gira e corre dentro.
«Ciao Antonio»,dico di slancio, lui è già dentro casa, ma si gira e mi sorride per la prima volta e mi fa un saluto con la mano.
Sono passati alcuni giorni dalla visita a casa della zia, e sono in libreria, che, come sempre, si rivela il mio posto magico, quello capace di risollevarmi il morale in una giornata no, e fa il suo incantesimo anche stavolta. Girare tra gli scaffali, sfogliare pagine intrise di sogni, amori, dolori, speranze e sorrisi, mi permette di dimenticare quello che mi tormenta. Quando mi capita tra le mani una raccolta di racconti di Rodari, lo prendo, seguendo un impulso, papà me lo leggeva sempre quando ero bambina e lo adoravo, custodisco ancora quella vecchia copia tra i tesori più cari. Decido di portarlo a quel bambino, Antonio, la prossima volta che andrò lì, non so nemmeno perché, ma sento che ha qualcosa di speciale, sono sempre molto istintiva nei miei giudizi e il mio intuito non sbaglia, quasi mai, le prime impressioni non sempre sono giuste ma quel bambino mi ha suscitato, una immediata tenerezza. Quegli occhi mi sono entrati nell’anima, ho avvertito una comunione di spiriti affini, entrambi presi dalla rispettiva solitudine, non so se voluta nel caso di Antonio e al dire il vero, non so neanche se la mia sia davvero voluta, causale o semplicemente, è più facile stare da sola che avere a che fare con gli altri.
Antonio🌼
Ho finito i compiti presto e così, me ne vado fuori a cercare Briciola, è il gattino nero che gira sempre qua attorno. Mamma non mi permette di tenerlo in casa, ma ogni tanto gli porto qualcosa da mangiare e lui si fa prendere e giochiamo insieme. Stiamo giocando con una palla che a Briciola piace tanto, e vedo arrivare la bella signora che è venuta l’altro giorno, mi sorride e viene a sedersi vicino a me, ha un buon profumo e, anche se oggi si è messa i jeans, sembra sempre una principessa. Mi saluta e accarezza Briciola, che si fa toccare senza protestare, di solito usa gli artigli con tutti, solo con me non lo fa, invece sembra che la signora piace pure a lui. Mi chiede come si chiama e io non posso stare zitto pure oggi, così mi concentro forte forte e glielo dico. Lei sembra contenta, non so se per il nome o perché ho risposto. Mi dice che ha una cosa per me e tira fuori dalla borsa un pacchetto colorato. Non ci posso credere, nessuno mi fa regali a parte mamma e papà e i nonni, ma solo per Natale e il compleanno, e io questa signora non so nemmeno come si chiama. Rimango imbambolato senza prenderlo ma, lei mi sorride ancora e dice che è proprio per me. Allora lo prendo e lo apro, non voglio che si arrabbia: dentro c’è un libro, tutto colorato con i disegni dentro. Ma ci sono anche tante parole e io ancora non le so leggere tutte, ho cominciato la seconda elementare a settembre, la scuola mi piace , solo quando posso scrivere, però non mi piace quando devo leggere o parlare, perché poi tutti cominciano a ridere. La signora mi dice che quando era piccola, suo padre le leggeva questo libro, ma mio papà non è mai a casa per leggerlo a me e mamma non ha mai tempo. Glielo vorrei dire, ma ci vogliono troppe parole e lascio stare. Mi giro il libro tra le mani e guardo le belle figure,lei mi chiede se so leggere e io le dico che sì, un po’ sì. Sembra contenta e mi dice che si chiama Laura e che conosceva quelli che abitavano in casa mia tanto tempo fa, che giocava con una bambina che si chiamava Elisa. Non ci posso credere, la mia mamma si chiama Elisa e so che abitava qua pure quando era piccola, perché questa era la casa dei nonni.
Antonio guarda il regalo sorpreso e devo insistere perché lo prenda e lo apra. Lo maneggia con cura e lo guarda con curiosità e interesse, non so se ha già l’età per leggere, o avrà bisogno di aiuto, è così restio a parlare che tirargli fuori una risposta è una vera impresa. Provo a raccontargli qualcosa per sciogliere il ghiaccio e quando nomino Elisa, sgrana gli occhi così tanto da fare un’espressione buffissima. Mi sorprende prendendomi per mano e trascinandomi con lui verso la porta di casa sua, quella dove abitava Elisa. Lo fa in silenzio e quando entriamo, vedo una donna che sta stirando, ha i capelli castani raccolti in una coda, un maglione e un jeans, e quando alza gli occhi al mio saluto, rimango di sasso: gli occhi, quegli occhi verdi e profondi, non li potrei confondere con quelli di nessun'altra, Elisa! La mia cara Elisa!
Antonio🌼
Non so come spiegarle, senza balbettare, che mamma si chiama Elisa, così la prendo per mano e la porto a casa. Oggi è sabato e mamma non va a lavorare, sta stirando i panni in cucina e quando entro non alza lo sguardo, ma la signora, Laura, dice buongiorno e lei alza subito gli occhi, sorpresa. Sta per chiedere chi è ma poi tutte e due si guardano fisse fisse e si mettono a ridere, si abbracciano. Non ci credo, ripetono insieme e, sembra che come me non riescono a parlare. Mamma le fa un sacco di domande, che fa qua, dove è stata, che lavoro fa se è sposata, sembra che vuole sapere tutto, ma proprio tutto. Non smettono di sorridere e parlare. Parla tanto la mia mamma che non sembra manco più lei, che non c’ha mai tempo di fare chiacchiere con le vicine e, pure quando fa la spesa è sempre di fretta e non si ferma mai a parlare. Ora, invece, ha spento il ferro da stiro, ha preparato il caffè e si è seduta, e seduta mamma non ci sta mai, un altro poco nemmeno quando mangia. Ha detto a Laura che sono suo figlio e che ne tiene pure un altro più grande e che papà lavora al nord, la signora invece ha raccontato che fa l’avvocato e che sta a Roma ed era tanto tempo che non veniva quaggiù. Poi mi hanno detto che erano tanto amiche quando erano piccole e giocavano sempre insieme.
Laura🌸
È incredibile che quel bambino che ha uno sguardo che mi ha rapito il cuore sia il figlio di Elisa. E, forse, è per via di quegli occhi, gli stessi di sua madre, che mi ha colpito così tanto. Io e Elisa non smettiamo un attimo di parlare e farci domande, come se volessimo rubare al tempo tutti gli attimi, le occasioni che non ci è stato dato di passare insieme. Sembra stanca, ma felice, ha due bei figli che sono il suo grande orgoglio e, mi dice, un buon marito, anche se lontano. Fanno entrambi tanti sacrifici per tirarli su al meglio. Da quello che mi racconta è evidente che sia più felice di me, nonostante sia io ad avere un buon lavoro, una bella casa, e una buona posizione economica, ma, è il mio cuore ad essere vuoto. Le chiedo di raccontarmi qualcosa sulla zia, la mia sete di notizie su di lei si nutre del rimpianto di averla persa e del rimorso di non averla più cercata, lo stesso rimorso che mi ha tenuta lontana anche da colei che è stata la mia più cara amica d’infanzia. Ma, il taglio netto che c’è stato per questo posto e, soprattutto per gli affetti che custodiva è ancora una nota dolente nella mia vita. Mia madre ha chiuso i ponti con la zia a causa dello zio ma, questo non avrebbe dovuto impedirmi di tornare qui, da lei, soprattutto da adulta e in grado di prendere le mie decisioni. La sua morte mi ha straziata, perché a quel punto, rivederla non era più un miraggio lontano, ma un traguardo impossibile.
Mamma sembra così felice dopo che è venuta Laura, l’ha invitata a mangiare qua domani, la domenica prepara sempre tante cose buone e stasera ha fatto pure la torta alta con la crema, quella che fa solo per il compleanno mio e di Lucio. Ci ha fatto mettere a posto tutti i giochi e vestire ordinati anche se siamo a casa. Quando viene non è ancora ora di pranzo e si mettono ancora a parlare fitto fitto. Mi dispiace un po’, perché mi piaceva che parlava con me senza fare troppo caso a come parlo, ma mamma è tutta contenta e mi piace quando è così. Dopo mangiato, però, Laura si siede con me e mi legge un po’ dal libro che mi ha regalato, guardiamo insieme le figure e poi mi chiede di leggere io, ma le faccio di no con la testa, non voglio che mi prende in giro pure lei. Ma non si arrabbia, dice che se leggo un po’ alla volta, a voce alta, poi divento bravo e che non mi devo vergognare. Esito, ma lei è così buona che non voglio che ci rimane male, così comincio a leggere ma, incespico sulle parole, è difficile. Laura si mette vicina vicina e mi dice di fare con calma e, ogni volta che sbaglio, non mi corregge subito ma ,dice di fare un respiro e riprovare e, così, piano piano, riesco a leggere una pagina intera e, anche se ci metto tanto tempo, lei dice che sono bravissimo.
Elisa mi racconta praticamente tutta la sua vita, ed è come non esserci mai lasciate. Le chiedo come mai Antonio è così taciturno e, lei mi spiega che a causa della sua balbuzie, si sente in imbarazzo a parlare e, con il passare del tempo, sta diventando sempre più chiuso e solitario. È un bambino così dolce! Allora, provo a fare un tentativo, la sua mi sembra più una balbuzie nervosa che un vero problema fisico, magari con un po’ d’aiuto può acquisire fiducia in se stesso, così da essere meno terrorizzato dal parlare agli altri. Così, sono i libri, come sempre, a venirmi in aiuto, lo sprono, con pazienza, a leggere ad alta voce e, dopo i primi esitanti, tentennamenti, riesce a farlo. A piccoli passi, giorno dopo giorno, è capace di leggere un’intera pagina senza quasi balbettare. La fiducia che questo gli genera si trasmette anche quando parla, si vede che è più sicuro e parlare senza pensare troppo gli permette di esprimersi con più facilità e scioltezza. Mi accorgo che fa più fatica quando c’è qualcun altro oltre me ed Elisa, anche se si tratta di suo fratello, appena lui entra in casa, percepisco la sua chiusura e ricomincia subito a balbettare. Certo, le prese in giro di Lucio non lo aiutano per niente ad acquistare fiducia. Ha tre anni più di Antonio, dovrebbe essere al suo fianco in questa battaglia ma, spesso, i bambini si lasciano trascinare dagli amici, e prendere in giro chi è più piccolo, e magari indifeso, diventa il divertimento stupido di chi non si ferma a pensare a quanto male può fare. Eppure, vedo come Antonio lo guarda, è il suo mito, fa di tutto per accontentarlo e brama ogni più piccola attenzione come il più grande dei regali. Lucio sembra infastidito dalla mia presenza, Elisa dice che probabilmente è solo geloso delle attenzioni che riservo ad Antonio. Così decido un azzardo, porto un nuovo libro, stavolta un po’ più per bambini grandi, ”Viaggio al centro della terra”, e comincio a leggerlo io, alzando un po’ di più la voce. Lucio è seduto a giocare, esibisce una sfrontata indifferenza verso di noi, ma ogni tanto lo vedo occhieggiare nella nostra direzione, così con noncuranza ,gli chiedo se può farmi il piacere di continuare lui a leggere, devo aiutare Elisa a piegare le lenzuola e non vogliamo perdere il filo in un punto così cruciale della storia, dico facendo l’occhiolino a Elisa. Lucio sbuffa, rumorosamente, ma senza fare storie, prende il libro e riprende a leggere. Antonio pende dalle sue labbra, lo vedo sgranare gli occhi e, quando chiedo a Lucio se può aiutarlo a leggere la storia nei giorni seguenti, visto che io non potrò venire da loro per un po’, sbuffa ma dice che lo farà. Non posso non notare il viso splendente di Antonio, sembra il ritratto della felicità.
Laura ha detto a Lucio di leggere con me e lui senza fare tante storie si è messo a leggere e ha pure detto che che continueremo insieme la storia ora che Laura non può venire. Io credevo che lo diceva solo davanti a lei ma, invece, lo ha fatto davvero. Un po’ legge lui e un po’ io e mi aiuta pure con le parole difficili. Mamma mi ha detto che adesso Lucio si è fatto grande e che capisce che mi deve aiutare, perché quando papà non c’è è lui l’uomo di casa. Certe volte penso che Laura non è una principessa , come avevo pensato appena è arrivata qua, ma una fata che ha fatto un’ incantesimo a me, che adesso parlo meglio e balbetto solo qualche volta, e pure uno a Lucio , perché adesso sta più con me e mi aiuta . Quando torna, dopo tanti giorni, vede che abbiamo letto già metà libro ed è molto contenta e, per premiarci, ci porta tutti, io, Lucio e mamma a prendere un gelato in paese. Andiamo con la sua macchina, la giornata è bella e l’estate sembra davvero arrivata, è passato tanto tempo da quando Laura è arrivata da noi e spero che non se ne va mai più. Mamma non usciva mai prima, se non era per andare a lavorare o a fare la spesa, e ora è contenta e sembra pure lei una principessa. Oggi si è messa un bel vestito chiaro, verde pastello, e lei e Laura sono belle assieme, come io e Lucio, che scherza con me, ride insieme a me e, non come prima, di me ,con gli amici suoi.
Quando torniamo a casa, mi fermo sugli scalini, c’è un altro fiore, come quello di quel giorno, quando è arrivata Laura, e sembra ancora più bello, perché è alto,forte, non ha paura, e anche se è nelle pietre, cresce dritto dritto. Vicino gli è cresciuto un altro fiore, forse per questo sembra così forte, perché tutti hanno bisogno di qualcuno vicino che li sostiene.
Copyright @ 2021 Giusy Marrone
Ciao Giusy! Innanzitutto benvenuta: è la prima volta che leggo un tuo racconto e sono contenta che tu abbia deciso di prendere parte a questa rubrica. La storia familiare di Laura, Antonio e di tutti gli altri personaggi mi è molto piaciuta: l'ho trovata semplice e vera. Ci sono problemi che possono capitare in tutte le famiglie: litigi, sacrifici, incomprensioni... ma anche momenti felici, bei ricordi, riconciliazioni. Anche il tema di marzo è ben interpretato. Ti segnalo soltanto qualche piccola imprecisione nella scrittura: un "qual è" con l'apostrofo e qualche virgola, secondo me, da ricontrollare.
RispondiEliminaAl di là di questo, complimenti perché si percepisce la passione per la scrittura! Alla prossima :-)
Grazie.Sono felice ti sia piaciuto. Per gli errori cercherò di migliorare
EliminaCiao Giusy, prima di tutto ben arrivata e buonissima permanenza in questo angolo di scrittura. Ho letto il racconto tutto d'un fiato curiosa di sapere cosa i punti di vista alternati mi avrebbero suscitato e lasciato scoprire. Ho apprezzato come tu abbia modificato il tuo registro lessicale in base al pov, avendo una prima persona giustamente Laura e Antonio non potevano "pensare e parlare" alla stessa maniera! Ottima intuizione. A parte qualche svista (alcune virgole da rivedere e qualche tempo verbale da sistemare) la lettura è scorrevolissima, alla fine mi sono ritrovata ad avere gli occhi lucidi. Complimenti per come hai deciso di rispettare (alla perfezione) il tema del mese, dando vita a una storia delicata in cui i libri hanno un ruolo fondamentale! Non vedo l'ora di rileggerti, quindi alla prossima 🥰
RispondiEliminaGrazie mille, sono felicissima che ti sia piaciuto e che la forma che ho voluto scegliere di dare il corrispondente lessicale dei due protagonisti sia stata percepita con esattezza. Gli errori ci sono ,lo so ,per ora sono felice che la mia prima storia abbia suscitato belle emozioni,grazie davvero
EliminaUn passo alla volta e sono sicura che andrà sempre meglio! Ancora complimenti 😊
EliminaCiao. Benvenuta in questa rubrica, sono contenta che tu ti sia unita a noi.
RispondiEliminaIl tuo racconto mi è piaciuto molto, il modo in cui hai raccontato tutto, dal punto di vista di un adulto e poi da quello di un bambino, il fatto che tu abbia scelto il lessico diverso, ha aiutato molto in questo.
La storia è molto carina, con un finale positivo e con un messaggio secondo me molto importante. Ti faccio i miei complimenti per questa tua prima creazione.
A presto.
Grazie davvero
EliminaCiao Giusy, è un piacere conoscerti e benvenuta anche tu in questa rubrica :) Trovo questo tuo primo racconto molto carino! Mi è piaciuto il modo in cui hai inserito i vari elementi richiesti, come hai sviluppato il racconto col doppio punto di vista e come hai adattato i vari linguaggi a seconda di chi stesse narrando in quel momento. Ho però fatto fatica un po' a leggerti in certe frasi, principalmente a causa della punteggiatura: sistemando le virgole, il tuo racconto sarà perfetto :) Alla prossima, Stephi
RispondiEliminaGrazie mille
EliminaChe storia dolcissima! Mi sono rispecchiata molto nella tua storia perché nella mia infanzia è successo qualcosa di simile. La lettura ha aiutato anche me e c'è solo da essere grati ai libri e alle abili penne che li creano. Mi piace il tuo stile e posso dirti che come prima volta non c'è male ^_^ Brava!
RispondiEliminaGrazie felice che ti sia piaciuto. Proverò a migliorare, con la pratica
RispondiEliminaGrazie davvero per le tue parole
RispondiEliminaGiusy, prima di tutto, benvenuta ufficialmente fra noi altre <3 Sono contenta di averti a bordo e notare, fin da subito, quanto il tuo primo racconto sia un buon punto di partenza per la scrittura creativa che condividiamo insieme ogni mese *-*
RispondiEliminaCome ha detto Susy alla fine del tuo scritto, la storia di Laura e Antonio è sicuramente dolcissima, ma per ciò non dobbiamo solo ringraziare la presenza del bambino -mi ha emozionata molto quando parla di sé, descrivendo il suo problema di balbuzie e il bullismo subito dagli altri ragazzini non solo della sua età-. Direi che tutto l'insieme ha giocato un ruolo fondamentale in questa partita ;)
Tuttavia, ti vorrei dare un piccolo consiglio. Visto che ti sono scappati degli errori, sia di ortografia sia nell'ambito della punteggiatura -per la tale ragione ho faticato leggermente nel giungere alla conclusione, anche per la costante alternanza del cambio pov-, suggerisco di rileggere una volta in più il prodotto prima di farlo pubblicare :) Forse non riuscirai a correggere i refusi al 100% -qualcosa scappa sempre, purtroppo :( -, ma a un buon 98% ci arriverai di certo ;)
Grazie mille per i suggerimenti, ne farò tesoro
EliminaCome tuo primo esperimento direi che te la sei cavata molto bene e sono felicissima di averti avuto con noi sono sicura che con tanta pratica diventerai sempre più brava ❤️
RispondiEliminaSusy Grazie di cuore,sempre
EliminaMa che storia dolcissima e scritta davvero per bene. Mi sono emozionata e commossa. Hai utilizzato benissimo il tema del mese. Complimenti. Mi sono innamorata del piccolo Antonio. Silvia di Silvia tra le righe
RispondiEliminaGrazie mille sono felicissima che ti sia piaciuto
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