lunedì 27 gennaio 2020

Rubrica: Creativity Blogger Week. Brr Che freddo

Ciao a tutti amici lettori e buon lunedì.
Gennaio sta quasi per giungere al termine, pronti per iniziare febbraio? Sarà strano segnare sul calendario un numero in più quest'anno, il 29 febbraio viene soltanto quattro volte l'anno ed è un vero evento ma ci penseremo poi.
Intanto chiudiamo il mese di gennaio in bellezza, prima una bella rubrica e poi un evento che non potevo perdere con un libro davvero bello. Iniziamo con una delle rubriche che più adoro fare: La Creativity blogger Week.


La Rubrica è nata da un'idea di Deb Leggendo Romance che ringrazio di avermi invitata a partecipare. Si parlerà ogni mese di un argomento diverso mettendo in risalto la nostra creatività come Blogger. Grazie a Federica On Rainy Days per la grafica.

Questo mese l'argomento è: Brr che Freddo.
Quindi ecco la mia piccola storia Una fredda serata.

Sto cucinando mentre fuori è scoppiato un temporale con i fiocchi, la pioggia sbatte contro i vetri creando quasi una musica rilassante e nonostante il freddo decido di preparare la cena in attesa che torni. 


Quando mi accingo a preparare la tavola, un abbaiare fuorioso attira il mio interesse verso la finestra, non vedo niente a causa della pioggia e cerco di ricordarmi se Mark mi ha detto di possedere un cane. Non sono mai stata alla sua fattoria e proprio quando ha deciso di farmi vedere il suo regno, è stato chiamato d'urgenza da un paziente, Mark mi ha parlato degli animali presenti in questo posto,  ma è stato vago su quanti e quali siano conoscendo il mio poco amore verso quel genere che lui invece ama. Di certo sarò rimproverata se non controllo le condizioni del cane, magari è ferito così spengo i fornelli e mi dirigo alla porta nonostante il freddo.
Siamo a gennaio e in questo posto sembra che il gelo sia arrivato più in fretta. All'ingresso non trovo nessun ombrello così esco di fretta raggiungendo quel verso che mi sembra diventare più alto.
A causa del vento, la pioggia cade storta e nonostante ci provi è difficile non bagnarsi, quando raggiungo il retro della casa noto subito il proprietario di quel baccano. Un cane con le orecchie abbassate mi guarda in attesa e poi riprende ad abbaiare con più foga, non sono molto pratica di razze canine, ma ricordo che questo tipo si chiama beagle e a una prima occhiata non mi sembra ferito. Mi abbasso per controllarlo meglio e scorgo a terra un gatto molto piccolo raggomitolato come una pallina, il suo miagolio è così flebile che lo sento appena, la sua pelliccia è completamente nera.
«Povero piccolo, vieni qui».


Non credo sia un gatto randagio, ma non ne sono sicura quindi faccio attenzione quando delicatamente lo prendo in braccio. Il miagolio diventa più chiaro ora che lo tengo stretto, rassicurata che non mi graffi o compia strani movimenti, mi azzardo ad accarezzarlo.
«Sei gelato, devo portarti a casa».
Sto per ritornare all'interno, ma il cane riprende ad abbaiare e io mi giro a guardarlo.
«Cosa c'è ancora? Non era per questo che facevi confusione prima?»
Per tutta risposta, l'animale abbaia verso la rimessa. L'acqua mi impedisce di avere una visuale completa, ma stanca di sentire il verso del cane decido di andare a controllare. Mi infilo il gatto sotto un braccio, è così piccolo che temo si faccia male invece lui riesce a trovare un posto sicuro nell'incavo della mia spalla e sentire il suo corpicino che cerca calore mi fa sorridere. Seguo il cane cercando di mantenere l'equilibrio, capisco di aver commesso l'errore di mettere i tacchi quando scivolo e finisco nel fango.
Sono infreddolita, sporca e arrabbiata e non mi aiuta che il cane continui ad abbaiare.
«Smettila d'accordo? Non immaginavo di dover rincorrere un pazzo questa sera, ecco perché ho queste scarpe».
Mi sento stupida a parlare con lui, ma quando mi rialzo massaggiandomi il fianco indolenzito lo seguo zoppicando verso la stalla decidendo di togliermi la scarpa inservibile. Quando richiudo la porta dietro di me un cavallo nitrisce e il gatto spaventato fa un balzo correndo via. 
«Ehi! Dove vai, torna indietro».
Il cane, probabilmente stanco di essere bagnato, sceglie questo momento per scrollarsi tutta l'acqua investendomi come un fiume e chiudo gli occhi livida di rabbia.


«Ma insomma! Questo è il colmo, la smettete adesso?»
Il mio grido non supera quello di un altro tuono e sobbalzo involontariamente. Sono zuppa, ho freddo e desidero soltanto tornare a casa, posso lasciare il gatto da solo qui dentro?
Non so nemmeno come si chiama, i gatti rispondono al proprio nome?
«Tu che sai tutto» dico guardando il cane. «Dov'è andato a finire quel traditore?»
Il cane inclina la testa come soppesando le mie parole, poi fa qualche passo avanti e spinge con il muso una vecchia coperta che odora di fieno e di chissà cos'altro e io lo guardo allibita.
«Grazie» mormoro sentendomi sempre più pazza. Sto per raccoglierla, ma poi mi immobilizzo quando sento un rumore all'esterno. Sono scalza, bagnata e senza niente per difendermi e se fosse un ladro che vuole approfittare della tempesta per rubare qualcosa?
Prendo la prima cosa che trovo: una forca appoggiata al muro e la impugno subito puntandola verso la porta che si apre lentamente. Intravedo un paio di scarpe che stanno entrando, è decisamente un furfante ma ha sbagliato se pensa di farla franca con me. Quando la sua mano spinge la porta che il vento sta tentando di richiudere, infilo la forca nel suo palmo con forza. Sono molto fiera di me stessa quando lo sento imprecare, un po' meno quando capisco chi è.
«Sally, ma sei impazzita?»
«Mark!» esclamo gettando la forca a terra e guardando la sua mano rossa e piena di segni come se qualcuno lo avesse morso. «Scusa non credevo che...»
«Cosa fai qui?» mi chiede Mark massaggiandosi la mano dolorante e io indico subito quel cane che comincia a farsi accarezzare dal mio ragazzo. «Kriss prende molto sul serio il suo ruolo di guardiano e stava controllando i cavalli, ma loro sono abituati al maltempo, a quanto pare tu no e mi dispiace perché avrei preferito che vedessi la fattoria alla luce del sole. Questa giornata non è andata come volevo, ma possiamo renderla migliore, andiamo a casa?»
«Il gatto è sparito» ammetto mentre mi sfrego le braccia infreddolita.
 «Felix» chiama Mark schioccando la lingua. «Esci fuori piccola peste, ce ne andiamo al calduccio a casa».
Bastano pochi minuti prima che una piccola palla di pelo nera esca dal suo nascondiglio e poi salta agilmente sulla mia spalla dove si accoccola sereno. Dopo l'iniziale spavento, lo accarezzo e Mark mi sorride.


«Gli sei simpatica». Poi dà una controllata veloce ai cavalli e torna da me. «Sei pronta?»
Non ho il tempo per chiedere a cosa si riferisce, che Mark mi prende in braccio  aprendo la porta con un piede e correndo verso la casa.
Kriss ci precede schizzando avanti mentre Felix si accoccola meglio contro di me, sono così sbarlodita che stringo forte il mio ragazzo e quel gatto senza riuscire a dire niente. 
«Adesso c'è un enorme dilemma da capire, chi asciughiamo per primo?» chiede Mark quando mi mette a terra e chiude la porta d'ingresso.
Sono bagnata fradicia, l'acqua cade a terra creando una pozzanghera d'acqua che presto diventerà enorme, desidero togliermi questi vestiti il più presto possibile e asciugami, ma guardo il gattino infreddolito tra le mie braccia e non ho esitazioni.
«Felix ha la precedenza e poi tocca a Kriss, credo che soprattutto loro si meritino un po' di caldo».
Fino a stamattina non l'avrei mai detto, invece gli animali non sono così male e forse è proprio a causa di questo freddo se la penso così.
«Dopo mi prenderò cura di te nel miglior modo possibile, promesso» mi bacia brevemente Mark e io capisco che questa fredda serata è da ricordare.

Siamo giunti alla fine, adesso vi aspetto nei commenti e vi ricordo di seguire tutte le altre tappe attraverso il calendario qui sotto.


Intanto noi ci rileggiamo più tardi.





4 commenti:

  1. Che bello il tuo racconto Susy, riesci sempre a catturarmi con il tuo stile limpido e pulito!

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  2. Susy ma che tenero! Anche una serata fredda può portare un po' di calore e amore :)

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