martedì 30 luglio 2024

Recensione: Tom Lake di Ann Patchett

Ciao a tutti amici lettori.
Oggi vi parlo di una storia molto particolare.

Ringrazio Ponte alle Grazie per la copia omaggio.


Trama
Su nel Michigan, le tre figlie di Lara fanno ritorno nel frutteto di famiglia. Mentre raccolgono ciliegie, pregano la madre di raccontare la storia di Peter Duke, un famoso attore con cui, prima di sposarsi, Lara aveva condiviso una storia d'amore e il palcoscenico in una compagnia teatrale chiamata Tom Lake. Nell'incanto del ‘giardino dei ciliegi', la rievocazione di quel passato crea un nuovo arazzo sentimentale in cui ogni membro della famiglia trova una inedita, e a volte anche faticosa, collocazione. Con la maestria della grande narratrice e l'intelligenza sentimentale che la rende una delle scrittrici più amate e seguite, Patchett guida i suoi personaggi alla scoperta di sé stessi, perché la storia di Lara, che ripercorre una fase cruciale della propria vita, risulterà illuminante anche per le sue figlie. Il tempo è scandito dai ritmi lenti della campagna, il lettore assapora con naturalezza i messaggi che la storia di Lara contiene e che hanno un valore universale: si parla di amore, certo, ma anche e forse soprattutto delle scelte che la vita e il destino ci propongono, mettendoci continuamente davanti a un bivio e alla possibilità di decidere cosa vogliamo diventare.
Cover e stile narrativo mi hanno trasportato immediatamente in questo posto meraviglioso: Tom Lake.
L'autrice è stata così brava nella descrizione non solo del luogo, ma di quello che rappresenta, di ciò che suscita ai personaggi che è stato come essere lì e mi è venuta una gran voglia di visitarlo, di vederlo perché penso che tutti noi avremmo bisogno di un angolino di pace dove stare bene, dove non pensare a niente e dove essere in pace con tutto anche con noi stessi.
La storia è molto particolare perchè ci troviamo di fronte a una storia nella storia quando Lara racconta alle sue tre figlie di come ha conosciuto Peter Duke un attore molto famoso prima di sposarsi con Joe il loro adorato padre.
Di solito le trame di questo genere hanno due archi temporali e invece la particolartità di questo libro è stato proprio il modo in cui la protagonista ha raccontato la storie alle figlie. Abbiamo varie interruzioni, supposizioni e momenti di racconto vero che era come se Lara raccontasse anche al lettore la sua vita passata ed è stato molto bello perchè anch'io come le sue figlie volevo saperne di più, conoscere il modo in cui abbandonato Duke fosse sopraggiunto Joe.

                               
Mi sono così appassionata alla storia nonostante sia narrata in maniera semplice e diretta che non mi sono accorta di essere alla fine e questa è un'altra particolarità che ho adorato.
Sono sempre più convinta che le storie semplici abbiano quel tocco in più e riescano a far emergere buoni sentimenti senza esagerare, possono scatenare varie emozioni senza osare troppo e questo libro ne è la dimostrazione più evidente.
Il racconto di Lara fa riflettere su quanto questa donna abbia rivoluzionato la sua vita due volte fino a trovare il completo appagamento con se stessa e con la famiglia che ha creato, ma fa anche riflettere le figlie su ciò che vogliono del futuro e su quello che rappresenta la loro madre.
Lara ha faticato per capire cosa e chi voleva essere nella vita, ha intrapreso alcune strade che credeva giuste per poi convergere a qualcosa che più le si addiceva e che l'ha resa veramente felice. Penso che sia un po' quello che succede a chiunque, non siamo sempre sicuri di quali sia la nostra strada, possiamo in un momento di insicurezza percorrere un tipo di tragitto che ci sembra giusto, ma tornare indietro al punto di partenza e riprendere lo stesso tragitto ma girare a un bivio diverso potrebbe essere una grande soluzione su cui non tutti ci riescono perchè a volte per pigrizia, per paura dell'ignoto e per non cambiare ciò che conosciamo non riusciamo a tornare indietro e cambiare bivio quando invece è qualcosa che dovremmo fare tutti per trovare la nostra strada personale.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Lara. Una madre che ama le sue figlie, una moglie innamorata e una donna realizzata, ma per arrivare a questo punto ha dovuto però attraversare non sempre periodi facili, c'è anche qualcosa che custodisce nel suo cuore e che non riesce a rivelare a nessuno, nemmeno alla sua famiglia e poi c'è Joe. Lui è un porto sicuro, un punto saldo per lei e per le loro ragazze perchè tutti vorremmo un marito con lui, un uomo capace di portare sulle spalle un peso enorme senza lamentarsi, uno che aspetta il momento giusto prima di farsi avanti con la donna di cui è innamorato, uno che è semplicemente la persona giusta per l'altra.
Tra loro non c'è stato il colpo di fulmine, ma erano anche altri tempi dove non esistevano i cellulari e mettersi in contatto era difficile, è stato il destino a farli rivedere di nuovo ed è stato quello stesso fato a riunirli per non separarli più.
Le loro figlie volevano sentire come la loro madre avesse conosciuto Duke quell'attore famoso di cui adorano alla follia un film in particolare, ma in realtà questo racconto è stato della vita di Lara prima di arrivare Joe e questa è una cosa che mi è piaciuta molto.
Un piccolo appunto lo faccio sui nomi dei personaggi, non principali, che sono stati secondo me troppo simili l'uno all'altro creando parecchia confusione a mio avviso su tante scene in cui ho faticato a capire chi parlava, ma penso che una volta abituati non ci si faccia più caso.

Valutazione 3/5

                             

                                                

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